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venerdì 29 maggio 2009

Scoperto il cadavere di Rosa Luxemburg

Da Berlino rimbalza una notizia curiosa. Nell'ospedale Charité è stato trovato il cadavere di Rosa Luxemburg. Se non sai di chi sto parlando, prima preoccupati, poi clicca qui. Non è ancora certa l'identità del corpo e analisi più approfondite verranno fatte nei giorni seguenti. Ma una malformazione al femore fa pensare che possa essere lei. Considerando che la Luxemburg è stata assassinata nel 1915, gettata in un canale e che dunque è morta da quasi 100 anni, non posso che osservare che è molto più viva lei di tanti cadaveri che abbiamo in parlamento. La notizia è apparsa su Der Spiegel e riportata da Repubblica. Berlusconi dopo aver letto la notizia ha commentato: "Adesso mi si vuol accusare dell'omicidio di una velina che non ho mai sentito nominare. Ho capito il velato intento di questi giornali comunisti. Proprio sotto elezioni un altro attacco personale. In Italia ci sono grumi di giornalisti faziosi che alimentano i loro articoli al calamaio dell'odio".

"La libertà è sempre la libertà di dissentire."
"Chi non si muove, non può rendersi conto delle proprie catene."

giovedì 28 maggio 2009

Lasciate ogni speranza voi che entrate (nella burocrazia)

Kafka l'ha già descritto nettamente meglio di quanto farò io nelle prossime righe. Tanto meglio che potrei evitare di scriverlo. Però... quanti di voi hanno letto Kafka? Alzate la mano. Qualche audace conosce Gregor Samsa. Allora mi tocca scrivere la mia odissea. Sono un disoccupato e, già di per sé, questa sarebbe condizione bastevole e sufficiente per non avere ulteriori rotture di maroni. Sarebbe bello, vero? Invece no. Rottura di maroni. Come tanti disoccupati vado a fare domanda di disoccupazione. Mi chiedono l'ultima busta paga. Sarei tentato di presentare un gratta e vinci ma non sono dell'umore giusto. Arrivo nell'ufficio preposto. Prendo il tagliandino per la coda. Sono il numero 39. Guardo il display con il led rossi: 44. Cos'è? Una coda a ritroso? Un altro disoccupato in attesa di sentenza mi dice che bisogna arrivare a 99. Da lì si azzera tutto e riparte il conteggio. Fondamentale la lettera prima del numero. Sono B39 come il sottomarino sovietico. Almeno mi sono portato da leggere. Previdente. Quando mi chiederanno un pregio devo ricordarmi della mia innata previdenza (sociale). Dopo tante pagine e un paio di ore dopo, tocca a me. Entro e a velocità supersonica (giuro, la pratica più veloce del west!!), l'addetto mi compila la domanda di disoccupazione. Riceverò risposta e assegno nel giro di 15/20 giorni. WOW! Incredibile. Vado a casa contento. Come può esserlo un disoccupato. Ricevo risposta nel periodo indicatomi. Domanda rifiutata per mancanza di contributi ecc, ecc... E figurati! Torno all'ufficio. Questa volta non c'è nessuno. Davvero! Arrivo, mi siedo in attesa del mio turno (la forza dell'abitudine) ma l'impiegato sorridendo dice che posso accomodarmi. Presento la lettera di rifiuto. Controlla tutti i miei contributi. 2007 e 2008 inesistenti. Ho le buste paga che attestano che ho lavorato. L'entusiasmo che ho messo nel lavoro nelle busta paga non è indicato (fortunatamente). Il solerte impiegato picchietta sulla tastiera del suo computer. Io mi guardo in giro. Dietro campeggia una foto di Ibrahimovic esultante dopo un goal segnato. Sullo sfondo vedo delle maglie rossoblù famigliari. Figurati se dei 100.000 goals che ha fatto non dovevano immortalarne uno segnato alla mia squadra. Fisso Ibrahimovic. Lui mi guarda dall'alto dei suoi 11 milioni di euro all'anno. Abbasso lo sguardo. Umiliato da un poster, puttana Eva. Mentre il solerte impiegato picchietta la tastiera, io volo pindaricamente in ville a Malibù. Ah, ecco qui!! Trovato il problema. Ho due posizioni fiscali. La prima fa riferimento a me con solo il mio primo nome; la seconda sempre a me ma con il primo e il secondo nome. Che bello avrò due pensioni! No, non ne avrò nemmeno una. Perchè le due posizioni non arriveranno ad avere i contributi necessari. Interessante. Non resta che unire i miei due me fiscali, per risolvere tutto. Sì, proprio così afferma il solerte impiegato. Facciamolo, perdinci!! Sì, ma non subito, troppo bello!! Devo andare nel comune dove sono nato e farmi lasciare l'attestato di nascita e un documento che attesti che, i due omonimi, nati lo stesso giorno e che lavorano da anni per la stessa azienda, sono la stessa persona. Faccio notare all'impiegato solerte che ho un nome particolare, molto particolare, ed un cognome diciamo pittoresco. Non come l'Ajeje Brazov di Aldo, Giovanni e Giacomo ma rende l'idea. Niente da fare. La burocrazia regna sovrana, 'sta puttana! Saluto ed esco. Uscendo prendo già il numerino per l'indomani. Mossa subdola ma scaltra. Meno male che il mio comune di nascita è poco lontano da quello di residenza. Il giorno successivo sono il primo all'ufficio anagrafe. Risolvono il mio problema di bipolarità fiscale, uccidendo il mio secondo nome. Corro ai sindacati. Fila sopportabilissima, non vale la pena di mettersi a leggere. Entro e presento tutto il necessario. Unirò tutti i miei contributi e sarò un disoccupato con il sussidio. Che culo!!! Il solerte impiegato picchietta sulla tastiera. Compila la mia richiesta di disoccupazione. Accidenti, però c'è un problema. Ora che le è stato, a livello fiscale, soppresso il secondo nome, non corrisponde più il suo codice fiscale. Avete presente il mio amico Arnold quando imbronciando il suo musetto nero sibilava "che cavolo stai dicendo Willis?". Ecco, sono io. Devo andare all'Ufficio dell' Agenzia delle Entrate competente. Presentare il modulo che mi ha rilasciato il comune dove sono nato che attesta che io sono io, ma un po' meno io di prima, farmi rilasciare un nuovo codice fiscale e chiedere l'annullamento della posizione precedente per evitare nuove complicazioni. Agisco. Arrivo all'Ufficio competente. Mi accoglie un impiegato che mi ricorda Lord Fenner. Ho quasi paura a chiedere. Si rivela competente, efficiente e anche simpatico. Torno dal solerte impiegato. Il puzzle è completo. Picchietta sulla tastiera, questa volta, senza imprevisti. Devo mettere quelle 30 firme sui moduli di unificazione posizione, annullamento posizione incorporata, richiesta di disoccupazione. Metto tutte queste firme, tenendo indice e medio della mano sinistra incrociati. Non si sa mai. Ok, è tutto a posto. Riceverà l'assegno nei prossimi 15/20 giorni. Mi sembra di aver vinto la finale di Champions League. Guardo Ibrahimovic dietro le spalle del solerte impiegato. Mentalmente gli faccio un medio. Tu la Champions League non l'hai mai vinta!! Esco saltellando dall'ufficio. Fuori è una giornata bellissima. Quasi estate. Un sole caldissimo e un bel venticello. Sono disoccupato è vero. Ma sono in salute e, con un po' di ottimismo, anche questa crisi passerà. Ora salgo in moto, vado a casa, mi faccio due panini, prendo il plaid e vado al lago per tutto il pomeriggio. Programma fantastico. Tutto sommato essere disoccupati non è male! Mi dirigo verso la moto. Cammino e cammino e cammino fino a casa. Perché qualche stronzo mi ha rubato la moto!

Il mio amico Artemisio e Angelina Jolie


Qualche sera addietro, non sapendo che pesci prendere, sono uscito. Che poi, riflettendoci bene, era impossibile prendere pesci in salotto considerando che non ho un acquario e, men che meno, canne da pesca. Ma non è questo l'importante. Appurato che non c'erano pesci in salotto e che in tv Porta a Porta non era interessante come al solito, sono uscito a fare un giro in bicicletta. Il mio paesiello le sere di Maggio è improponibile. Lo è anche a Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprile, Maggio (ah, l'ho già detto!), Giugno e via di seguito; e, dunque, anche in inverno, primavera, estate e autunno; ma l'altra sera c'era qualcosa di più. Gli atipici 23°C. Gli atipici, perché al mio paesiello di solito fa freddo anche quando fa caldo, erano accompagnati da una piacevole e fresca brezza, non parabrezza, proprio brezza. Ed io, pedalando allegro e spensierato nella zona pedonale incurante dei pericoli, sono finito sotto una macchina. Non ferma, in movimento. Altrimenti sarei pirla da Guinnes dei primati. Eh sì, per dovere di cronaca devo precisare che io, come cantava De Gregori, "Faccio un lavoro strano, vedo gente in quantità" e molto spesso, forse troppo spesso, sono fuori dalla nostra beneamata Nazione. Il fatto di essere spesso via, permette di vedere tante cose interessanti, fare nuove esperienze, farsi nuove amiche o farsi nuovi amici... nel caso si fosse gay. Questa arriva dopo. E' arrivata? No? E ora? Non ancora? Ok, tralasciamo i tempi comici e addentriamoci in quelli tragici. (Ammmore non preoccuparti è tutta finzione!! N.d.A). Orpo, ho perso il filo... Ah sì, il mio lavoro se, da un lato, permette di fare nuove esperienze, dall'altro fa perdere anche tantissimo delle proprie amicizie e della propria vita "normale". Non potrò mai perdonarmi, per esempio, di non essere stato presente quando mio fratello Arsenio (con un nome così) è stato scarcerato. Mmmhhh, no questo me lo sono perdonato visto che lo scarcerano quasi ogni 2 anni. Vediamo... un esempio più calzante... Ah sì, ecco... che stupido! Non potrò mai perdornarmi di non esserci stato quando hanno abolito l'area pedonale e ciclabile in centro paese. Infatti, se fossi stato presente, ne sarei stato a conoscenza e avrei evitato di andare, allegro e spensierato, nella EX-zona pedonale incurante dei pericoli. Queste sono esperienze che ti segnano e non solo nell'orgoglio. 12 punti sul gomito sinistro, 7 sulla fronte e 9 sul ginocchio sinistro. Con tutti quei punti ho fallito la Champions League solo per la classifica avulsa. Cadendo a terra ho palesato al mondo la poca affinità dell'uomo con il volo. Come novello Icaro ho visto il porfido della strada venirmi incontro con una lentezza da sembrare, quasi, una scena in slow-motion tratta da Matrix. No, non quella di Mentana... anche se tutto sommato la lentezza non mancava nemmeno lì. Per delle lunghissime frazioni di secondo, mi è sembrato di essere in slow-motion. Appunto... sembrato. A farmi ricredere è stato invece l'impatto: sordo, elegante, violento il giusto; e il sapore di sangue in bocca. Poi sono svenuto. Di solito quando svengo sgodo, molto o abbastanza, e il più delle volte, opto per la seconda ed eventualmente la terza. Quella volta sono svenuto e basta. Della seconda nemmeno a parlarne. Troppo dolore. Finisco al pronto soccorso per una commozione cerebrale e mi tengono in osservazione 72 ore. In quelle ore, prendo un po' per il culo i medici chiedendo che mi venga data la mia uniforme, intimando al nemico la liberazione, perché i miei uomini sono in attesa di miei ordini per attaccare la Prussia. Mi sedano e, cosa grave, senza pinzimonio. Cazzo di medici senza senso dell'umorismo! Sotto sedativi viene a trovarmi il mio amico Artemisio. Io ero sotto sedativi, non Artemisio. Puntualizzo perché rileggendo mi è sembrata equivoca. Arriva Artemisio con una sgarzolina niente male che assomiglia ad Angelina Jolie. In quei pochi attimi di lucidità, sfuggiti ai sedativi, porgo domande sensate. Chiedo come Artemisio, ragazzo simpatico ed intelligente, ma non certo un Adone, abbia potuto conquistare una ragazza carina come quella che lo accompagna. Mi risponde che stava andando a fare dei colloqui di lavoro ma, casualità vuole, dimentica la cartelletta con il suo curriculum vitae sul bancone del bar. La cartelletta viene presa in custodia dal barista che la affida ad un amico che a sua volta conosce un farmacista. Il curriculum viene cestinato dal farmacista (Artemisio è laureato in Scienze delle comunicazioni). Un netturbino recupera la cartelletta dall'immondizia e, portata a casa, quest'ultima finisce nelle mani della figlia che fa i casting per un'agenzia. Guardato il curriculum vitae e vista la preparazione di Artemisio gli offre un lavoro. Al primo casting devono scegliere la protagonista per un serial tv. E così Artemisio intorta la sgarzolina che assomiglia ad Angelina Jolie. Come? Non ci credete? Nemmeno io, nemmeno io...

mercoledì 27 maggio 2009

Un giorno da gggiovane a Bibione parte 1

Questo fine settimana, con questo intendo quello appena passato. No, vabbé. Poi domani mi tocca smentire o dire che sono stato frainteso. Ricomincio. Il fine settimana scorso (bello, conciso e preciso. Così va bene!). Dicevo. Il fine settimana scorso (mmmh, dejà vu?!) sono andato a trovare il mio caro amico .ommaso, per gli intimi Batistutolo, a Treviso. Siamo riusciti ad unire l'utile al dilettevole. Infatti, la mia bellissima fidanzata era a Bibione per un torneo di Beach Volley. Così ho pensato di prendere due piccioni con una fava... vado a trovare .ommaso e sabato tutti al mare a vedere il beach volley. Due piccioni con una fava. Scritto così... sembra che anche la mia fidanzata ha la fava... Vi assicuro di no. Forse, "è" un po' fava... ma l'amissimo lo stesso. Otto righe e non ho ancora detto niente. Ok, d'ora in poi, cercherò di essere sintetico. Vi evito l'abbordaggio della 14enne*. A 36 anni mi mancava. Il treno che mi porta a Milano, un regionale usatissimo da pendolari che vanno al lavoro tutti i giorni, è vergognoso. Non mi siedo per 40 minuti. I posti sono tutti sporchi in una maniera indecorosa (cazzo, sta a vedere che da un post di puro cazzeggio, ora mi esce un articolo di denuncia sociale!!). Dico io, ci vuole così tanto a fare dei sedili in materiale impermeabile, plasticoso o altro, e dei coprisedili in stoffa da lavare o in carta (resistente) usa e getta? E i poggia testa?!! Unti. Ma non unti dal signore. Unti dai signori, signore, ragazzi e ragazze che si sono seduti lì dal primo viaggio del treno a oggi. E quelli non sono unti dal signore. Sono unti e basta. Arrivo a Milano. Salgo sul Milano-Venezia. L'aria condizionata non va. Solo 31 euro di biglietto per sudare come un porco. Poi in tempi di febbre suina non è raccomandabile sudare come porci. Ecco appunto, come porci di fronte a queste disfunzioni? Chiedo al controllore se può verificare il funzionamento dell'aria condizionata. Un omone, brizzolato e gentilissimo, nella sua divisa verde (ma chi l'ha disegnata un leghista?) mi risponde: "Purtroppo signore la carrozza 10 è da un po' che ha l'aria condizionata guasta". Non posso dire nulla, il signore è molto gentile. Mi chiedo, come è possibile che mi abbiano fatto prenotare su una carrozza che "è da un po' che ha l'aria condizionata guasta". Mi siedo nel mio posto. Continuo a leggere Daniel Pennac. Quando stille (porco giuda un post di denuncia sociale con altissimi livelli poetici!!) di sudore cadono sulle pagine del libro, mi viene in mente "A Silvia" di Giacomo Leopardi "Io gli studi leggiadri/ talor lasciando e le sudate carte,/ ove il tempo mio primo/ e di me si spendea la miglior parte". Il Robespierre che è in me urla GIUSTIZIAAAA, decido di cambiare carrozza. Mi alzo e vado nella 9 ma è piena, così la 8, la 7 e tutte le altre. La 2 ha posti a sedere liberi. E' prima classe. Me ne frego. A Brescia il treno si ferma. Salgono passeggeri nuovi. Uno viene verso di me. Il posto è suo. Lo cedo e mi siedo in un altro. Per farla breve arriva il controllore. Mi fa presente la differenza di prezzo. Faccio notare che, nonostante 31 euro sia un prezzo molto competitivo per quasi 3 ore di sauna, non ho intenzione di pagare la differenza tra seconda e prima classe. Il controllore, stranamente è una persona assennata, dopo 20 minuti di prese al collo alle quali mi sottraggo, grazie al fatto di essere sudato e scivoloso come un'anguilla, si arrende. Comunque, viaggio di mer*a. Mancava solo di incontrare Franceschini o Berlusconi in campagna elettorale e avrei proseguito a piedi. Arrivo a Mestre, poi Treviso. Oh, cacchio!!! Volevo parlare di tutt'altro. Delle nottate di Guitar Hero e delle mattinate di Wii Fit. Della giornata a Bibione, delle chiappe di marmo delle beachvolliste (non tutte sia chiaro) che guardavo da dietro le lenti dei miei RayBan facendo finta di ascoltare i discorsi della mia bellissima fidanzata. Dello Sprissssparty e di quel pirla che dal palco urlava "voglio vedere la mani in alto". Io le avrei alzate solo per il gusto di fargliele cadere negli occhi. Recupererò in un altro post, prometto! Infatti ho corretto il titolo "Un giorno da gggiovane a Bibione" in "Un giorno da gggiovane a Bibione parte 1" Ora, vado a vedere la finale di Champion League! Forza Barça...

*
E' la 14 enne che tenta di abbordare me, non il contrario. Meglio specificarlo!!

A volte quando mi guardo dentro

A volte quando mi guardo dentro
Vedo castelli
Altre volte solo sabbia
Quasi sempre castelli di sabbia
Quando mi chiedono il mio segno zodiacale
Ogni volta rispondo in modo diverso
E sempre corrispondo
Al segno al quale dico di appartenere
Ecco perché leggo sempre l’oroscopo
Ogni giorno posso scegliere il segno
Che mi augura una splendida giornata
Ci sono giornate che sono amabile e irresistibile
Ma di solito in quelle giornate ho la febbre
E non posso uscire
Ho avuto giornate che tristezza e malinconia
Erano talmente forti da anestetizzarmi
E farmi quasi sentire bene
Certe notti la vita è così reale da sembrare assurda
E spesso la gente è così assurda da essere reale
Ci sono donne che mi hanno amato
Perché hanno avuto la voglia di conoscermi meglio
Altre mi hanno lasciato
Per lo stesso motivo
L’altro giorno ho scoperto che misericordia
È il nome di un pugnale
Che i cavalieri medievali usavano
Per dare il colpo di grazia al nemico ferito mortalmente
Forse è per questo che non credo
In un Dio misericordioso
Anni fa dal dentista ho conosciuto una ragazza bellissima
Dagli occhi verdi e i capelli rossi
Mi salutò dicendo
Ciao ci vediamo dopo
Ed io ubriaco dei suoi occhi verdi
Risposi ok va bene
Dimenticando di chiedere dove e quando
Capita a volte che certa gente per annientarmi
Mi insulti e mi mortifichi con cattive maniere
A me basta chiudere gli occhi
Per cancellarla dal mondo
Ho un amico che ha sempre amato le ombre cinesi
Era così bravo a fare l’aquila
Che un giorno le sue mani sono volate via
E quando si sente giù di morale si consola
Pensando a cosa sarebbe successo se fosse stato
Altrettanto bravo a fare il coccodrillo
Ci sono giornate nelle quali
Fantasia è la mia migliore amica
Mentre in altre
Si prende qualche momento di pausa
Ma non mi abbandona mai veramente
Ho avuto amori che mi hanno baciato
Facendo sudare il loro corpo sul mio
Ed altri che mi hanno tenuto stretto per tutta la notte
Senza essere mai veramente con me
Ho amato persone delle quali ho dimenticato il nome
Ed ho avuto nemici che ricordo con affetto
Mi è capitato di persone
Che mi hanno dato del cretino
Altre del pazzo
Perché mi hanno parlato per ore
Senza che io capissi nulla
Ma la farfalla che ho nella testa mi ha rassicurato
Dicendomi che sono loro ad essere incomprensibili
Mia mamma dice sempre che ho la testa fra le nuvole
Eppure io mi sento uguale anche quando il cielo è terso
L’altro giorno un colpo di vento
Mi ha fatto tornare in mente
Che da piccolo ho avuto un aquilone rosso
Che proprio il vento mi portò via
Ricordo che piansi
O forse no
E mio padre mi disse che l’aquilone
Era volato via perché così è la vita
Quel giorno crebbi un po’
Perché capii che niente è per sempre
L’altra notte ho parlato con solitudine
Lei sosteneva che io sono solo
Perché passo troppe notti con lei
Ma alla fine l’ho convinta
Che non potrò mai essere solo veramente
Finché lei sarà con me
Era un discorso surreale da tre di notte
Di una notte ad alta gradazione alcolica
Eppure lei tornata a casa si è uccisa
Ora sono solo veramente.
Ecco perché scrivo queste cose senza senso
Seduto sul trono del mio più bel castello di sabbia
In attesa che l’alta marea arrivi lenta
E lenta cancelli il mio regno
Il mio castello
E infine me.

martedì 26 maggio 2009

Io e i gggiovani, i gggiovani ed io....

E' inutile dire che una delle mie canzoni preferite è "Sui giovani d'oggi ci scatarro su" degli Afterhours e non posso negare che mi piace prendere in giro usi e costumi dei gggiovani d'oggi. E' ovvio che lo faccio perchè sto invecchiando anagraficamente pur mantenendo uno spirito da "fulminato". E' dunque palese che sono invidioso dei diciottenni di adesso e, l'unico modo che ho per vendicarmi dei 18 anni che mi dividono dai miei 18 anni, è prendere in giro i diciottenni di oggi. Però, tengo a precisare che il mio non è astio, anzi, quando posso faccio di tutto per aiutarli. Soprattutto in questi tempi duri di crisi, nei quali per i giovani è troppo difficile affermarsi e conquistare la loro indipendenza. Tanto che a maggio 2009 sono andato ad Amburgo, al "Sexy Heaven", situato nel famoso quartiere a luci rosse di St. Pauli, per aiutare la 19enne Carolyn Berger, meglio conosciuta come Sexy Cora, nel suo intento di battere un record. Per lei, le sue ambizioni e la sua voglia di affermarsi nel mondo dei grandi, ho preso un aereo e sono volato nella città dove sono stati inventati gli Amburgher (vabbè, 'sta cazzata potevo evitarla!). Prima di accedere alla fila dei volontari, bidé di rito e via ad aiutare una amica. Tutto stava procedendo bene al "Glory Hole" ma, purtroppo, dopo 50 minuti e al 75esimo "volontario" Cora ha dovuto desistere per un forte affaticamento che le ha procurato dolorosi mal di testa fino a farla svenire. Il record così è rimasto imbattuto. Io ho provato a rianimarla (non solo perché era arrivato il mio turno al "Glory Hole") ma, quando ho visto che avrei dovuto ricorrere alla respirazione bocca a bocca, ho lasciato perdere. Una volta ripresasi, Cora era molto giù di morale. Si era allenata molto negli ultimi mesi, tanto che il buon umore degli uomini di Amburgo era a livelli altissimi, ma al momento della verità, la nostra ha fallito. Non preoccuparti Cora. Hai tutto il nostro appoggio morale (e non solo), il futuro è tuo, hai solo 19 anni. Siamo tutti fiduciosi che a breve quel record sarà tuo e che, una volta fatta la bocca al successo, lo migliorerai sempre più. Per quanto riguarda i "volontari" non credo farai fatica a trovarli. Che dire ancora? Non ti arrendere, batti quel record. Rendi tuo padre orgoglioso di te!

Non so se sono io ad attraversare il tempo

Non so se sono io ad attraversare il tempo
O se sia il tempo a passare in me
So solo che spesso ho il timore di sprecarlo
Vorrei strapparlo da tutti i quadranti
E potermi fermare e dedicarmi a me
Senza la sensazione di sprecarlo
Scrivo per cercare di conoscermi meglio
Quando domani rileggerò
Perché spesso la vita
Mi prende d'improvviso
E non sempre riesco a capirla
Ho guardato il mare oggi
Ed ho visto il tempo rivelarsi
Nel ritmo delle onde
E i miei piedi immersi nell'acqua
Per qualche breve istante ne hanno raccolto l'essenza
Morirò domani
Poco male
Vivrò ancora
Non importa
Proverò ad inventare
Una vita diversa tutti i giorni
Sto cercando la mia felicità
Quella che sia solo mia
Il difficile è che non conosco la mia felicità
Non so la strada per essere felice
A volte lo sono con poco
Altre volte quel poco non basta
E in quei momenti mi sdraio per terra
Guardando il soffitto
In attesa che il tempo curi le ferite
Non voglio morire nel mio letto
Non voglio morire a casa mia
Dovrà succedere in un posto lontanissimo
Non c'è un vero motivo
Vorrei solo fosse così
Morire nel tentativo di arrivare
Morire durante il viaggio
Per far sì che la prossima vita
Se mai c'è
Non mi trovi appagato
Ma ancora capace di aspirare
A qualcosa
Mi ritrovo a leggere poesie lette e rilette
Ed ogni volta riesco a raccogliere
Una scintilla nuova
Ormai sono sempre meno le cose
Che custodiscono importanza
E l'aspetto più grave
E' che non mi importa nulla
Domani volerò via
Spiegherò le ali al vento
Verso il destino che sempre ci aspetta
Sulla strada che abbiamo preso per evitarlo
E ci guarderemo negli occhi
Nella speranza di carpire
Quel che tiene in serbo per me
E lo ucciderò
Con dolcezza
Ma lo ucciderò
E tutto crollerà intorno a me
Destrutturandosi aprendosi a nuove forme
A nuovi colori a nuove ipotesi
E la morte del mio destino
Indubbiamente
Ucciderà il destino di tanti altri
Che allora saranno finalmente liberi
Di decidere di loro stessi
Ed io potrò fermarmi e contemplare il nulla
Senza più il timore di sprecare qualcosa.

lunedì 25 maggio 2009

E' che non lo so

E' che non lo so come gira il mondo
Mi ci sono trovato dentro
A questa giostra che gira e divora
Così succede che mi guardo dietro
E non vedo altro che bottiglie vuote
Che non ho nemmeno bevuto io
Sono sempre stato lontano
Da ciò che sono veramente
E tutti i sorrisi che ho regalato
Sono figli delle lacrime
Che ho ricacciato in gola a calci
Mi perdo a guardare la luna

Spesso mi perdo a guardarla
E mi aggredisce quel senso di vuoto
Che gli altri nemmeno sfiora
Mi mangia la faccia
I desideri
E mi veste di abiti cattivi
Ed ora sei dall'altra parte
Del mondo del cielo
Dall'altra parte di tutto
Ed io sono solo qui
Ad aspettare il momento
Nel quale non dovrò più aspettare nulla
E scivolo tra libri fotografie film
Per cercare di sfuggire alla realtà
Io ho provato a cambiare il mondo
Solo perché ci credevi tu
Ed ora sono qui
Senza più unguenti per le mie ferite
Senza più notti da dormire per i miei sogni
Senza più nemici per le mie armi
Ho solo un portagioie
Con ancora qualche sorriso da donare
Poi null'altro che silenzio
Silenzio e null'altro
Mi rado e mi pettino bene ogni tanto
E prima di uscire mi guardo allo specchio
Non è vanità
E' solo che nessuno mi noterà
Una volta fuori
Passerò vicino a tanti che mi saluteranno
E non immaginano quanto è loro vicino l'inferno
Così quando posso parto e me ne vado
Per poter perdonare l'indifferenza
E mi innamoro di luoghi nuovi
Sempre diversi
Della sabbia del deserto che ti rimane addosso
Del vento sensuale dell'oceano atlantico
Delle luci costiere che tranquillizzano nella notte
Dei profumi intensi delle città orientali
E mi innamoro sperando
Che qualcosa mi attragga furiosamente
Strappandomi a questa morte quotidiana
Io ogni sera taglio le vene con una lama affilata
Ma come se niente fosse il giorno dopo eccomi qui
Vivo e vegeto
Vegeto in questa vita
Guardo le persone e mi costa fatica apprezzarle
E poi torno dai miei viaggi
Con nuove fotografie che mi annoia mostrare
Nuovi libri che mai troverò il tempo di leggere
E quattro mura velocemente salgono intorno a me
Imprigionandomi
Per un po' mi sento al sicuro
Poi l'aria diventa stantìa irrespirabile
E devo fuggire ancora
Dalla noia dalla normalità dalla mediocrità
Però è solo questione di tempo
Sono solo un po' più lente di me
Ma riescono sempre a raggiungermi
Ed io devo rimettermi in viaggio
Per sconfiggere il tempo
Per addomesticare gli spazi
Forse solo per trovare qualcuno
Che finalmente riesca a dare
Un senso ai miei sorrisi.

All'osteria n°1

Dietro il banco non c'è nessuno
poroponziponzipo
il buon Braulio é nel bicchiere alzi la mano chi lo vuol bere
daghe da bé biondina, daghe da bé bionda!

domenica 24 maggio 2009

Emoesperimento di scrittura

L'altra sera stavo parlando con il cantante degli Smashing Pumpinks che sta facendo un stage dal pizzicagnolo sotto casa mia. Si parlava del più e del meno, sui nuovi fantamirabolanti traguardi della musica gggiovane. Ogni tanto mi distraevo per via del mio ciuffo emo che mi cadeva sull'occhio sinistro. Ciuffo che a furia di cadere, a quest'occhio ha provocato una congiuntivite. Lui prima di lanciarsi nella musica era un discreto ottico praticante ma non credente. Due impacchi di olio e menta al giorno e tutto sarebbe andato a posto mi assicura. Ho provato il suo consiglio e, nonostante mi sia molto simpatico, credo abbia fatto bene a lanciarsi nella musica. Ora è un bravissimo pizzicagnolo apprendista. Nel negozio dove lavora posso comprare un salame felino ottimo e lui lo taglia finissimo proprio come piace a me. Quasi dello spessore di un cd. Facciamo grandi discorsi sulla qualità e lo spessore, lui dice che la musica deve essere come il salame felino sottile ma concreta e saporita, poi si sfoga contro noi giovani emo che scarichiamo tutto da internet e siamo, a suo dire, inconsistenti come gli mp3 che tanto amiamo. E scagliandomi una fetta di taleggio che mi colpisce in piena fronte rovinando il mio ieratico ciuffo emo aggiunge che siamo una generazione veloce e rapida ma che, in quanto tale conserva il pregio, se Dio vorrà, di estinguersi in maniera altrettanto rapida e veloce. Prendo il mio nuovo cellulare Emo-phone di 4a generazione (le prime tre sono state saltate perchè buggate) e video chiamo la mia “gorlchelovvotanto” per sistemare il mio ciuffo emo. Duda, così si chiama la mia “gorlchelovvotanto”, appena mi vede con il mio ciuffo emo diventato bianco di taleggio mi video urla Gigiu, sei troppo stiloso!! che hai fatto al tuo ciuffo? Decido, allora, ti tenerlo così.

Nessun ragazzo Emo è stato maltrattato durante la scrittura di questo post. Però la sera prima...


venerdì 22 maggio 2009

Un bellissimo pensiero d'amore

(Sento la risata di Julia: "Non sarai mai padrone di niente, Benjamin Malaussène, nemmeno delle tue collere." Poi, un po' più avanti nella notte: "Anch'io ti voglio. Come porta-aerei, Benjamin. Vuoi essere la mia porta-aerei? Verrò a posarmi di tanto in tanto, per rifare il pieno di sensazioni." Posati bellezza, e vola via quando vuoi, io da questo momento navigo nelle tue acque.)

Il paradiso degli orchi, Daniel Pennac, 1985

mercoledì 20 maggio 2009

Aprire link ed2k con firefox (per utenti linux)

Ecco la soluzione ad un problema di tanti. Prima di tutto assicuratevi di aver installato il paccehtto amule-utils, che contiene il programma “ed2k”. Qui di seguito i veloci passaggi per configurare firefox per far si che apra automaticamente i link ed2k di aMule. Aprite il browser e nella barra indirizzi scrivete: about:config e date invio.

Da qui in poi fate attenzione a scrivere tutto bene.

Cliccate con il destro e scegliete Nuovo->Booleano. Inserite network.protocol-handler.external.ed2k e valore True.

Cliccate ancora con il destro ma ora scegliete Nuovo->stringa. Il nome del parametro sarà network.protocol-handler.app.ed2k e valore /usr/bin/ed2k. Quest’ultimo rappresenta il programma che gestisce i link ed2k, in base alla vostra distribuzione/installazione potrebbe trovarsi in path differenti.

Così dovrebbe funzionare. Fatemi sapere.

Un inizio strepitoso

Una sera me ne stavo a sedere sul letto della mia stanza d'albergo, a Bunker Hill, nel cuore di Los Angeles. Era un momento importante della mia vita; dovevo prendere una decisione nei confronti dell'albergo. O pagavo o me ne andavo: così diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato sotto la porta. Era un bel problema, degno della massima attenzione. Lo risolsi spegnendo la luce e andandomene a letto.

Chiedi alla polvere, John Fante, 1939

Reciproche smancerie


Berlusconi dice ad Alfano: "Io ti stimo".
Alfano dice a Berlusconi: "Io ti lodo".
O forse è il contrario?
Chissà...

La stella e l'albero


C'era una stella splendente e bella
appesa ad un filo nel cielo blu
sotto di lei un albero verde
stava da sempre con il naso all'insù.

Quell'albero strano come una mano
sembrava volesse arrivare da lei
e nella notte lui sussurava
"stella stellina dimmi chi sei".

La stella sola nella notte viola
volse il musino verso di lui:
"Sono la stella che ti ama tanto
e che illuminerà i tuoi rami bui".

All'albero strano a forma di mano
spuntò un sorriso sul tronco marrone
e piano piano su ogni ramo
spuntarono fiori di ogni colore.

La stella capì che era giunto il momento
e senza esitare trattenne il fiato
il piccolo filo più non la resse
e cadde dal cielo in un volo fatato.

L'albero strano con il cuore in gola
guardò la stella cadere dal blu
allungando un suo ramo come una mano
la prese al volo per non lasciarla più.

Sembra proprio un bruttissimo film

Hillary Flammond: Nick, scusa, voglio spiegarti...
Nick Rivers: Non c'è niente da spiegare.
Hillary: Io volevo dirti che quella storia...
Nick: Senti, non sono il primo che si innamora di una ragazza conosciuta in un ristorante che poi è la figlia di uno scienziato rapito e la deve lasciare al suo primo amore che lei vide per l'ultima volta su un'isola deserta e che 15 anni dopo risulta essere il capo della resistenza francese, non sono il primo.
Hillary: Sì, lo so, Nick... sembra proprio un bruttissimo film.
[Si girano verso la telecamera]
Nick: Lascia perdere.

Tratto da Top Secret, 1984

Quando la realtà supera la fantasia: Jackhammer As Dildo

Top Secret è un film demenziale del 1984. Protagonista è Val Kilmer che interpreta il cantante di surf/rock Nick Rivers che viene (per errore) invitato ad un festival musicale nella Germania Est in piena guerra fredda. Qui conosce una ragazza il cui padre è stato rapito dal regime per fargli produrre una super-arma e il cantante viene coinvolto in una serie sempre più iperbolica di situazioni comiche, tra canzoni e sparatorie, inseguimenti e baci bollenti. E' un film divertentissimo, demenziale ma con spunti intelligenti. Perché ne parlo? Per una semplice ragione. Nel film in questione c'è una scena ambientata in una cella dove compare un oggetto dal nome Anal Intruder, in italiano tradotto come Percussore anale. E allora direte voi? Giusto, rispondo io. Nel film la fantasia degli autori sembrava essersi spinta ben oltre i limiti della realtà. Leggendo un articolo oggi, però, il vecchio adagio "la realtà supera la fantasia" assume una nuova valenza. Una donna di Arndale di 49 anni, nel tentativo di sperimentare qualcosa di nuovo ha sostituito l'Anal Intruder con un Jackhammer. Ah, per chi non sapesse Jackhammer in italiano lo possiamo tradurre come martello pneumatico.

Immagine tratta dal Krazy Kamasutra di Roberto Mangosi.

martedì 19 maggio 2009

Berlusconi e le dieci domande: ricchi premi e cotillons!!

A scanso di equivoci lo dico subito: "Sì, lo ammetto sono invidioso di Berlusconi è ricco ha successo e quando dice balle non lo beccano mai!". Ora che l'ho ammesso non si può più ricorrere a questa accusa per eludere le domande. Mi ritrovo a scrivere un articolo nel mio piccolo spazio online sul nostro Silvietto. Devo confessare che mi girano le balle, vorticosamente, uh come girano le mie balle. Girano perché lo stipendio degli italiani è tra i più bassi d'europa e i miei amici Adamo, Fabio, Christian, Andrea e altri sono in cassa integrazione. Ovviamente, non pretendo che giornali, radio e tv si occupino di Adamo, Fabio, Christian e Andrea. Molto meglio intasare tubi catodici e onde radio, sprecare carta e foresta amazzonica per parlare del divorzio di Silvio e dei suoi rapporti con la nipotina, figlioletta, amichetta (fate voi) Noemi. In un mondo normale la fine del rapporto matrimoniale di due persone dovrebbe essere questione personale dei diretti interessati. Non è così, in questo caso. Non può essere così visto quello che è saltato fuori. Se un Premier politico che mi rappresenta per il mondo diviene oggetto di accuse di questo tipo ha il dovere di fare chiarezza. Dovere che deve prima di tutto a se stesso e poi alle persone che rappresenta. I più precisi mi diranno che lo ha fatto andando da a Porta a porta. Mmmmh, direi di no. A me, che sono l'ultimo degli scemi, quello è sembrato un comizio senza contraddittorio, nel quale, oltre a non dare risposte a domande importanti, il nostro beneamato ha pure accusato la sinistra di aver manipolato la moglie nel tentativo di screditare la persona del Premier. A parte che mi viene da ridere per tre motivi principali:
  1. la sinistra attuale non è capace di organizzare se stessa, figuriamoci se è in grado di architettare un piano di questa grandezza, manipolando giornali e televisioni, per screditare Berlusconi;
  2. ammettendo che la sinistra fosse in grado di fare quanto al punto 1... Berlusconi sarebbe sparito da un pezzo;
  3. per concludere, dicendo una cosa del genere dimostra di avere una stima pressochè pari allo zero nelle capacità intellettive della moglie.
Lasciando la fantapolitica ai romanzieri capaci, torniamo ai nostri miseri problemi. L'apparizione di Berlusconi a Porta a porta, secondo me, è stata la classica montagna che partorisce il topolino. Tanto rumore per nulla per citare il buon William. Un'apparizione inutile servita solo al Premier per ribadire che sono tutti invidiosi, che numeri alla mano la fiducia degli Italiani in lui è altissima, ecc... ecc... I dubbi rimangono. A me e a tantissimi altri ed è grave che un Premier permetta che simili dubbi restino senza essere chiariti. E la cosa ancora più grave è sapere che, per chiarire questi dubbi, basta rispondere alle domande fatte da Repubblica, alle quali Berlusconi si è rifiutato di rispondere:
  1. Signor presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia?
  2. Nel corso di questa amicizia, quante volte vi siete incontrari e dove?
  3. Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia, il padre di Noemi?
  4. erché ha discusso delle candidature europee con Letizia, che non è neanche iscritto al Pdl?
  5. Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
  6. Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove?
  7. Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?
  8. E' vero che lei ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo e in politica?
  9. Veronica Lario ha detto che lei "frequenta minorenni". Ce ne sono altre che incontra o "alleva"?
  10. Sua moglie dice che lei "non sta bene" e che andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?
Domande che considero lecite, anzi, doverose perchè Berlusconi é un uomo pubblico e, purtroppo per lui (ahime, anche per noi), deve rendere conto alle persone che vogliono sapere. Rifiutando una riposta a queste domande Berlusconi ha perso l'occasione di fugare ogni dubbio. Sarebbe ancora accettabile il fatto che si sia rinchiuso nel silenzio. Invece no, ha attaccato il giornale in questione dimenticando che la critica giornalistica è un aspetto fondamentale della libertà di stampa, della democrazia. Confondendo la linea editoriale con il volere del proprietario del giornale, cosa che dovrebbe fare pensare e non poco!! Attacco tanto grave da essere ripreso dal Times (mi rendo conto che la fonte è inattendibile in quanto in mano alla sinistra del punto 1) che accusa Berlusconi di intimidire il dissenso. Che poi sia la stampa estera a doversi indignare di questo fatto mi fa un po' specie. Dovrebbero essere i giornali italiani a difendere il proprio diritto di critica. Di altro non mi interessa parlare, per il momento, anche se ci sarebbe molto da dire. Spero solo che le 10 domande alla fine ottengano risposte soddisfacenti. Sarebbe anche utile una presa di posizione del Presidente della Repubblica che porti un minimo di chiarezza e senno in un panorama politico, per me, al completo sbando. Ottenute le 10 risposte i giornali, le tv e le radio potrebbero occuparsi di altro. Magari dei miei amici Adamo, Fabio, Christian, Andrea che devono pagare il mutuo da disoccupati o degli altri che hanno stipendi troppo bassi... perché l'ottimismo sarà anche il sale della vita ma da solo non basta.


lunedì 18 maggio 2009

Errata Corrige

In riferimento ad un mio post precedente ci tengo a fare una doverosa precisazione. Nella notte passata sono stato avvicinato da una affiliata della nota gang trattata nell'articolo che ha minacciato di sfregiarmi con un rasoio elettrico. Rivendicazione di tale atto è un errore nel riportare il nome della sua gang di appartenenza. Sono dunque le FukeFike e non le Fuche Fiche. Ora che ho corretto il nome ti prego libera la mia tartaruga volante.

sabato 16 maggio 2009

La confessione di 3 pallavoliste anonime

Da sempre lo sport è un mezzo per apprendere valori sociali importanti quali spirito di squadra, collaborazione, disciplina, dedizione al sacrificio e capacità d'organizzazione. E tutto questo è doppiamente vero se riferito ad un caso successo in Lombardia, più precisamente a Monza. Forse, in questa occasione, i valori trasmessi dallo sport non sono stati utilizzati come sperava De Coubertin ma vediamo, cercando di capire, cosa è successo. Le forze dell'ordine dopo mesi e mesi di indagini sono riuscite ad individuare e, in seguito, arrestare una banda di ragazze che terrorizzava il territorio. Le ragazze in questione erano già conosciute in questura come le Fuche Fiche, gang nota per l'inaudita violenza delle affiliate. Dopo il primo arresto le tre ragazze, che chiameremo con nomi fittizi di pura fantasia Federica, Francesca e Valeria sono state avviate ad un percorso di reinserimento in società. Una parte di questo progetto prevedeva la partecipazione ad uno sport di squadra e la loro scelta cadde sulla vecchia passione: la pallavolo. Dopo il primo anno, nel quale tutto sembrava andare nel migliore dei modi, i primi problemi. Nella zona limitrofa al campo di allenamento iniziano a verificarsi furti sempre più importanti e brutali. Quando gli investigatori sembrano sulla buona strada, le ladre, nel frattempo ribattezzate "Occhi di gatto" per la loro scaltrezza, decidono di svaligiare un magazzino di lampadine. La polizia si ritrova così, da un momento all'altro, a brancolare nel buio. I colpi nel monzese si susseguono con una regolarità che alla lunga diventa un boomerang per le Occhi di gatto. Obiettivi dei colpi sono gioiellerie, banche, negozi fai da te, enoteche, tabaccai, macellai e vigili del fuoco (questi ultimi più per svago che altro). Alla fine la polizia con una minuziosa indagine e, grazie alla testimonianza di un benzinaio ora sotto protezione, riesce a risalire alle colpevoli e ad arrestarle anche per una prova inconfutabile trovata sul luogo del reato: una ginocchiera. Durante l'interrogatorio emergono tutti i particolari. Le ragazze attuavano tutti i colpi durante la fase di riscaldamento dell'allenamento di pallavolo. Quando la squadra usciva per correre i 15 consueti km, le ragazze fingevano di attardarsi e, una volta distaccatesi dal gruppo, iniziava l'azione illegale. Compiuto il furto e nascosta la refurtiva, le ladre raggiungevano la squadra continuando l'allenamento e garantendosi un alibi che per molto tempo le ha tenute nascoste all'occhi vigile della giustizia. Durante il processo attimi di tensione durante le deposizioni delle vittime. Indicativa della brutalità delle Occhi di gatto la testimonianza del fratello di un ragazzina presa di mira dalla banda. L'adolescente già di per sé complessata, in seguito alle numerose vessazione e angherie, ha finito per chiudersi in se stessa, perse le chiavi è morta soffocata. Ora che le Occhi di gatto sono state arrestate, con il processo in corso rischiano un minimo di 30 anni di reclusione, le nostre strade sono più sicure. Almeno fino alla loro prossima evasione...

mercoledì 13 maggio 2009

Il giorno prima

Troppo spesso si dimentica il giorno prima. Nessuno ricorda il giorno prima di essere felici. La felicità ti esplode in faccia come un'anguria kamikaze e, con un colpo di spugna, cancella dalla memoria il giorno prima di essere felici. Ed è un peccato! Eh, sì è proprio un peccato perchè dimenticare il giorno prima fa perdere moltissimo al giorno della felicità. E' fondamentale conservare la sensazione di vuoto, di mancanza. Dimenticare di solito vuol dire dover rivivere ciò che si è dimenticato. A volte, poi, si rivive comunque quel senso di vuoto ma, l'averlo ricordato ci aiuta ad affrontarlo meglio. Bisogna sforzarsi di ricordare i giorni prima. Il giorno prima di essere felici è un giorno importante, perché mancava una cosa che è fondamentale: la felicità. Io ho imparato a ricordarli i giorni prima, tutti. Per questo ora riesco a sentire tutti i sapori, tutti i suoni della felicità. Il giorno prima, in alcuni casi, è anche meglio del giorno stesso. Perchè siamo corde di violino, vele tese su rotte sconosciute e, per questo, straordinarie. Siamo corpi strabordanti di speranza, buoni propositi, sogni, paure. Siamo vivi. Dimenticare il giorno prima è sconveniente perchè toglie un po' di felicità alla felicità. Spesso il giorno prima della felicità, è un altro giorno di felicità. Troppo spesso però non ce ne accorgiamo. Ogni giorno, dunque, è felicità? Non lo so. Lo spero.

Profumo di idraulico


Forse non tutti capiranno il senso di questo post, in effetti, anche a me alcuni passaggi sono oscuri. Non che la cosa mi preoccupi. Però una notizia delle ultime ora mi ha colpito nel profondo e, siccome, sono un ragazzo sensibile ho scritto una canzone...

Sento qualcosa alla pancia e la nausea che avanza che cosa sarà
Ieri ho esagerato alla festa mi scoppia la testa chissà che sarà
Mi faccio un Braulio Riserva più tardi poi scendo e vengo da te
Dopo preparo un Mojito con quello che c’è

Forse tutto questo è inaudito ed un segreto deve restare per te
Ecco è arrivato l'idraulico bussa alla porta ed è già dentro di me
Sento l'idraulico entrare e spingere ancora e ancora di più,
mentre il mio povero Giggi non ce la fa più!!!

RIT: mi sta sbattendo in ogni dove e Giggi non lo deve sapere
è un idraulicone da chiamare per poi farsi sollazzare
sarà bollente come il sole, spero che somigli a me, le mie nuove bocce sono per te.

Faccio uno squillo alla mamma l'idraulico al più presto anche da lei sarà
sta già pensando al birillo, ma a quello del nonno non credo somiglierà
anche se poi non è biondo, l'idraulico più bello del mondo sarà
quando comincerà a dire ti spacco a metaaaà!!

RIT: già sento la mamma urlare con l'idraulico ansimare
e il suo modo naturale sarà una giornata speciale
la catena per legare l'idraulico sempre più

Se anche tu non vuoi sbagliare a tua mamma l'idraulico non presentare
perchè poi le avrà sempre un rubinetto da riparare
e l'idraulico poi dovrà... passare sempre da mammà
e alla fine sai che c'è non avrà più tempo tempo per te
e tu lo sai che trovare un idraulico è impossibileeee...

RIT: sbatto la testa in ogni dove un nuovo idraulico devo trovare
il rubinetto perde ma che strana situazione
ho chiesto a Giggi di ripararlo ma ci ha scritto una canzone,
"l'idraulico di sicuro è più bravo di meeee"....

martedì 12 maggio 2009

Un artista maturo


Incredibile quello che è successo al live di Marco Carta. Quando ero ggggiovane io, quando la tv era ancora in bianco e nero e bisognava alzarsi dal divano per cambiare canale, c'erano orde di ragazzine assattanate che correvano dietro i Beatles, oppure le groupies (sicuramente più divertenti). Poi sono arrivati i Duran Duran, gli Spandau Ballet fighi e lucidissimi e, anche dietro a loro, frotte di ragazzine urlanti. Sono arrivati i Take That e l'età media delle fans sempre più bassa. In seguito, per dare un minimo di equilibrio si abbassa anche l'età di chi canta e arriva Britney Spiiiiirs. Il colmo l'abbiamo raggiunto con il mitico Marco Carta che ha dovuto interrompere il suo concerto per troppa partecipazione di bambini. Concerto sospeso ma non si preoccupino i piccoli fans. L'Asilo Nido Tour 2009 partirà a breve. Povera Italia...

Foto: un particolare della serata in questione.

lunedì 11 maggio 2009

Mila e Shiro: due neuroni nella pallavolo!!


Lo sport nazionale è in crisi e come prova della situazione attuale, riporto la lettera di una pallavolista anonima. Per motivi di "praivasi" è stato cambiato il luogo di residenza e mantenuto segreto il nome.

Buongiorno,
ho trovato il vostro contatto tramite internet e vi scrivo per avere qualche informazione. Ho 26 anni, sono di Ponza (l'isola dell'arcipelago di Para, Ponzi, Ponza e Pa), fino a qualche anno fa giocavo a pallavolo, poi per diversi motivi, tra i quali il rendermi conto di essere poco portata per la disciplina in questione, ho smesso. I miei mister precedenti erano d'accordo nel definirmi abilissima nel giocare "fuori ruolo" e tutti mi dicevano sempre: "Cara .aleria (per mantenere l'anonimato ho omesso l'iniziale del nome), sei una giocatrice molto duttile ma anche molto "inuttile". Sono molto brava a rete, infatti, ero io l'addetta a montarla e smontarla, prima e dopo tutti gli incontri. Ho visto, quasi tutti, gli episodi di Mila e Shiro ed ho imparato a fare quella battuta che la palla si schiaccia e deforma, purtroppo, non riesco a farla andare oltre la rete. Mi piacerebbe riprendere a giocare e mi sto informando su quelle che sono le società presenti in zona. Non ho aspirazioni agonistiche (anche perchè ormai sono "fuori età"), tutt'altro, ma mi piacerebbe trovare una squadra, mista oppure no ma anche pure, dove poter allenarmi e giocare. Se devo descrivermi come giocatrice, direi che sono sempre stata il "punto fermo" delle squadre dove ho giocato, nonché l'arma psicologica, quando gli avversari mi vedono pensano subito "quella pennellona ci creerà un sacco di problemi". Sono alta 1.84 da ferma ma quando schiaccio sono 1.48. Ho un'elevazione molto spiccata, elevazione nel senso di ascesi. Infatti, molto spesso, in campo mi assento per cercare risposte a domande fondamentali: "Chi sono? Dove vado? Perchè penso? E soprattutto perché non salto quando schiaccio?". Come ho già detto, non ho aspirazioni agonistiche e sono disposta a giocare in qualsiasi ruolo. Come alzatrice, schiacciatrice, ricevitrice, portaborse, panchinara, a limite, panchina. Dal vostro sito ho visto che fate questo tipo di attività e mi piacerebbe saperne un po' di più. Vi ringrazio in anticipo se vorrete darmi qualche "dritta" a riguardo, oppure se sapete consigliarmi quanche altro indirizzo che faccia al caso mio. Nel caso non fosse possibile giocare a pallavolo, mi piacerebbe imparare a fare lavoretti in cuoio o a ricamare. Grazie!! .aleria"

venerdì 8 maggio 2009

Posti riservati

Volevo scrivere un post sulla proposta di legge del deputato Matteo Salvini. Non ci riesco, mi viene da piangere. Cosa aggiungere a quello già detto e proposto? A questo punto proporrei una metropolitana con posti a sedere per i milanesi e carri bestiame per tutti gli altri. Detta così almeno farebbe ridere e non incazzare. Vabbè... vado a vedere Studio Sport.

giovedì 7 maggio 2009

Ci hanno lasciato soli

Riporto un post dell'amico Gil.

E senza illusioni. E' chiaro che soldi per ricostruire l'Abruzzo non ci sono. E' stato chiaro fin da quando c'è stato il balletto sul magnitudo della prima scossa,per chi non lo sapesse se è di forza maggiore a 6lo stato DEVE pagare TUTTI i danni. Invece quella che per il mondo è stata una scossa di almeno 6.2 per 'noi' è di 5.8 per chi volesse saperne di più qui c'è un link interessante. Poi c'è stato il decreto sugli aiuti alla ricostruzione ribattezzato chissà perchè 'Abracadabra'. Nessuno vedrà i 150.000€ promessi, ma solo 50.000, un terzo gli verrà scalato dalle tasse nei prossimi 22 anni (si avete letto bene 22 anni di dichiarazione dei redditi) e la parte restante l'avrà con un mutuo agevolato se riuscirà a dimostrare d'essere solvibile. Senza dimenticare che tutta questa grazia verrà erogata nei prossimi 14 anni. Voglio finire questo sfogo con quello che non vi fanno sapere.In questi giorni nei vari tg s'è visto di tutto,dai matrimoni negli hotel ai più improbabili esperti in tuttologia. Per chi vuol sapere qualcosa di politicamente scorretto altri due link interessanti link1 e link2. Per chi ha la forza d'animo 'giusta' sul primo c'è la verità sul campo di Arischia che è quello che funziona meno, sempre se si può dire che funzioni in qualche maniera. Spero solo di non avervi rovinata la digestione.

Difficile dire cosa provo

E' difficile dire cosa provo. Rischierei di ripetere cose meglio dette da altri. Potrei giocare solo sulle sfumature. Difficile, impossibile spiegare. E' che lei è voglia di partire per conoscere, vedere cose nuove, lasciandola a casa per evitarle tutti gli imprevisti che portano le avventure; ma è anche, e soprattutto, la voglia di tornare per raccontare quel che ho vissuto, per farle vedere il mondo attraverso i miei occhi. E' la mano che ha messo pace, non completamente ancora, nelle mie stanze, nei miei cassetti, sui miei scaffali e mensole. E' il desiderio di perdermi in lei, nel suo abbraccio, nelle curve del suo sorriso, nella sua ombra che affianca la mia anche quando non c'è. E' difficile spiegare perchè, quando mi cammina a fianco tenendomi la mano, io mi sento un uomo migliore. Ha la levità delle ali del gabbiano che sfiora l'aria nel suo volo, quando le parole toccano argomenti delicati, conscia di dove e quando doversi fermare, attendere, portare pazienza. Dire cosa provo non è facile. Anche perché starmi vicino è impegnativo. Sono da sempre stato sfuggente, come onda del mare, sempre presente ma mai uguale. In lei ho trovato la spiaggia dove arrivare, spumeggiante ed esplodere fragorosamente. E' la mia spiaggia da accarezzare, uguale e sempre differente. Io arrivo, ogni volta, come onda diversa e mi accoglie, con le sue piccole pietre, disposte sempre in modo diverso. E ci abbracciamo, ci accarezziamo. Abbiamo sempre parole nuove, le sue sono quelle che gli amanti le incidono sul corpo, le mie sono quelle che riesco a leggere nelle sue cicatrici. Ecco cosa provo. Questo vortice di immagini insensato, toccante, confusionario, forse, sciocco ma sò che lei mi capirà.

Facile parlarne ora, direte voi...

quando abbiamo ancora nelle orecchie il commentatore (ormai mitico) che grida "Attenzione!! Due contro... zero!!". Facile parlarne ora dopo un doppio derby vinto, dopo una stagione strepitosa piena di soddisfazioni. Non mi interessa stare qui e dire sono a -19, sono spariti tutti. Chi se ne frega?! A dire il vero non avrei mai pensato di scrivere qualcosa sul Genoa in un blog, mai avrei pensato di avere un blog. Eccomi qui. Facile parlarne ora? Affatto, difficilissimo. Il derby vinto è solo lo spunto. Ero di ritorno da un weekend con amici. Il programma prevedeva rientro a casa e partita in compagnia di ragazza e fidato amico rossoblù. La giornata inizia in maniera fantastica. Poi si scende per colazione. Dopo pranzo si parte. Ma il traffico fa saltare tutti i piani. Finisco in un pub a Monza, come uno scappato di casa, da solo contro tutti. Eh, sì. Perchè il Genoano che si ferma in mezzo alla Brianza a guardare il derby è così fortunato da incontrare tre sampdoriani. Eccomi di fronte alla tv con la mia ragazza vicina (per lei è il primo derby). Capisce subito che sono in trance. Stai bene? mi chiede. Era preoccupata per le mani ghiacciate e il cuore a mille. Vaglielo a spiegare. Amore, so che è una cosa stupida... ma quando gioca il Genoa, specie il derby, mi agito. Nonostante questo mi ama lo stesso. Sappiamo tutti come va a finire. 3-1, tripletta di Milito. Io felice come un bambino e la mia ragazza felice perchè sono felice. Ma c'è un filo di tristezza. Perchè i miei pensieri scivolano tra l'euforia del momento e tanti ricordi passati. Il Genoa è questo. Il cuore vola a chi non c'è più. Agli amici con i quali ho visto il Genoa sprofondare in B, poi in C. A quelli con i quali ho condiviso gioie (poche) e delusioni (troppe). A quelli che dopo aver passato le pene dell'inferno, non sono qui per godersi le gioie del paradiso. Il Genoa è questo. Molti altri tifosi legano i propri ricordi alla coppa vinta, allo scudetto vinto. Noi Genoani ricorderemo senza dubbio questa stagione. Le vittorie nei due derby. Milito e Palladino in "due contro...zero!" correre verso Castellazzi. Milito che fa "tre" con la manina sotto la sud. Ma questi ricordi saranno vicini a quelli dello spareggio di Firenze o della delusione di Ravenna. E' più forte di noi. Perché, alla fine, il Genoa è quello che resta di mille volti, di mille piedi che hanno fatto goal (di norma gli avversari), di mille piedi che hanno sbagliato il controllo di palla (regolarmente i nostri giocatori), ovvero, i ricordi dei tifosi. Le emozioni legate a quella partita di 30 anni fa, contro una squadra dal nome improbabile. Partita del quale ricordiamo tutto, marcatori, condizioni climatiche, ammonizioni. Partita che non ricordiamo per l'aspetto sportivo ma per chi era con noi. I nonni, i padri, gli amici con i quali ci si è abbracciati al goal segnato, con i quali si è mugugnato per il goal preso. Gli stessi amici che sono andati via da Genova, a lavorare altrove, gli amici che si è finito per perdere di vista. Quelli che, quando ti chiamano, non ti chiedono mai come stai. Perché, se ti chiamano entro giovedì, sanno che se il Genoa la domenica prima ha vinto stai bene, altrimenti no; e se ti chiamano dopo giovedì sanno che sei già in tensione per la partita che sta per arrivare. Gli stessi amici con i quali giocavi ai giardinetti, quelli che davanti alla porta gridavano Pruzzo, Pruzzo goalllll!!!!!!!!!! Gli amici che ora sono padri di bambini che al posto di Pruzzo, gridano Milito. Non è importante. I giocatori vanno e vengono, l'importante è chi resta, quel che resta. I colori rossoblù delle maglie, il verde smeraldo del prato. Una favola con 11 principi che corrono dietro ad un sogno a forma di pallone.



Ringrazio Zenarossoblu per il video.

mercoledì 6 maggio 2009

Chi fa la spia non è figlio di Maria...

Leggo molto anche se spesso non capisco ciò che leggo. Vivendo in Italia questa cosa non mi preoccupa più di tanto visto che, molto di frequente, lo scritto è senza senso. Ho letto però una cosa che ho capito e sono molto preoccupato. I nostri savi in parlamento vorrebbero che i senza permesso venissero denunciati dai medici, o dai presidi qualora genitori clandestini li iscrivessero a scuola. A parte il fatto che la proposta la considero abbastanza idiota, e considerato i cervelli da Nobel che chiamiamo onorevoli, non mi sorprende affatto; per vari motivi. Tutto sommato, facendo un ragionamento privo di umanità, se un clandestino malato sapendo che rischia di essere denunciato non si presenta in ospedale... vabbè, se muore di cacarella, alla fine, sono solo cazzi suoi. Però, perchè c'è un però, se il povero clandestino fosse portatore di una malattia contagiosa? Una bella febbre suina, magari? Ma sì, ma chi se ne frega. Passi l'idiozia della idea in sè, passi la totale mancanza di umanità, ma qui c'è anche grande ignoranza sui principi di... come si chiama... quella cosa là? Ah, si la Costituzione!!


Art. 32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Non male, eh? Quelli che l'hanno scritta non erano poi così idioti, a differenza di quelli che... vabbè. Comunque, se proprio vogliamo essere disumani freghiamocene del diritto dell'individuo; basta con tutti questi negri, zingari... li vogliamo solo se fanno goal... in quel caso possiamo anche falsificare i passaporti. Dicevamo, se proprio dobbiamo sorvolare sul diritto dell'individuo, diamo un occhio a quello della collettività.

Un'altra cosa divertente è la figura dei presidi spia. Ce lo vedo il mio ex-preside in versione 007, con smoking e Aston Martin. Meno male che i presidi hanno dimostrato molto più cervello e umanità di chi ci rappresenta.

Art. 34.
La scuola è aperta a tutti.

Anche qui ricorre in aiuto quel vetusto e superato documento. La cosa che mi perplime è che gli stessi che sbraitano, perchè i clandestini non rispettano i nostri usi e costumi (soprattutto di tinta verde), vietino agli stessi clandestini di usufruire dell'unico modo per integrarsi.

Una cosa però mi sfugge. Come mai nessuno propone una legge severa contro chi sfrutta i clandestini? Qualche anno fa ho conosciuto Adrian, ragazzo albanese di 17 anni, scappato dalla sua terra da solo. Arrivato in Italia è finito a fare il muratore, in nero, a 10.000 lire al giorno. Dormiva in una capannetta di legno e cartone, poco lontano dal cantiere. Lavorava per una grande impresa edile, di un signore tanto stimanto e tanto ben voluto. Il classico self made man brianzolo. Adrian era il classico delinquente che non aveva studiato e proprio per questo era stupido. Tanto stupido che quando gli proposero di spacciare e fare soldi in fretta, pensò a quello che gli aveva insegnato il padre. Le cose bisogna guadagnarsele con il sudore ed in maniera onesta, soprattutto, in maniera onesta. Dopo otto mesi di duro lavoro, con una quotidianità al limite della decenza, Adrian cadde da un ponteggio. Grazie al cielo solo qualche metro di volo. Atterò su dei laminati e si provocò diverse ferite profonde al braccio destro. Braccio che purtroppo gli venne amputato. Non so che fine abbia fatto Adrian. Ricordo solo i suoi occhi verdissimi, che aveva imparato l'italiano ascoltando alla radio i pezzi di Ligabue e Vasco Rossi, che poi suonava alla chitarra. Una chitarra sgangherata che gli aveva regalato un muratore suo collega. Peccato, per Adrian. Peccato per la sua chitarra sgangherata. Sgangherata e ora anche muta. Cosa c'è di più triste di una chitarra muta? Forse un ragazzo albanese di 17 anni che lavorando in nero perde un braccio? Peccato Adrian... con il senno di poi era meglio che ti mettessi a spacciare. Soldi facili, soldi veloci. 'fanculo ai valori morali e ai principi etici.