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lunedì 30 aprile 2012

The Help: le stupide contraddizioni dell'america bianca.

Ieri sera, un film che consideravo un tappabuchi si è rivelato una piacevolissima sopresa. Un cast a me sconosciuto, ad eccezione di Sissy Spacek, ma di grande talento. The Help è la storia di un libro. Un libro che prima di diventare tale è fatto di storie in una ipocrita e razzista america a cavallo degli anni 50 e 60.

The Help racconta di una ragazza bianca, emancipata in una paese dove la donna più che casalinga (incapace) deve essere una brava giocatrice di bridge socialmente ben inserita, che decide di scrivere un libro dal punto di vista delle domestiche di colore. Il film riesce ad attraversare in maniera molto lieve (attenzione: non è sinonimo di banale!!) un argomento fastidioso e disturbante come il razzismo.

Ma non il razzismo che viviamo quotidianamente, quello dovuto all'ignoranza e che, per quanto sbagliatissimo e riprovevole, ha una sua coerenza. Quello raccontato nel film è un razzismo stupido e contraddittorio, quasi ingenuo se non fosse comunque fastidioso.

E' l'America dove ogni bianco affida la crescita dei propri figli (che dovrebbe essere il bene più caro di ogni genitore) alla tata di colore, salvo poi decidere che la stessa tata debba avere un bagno a parte, perché i negri portano brutte malattie.

Il film ci racconta le esperienze delle donne di servizio, in alcuni casi positive in tanti altri negativi. Il rischio maggiore era quello di cadere nelle pastoie di un film piagnone, dove tutti i bianchi sono stronzi e neri sfruttati. In verità un filo di retorica c'è (forse era impossibile evitarlo) ma il film resta su un ottimo equilibrio tra dramma e commedia e, senza cadere nel burrone delle lacrime facili, riesce a concludersi lasciando allo spettatore molti spunti di riflessione.

Visione assolutamente consigliata. Che ne dite?

lunedì 23 aprile 2012

Genoa: quando la protesta è una pericolosa figura di merda.

Oggi, ieri per chi legge, a Genova è successa una cosa imbarazzante. Preciso di essere un tifoso del Genoa e orgoglioso di esserlo. Abbiamo 9 scudetti vinti quando c'erano ancora i dinosauri e non ho visto mai vincere una beata fava. Non ho una bacheca ricca come Juve, Milan e Inter. Proprio per questo sono orgoglioso di tifare Genoa. Chissà se Juventini, Milanisti e Interisti avrebbero la stessa costanza e la stessa passione nel tifare una squadra che, nella sua storia, ha rimbalzato tra A, B e C. Non era questo che volevo dire, comunque.

Ieri, a mio avviso, è morto definitivamente il calcio. Già agonizzante per colpa di: passaporti falsi, fidejussioni finte, arbitri chiusi negli spogliatoi, anime uccise dalle proprie malefatte, società fallite che possono spalmare i debiti su ere geologiche, presunto doping, goal fantasma e infine giocatori che, stremati dalle rate della Ferrari, devono vendersi le partite.

Visto che non era sufficiente tutto questo, ieri siamo arrivati all'assurdo di bloccare una partita e chiedere la maglie ai giocatori. E' stato il fallimento totale di un sistema che non ha più motivo di esistere. Io ho smesso di andare allo stadio con l'introduzione della Tessera del Tifoso. Non perché abbia problemi penali, anzi. La TdT, per me, è una sonora cazzata. Chi fa casino allo stadio è ben conosciuto, inutile raccontarsi balle. Se si volesse realmente allontanarlo dallo stadio, ci sarebbero ben altri metodi e più efficaci. Il problema è che lo stadio da decenni è zona franca. Si è potuto lanciare biglie di ferro, bottiglie di vetro, tirare coltellate (usanza tanto frequente da diventare nota a Roma come puncicata). Tutte cose che se fai per strada, al mercato, in banca, a teatro finisci in galera. Per motivi a me ignoti se lo fai allo stadio ti dicono "biricchino, da oggi castigo e niente partita". Con questo approcio siamo arrivati a costringere tutti ad una fantomatica tessera che dovrebbe prevedere verifiche della Questura al fine identificare i tifosi. Il tutto con lo scopo di rendere sicuro lo stadio. I risultati sono quanto meno opinabili.

Io tifo Genoa e cazzeggiando in rete e con gli amici, ho sempre manifestato idee contro la gestione del Genoa. Senza scendere nei particolari, sono/dovrei essere a favore dei (supposti) motivi della protesta di ieri. Di fatto condanno in toto quello che è avvenuto allo stadio. 

E' stato assurdo che un gruppo di 50, 100, 500? persone abbia: potuto invadere un altro settore, bloccare una manifestazione sportiva e, cosa ancora più assurda, sia stata legittimata a parlare con il capitano della squadra fino a costringerlo a consegnare le maglie. Ora mi tocca leggere che i paladini della Genoanità, hanno fatto quello che doveva essere fatto. Io chiedo ai difensori unici e insindacabili della federossoblu: "E se si fosse fatto male qualcuno?". 
Perché nel settore invaso normalmente ci sono famiglie, genitori e/o nonni con bambini. E se si fosse fatto male qualcuno? Gli spalti di uno stadio, per chi non lo sapesse, sono una barriera architettonica. Ritrovarsi nella situazione di dover scappare, non è una cosa divertente se magari deve farlo il nonno settantenne con il nipote o il padre di famiglia con due bambini. Il fatto che nessuno si sia fatto male non è una riposta valida, perché è più un caso che in risultato di una accurata pianificazione.

Volete cacciare Preziosi? Va benissimo. Manifestate, fate quello che volete. Io vi suggerisco la protesta più efficace di tutte. Non date soldi al farabutto e restatevene a casa, andate al mare. Lasciate lo stadio a quegli imbecilli che vogliono vedere la partita e che, anche se si andrà in B, continueranno ad andare allo stadio.

La mia prima partita del Genoa, se la memoria non mi inganna, è stata un Genoa-Atalanta 0-1. In porta avevamo Tarocco. Un bradipo senza braccia e sotto sedativi probabilmente sarebbe stato più efficace. Perdemmo, come tantissime altre volte e perdere, per fortuna, fa parte del gioco.



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venerdì 20 aprile 2012

(UnPOdiESIA): L'immaginazione dal ricordo.

 
Ti immagino ancora sorridere
Ma non so più distinguere
L'immaginazione dal ricordo
E' che d'improvviso 
Dal nulla più recondito del mio profondo
Si forma il tuo viso
Come una fotografia
Masticata dal tempo
Tu di trequarti 
Con una scheggia di vento
Che traforma un ciuffo di capelli
In una cicatrice sanguigna
Che ti taglia il viso a metà
E sento il rumore del fiammifero
Grattare la striscia di cartavetrata
E dal silenzio il bagliore sonoro
Della cappocchia con la sua chioma
Nuova e fiammante
Sorridi rivolta al nulla
Finirà che piove - mi dici
Puntando la lama dei tuoi occhi nei miei
E tu non sai quali mondi 
E quante millemila possibilità
Cela il tuo sguardo
Così rimango attonito a guardarti
Le tue labbra che dolcemente
Aspirano dalla docile sigaretta
Un fumo che leggero 
Viene carpito ucciso disperso dal vento
Ed io vorrei comprendere
Anche solo per un attimo
Se sei solo ricordo o totale immaginazione
Devi saperlo tu - rispondi ad una domanda mai posta
Poi ti volti in direzione del vento
E mentre ne respiri l'essenza umida
Mi saluti
Addio
E piano piano
Ritorno ad essere ricordo
O forse immaginazione
Non lo sai
Non ne hai mai colto la differenza.