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giovedì 24 novembre 2011

La tanto vituperata semplicità del genere maschile. (Parte 1... forse)

In queste ultime settimane, con amici e colleghi, si è parlato di uomini e del loro essere semplici. Per completezza di informazione, devo dire che a trattare l'argomento erano delle donne; gli uomini, in quanto semplici, non hanno bisogno di parlarne. Ho sentito così tante discussioni che mi è sorto il bisogno di scriverci questo post che, probabilmente, avrà un seguito.

Innanzittutto dobbiamo capire il nocciolo del discorso. Le donne sostengono (a ragione) che l'uomo vive con semplicità qualsiasi aspetto della vita. Il problema è che, seguendo il discorso delle suddette e ascoltandone le ragioni, questa semplicità è sinonimo di superficialità e grettezza d'animo. Su questo dissento e rilancio: il problema è la complessità della donna non la semplicità dell'uomo.

Ascoltando tutte queste discussioni, ho preso appunti sui temi più ricorrenti, che potrei riassumere così:
  • Lunedì: lei è arrabbiata perché lui non le ha detto che la ama.
  • Martedì: lei è arrabbiata perché lui non le ha detto che la ama e non si è accorto che lei è arrabbiata da lunedì.
  • Mercoledì: lei continua ad essere arrabbiata per i motivi accumulati lunedì e martedì ed ora si sta quasi convincendo che lui non la ama più, perché se l'amasse non sarebbero in quella situazione.
  • Giovedì: lui, prima di uscire di casa, le ha sussurrato "ti amo, sei bellissima". Lei è indispettita perché di prima mattina non è affatto bellissima e quel ti amo... perché? Cosa sta nascondendo?
  • Venerdì: lei è incazzata perché è ovvio che con quel bellissima di ieri voleva prenderla in giro.
  • Sabato: lei è incazzata perché lui non si è accorto che è incazzata dal giorno prima (anche se poi è arrabbiata da lunedì).
  • Domenica: in un momento di lucidità e calma lei decide di affrontare l'argomento con lui. Proprio alle 15.00, quando iniziano le partite...
Sapendo già di cimentarmi in un compito che fallirò, provo a portare le ragioni dell'uomo. Come già scritto e ribadito, l'uomo è una creatura semplice che ha conservato in sé tutti i tratti del bambino. E' difficile che un uomo dica "ti amo": alle parole preferisce la semplicità di un gesto. Tutte le volte che ricevete un bacio o, passeggiando, lui vi prende la mano intrecciando le sue dita con le vostre; quando al cinema in un momento particolare vi girate a cercare il suo sguardo mentre lui era già lì ad attendere il vostro, ecco in tutti quei momenti lui vi ha detto "ti amo" con un gesto.

Sfatiamo una volta per tutte questo mito e diciamo la verità: se un uomo vi dice "ti amo" una volta al giorno mente e/o ha un secondo fine.

"Ti amo" sono due parole semplici ma importantissime, sono come l'abito bello e si usano solo nelle occasioni importanti. L'uomo paradossalmente le userà nel momento meno opportuno. Vi dirà "ti amo" quando sarete stressate e incasinate e probabilmente poco apprezzerete l'intenzione; vi dirà che siete bellissime mentre voi vi sentirete brutte come delle scarpe vecchie. Insomma, vi dirà queste parole nei momenti più assurdi che poi, per una mente semplice, sono i momenti del bisogno, i momenti più adatti. Che bisogno c'è di dirvi che siete bellissime se siete consapevoli di esserlo? E' piaggeria e inutile lusinga o addirittura è mancanza di autostima ma in questo caso vi serve un psicologo, non certo un compagno di vita.

Un altro aspetto che sarebbe bello sottolineare è la reazione alle parole "ti amo" ma non lo farò. Lascio uno spazio di autoriflessione.

Una ulteriore lamentela riguarda l'indifferenza dell'uomo verso gli stati d'animo delle compagne barra mogli. L'uomo, per vostra stessa ammissione, è una creatura semplice e le creature semplici quando hanno un problema cercano di risolverlo o ne parlano con qualcuno. Le creature complesse, invece, quando sono nei guai fanno di tutto per nasconderlo ma, nel contempo, si incazzano perché il loro compagno non si è accorto di nulla. Sappiate che il vostro compagno non vi chiederà mai nulla e state pur certe che ha percepito il vostro umore. Il non chiedere è rispetto per il vostro spazio d'azione, per la vostra possibilità di misurarvi con i problemi, affrontarli e risolverli, dunque crescere. Lui è lì, silenzioso ma pronto ad agire qual'ora chiederete aiuto.

Per il momento concludo... vi auguro e dedico Una vita tranquilla.

mercoledì 16 novembre 2011

16/11/2011 parte il Governo Monti...

Ho come la sensazione di essermi addormentato per anni. Le ultime parole sentite prima del grande sonno predicavano tranquillità che tanto la crisi era solo psicologica (o ontologica... non ricordo bene), c'era solo pessimismo e tutto andava bene. Come prova si portavano i ristoranti sempre pieni. Prova un po' deboluccia a mio parere. Infatti potrei ribattere che anche le mense della Caritas sono sempre piene. Dicevo di essermi addormentato e svegliato dieci anni dopo. Un paese completamente stravolto. Un governo caduto in disgrazia ma non sfiduciato, un po' come quei pantaloni sempre alla moda che però non ti entrano più, e un nuovo esecutivo che deve correre ai ripari per risanare la situazione. Evidentemente un po' di ottimismo non basta.

Pian piano mi sono risvegliato e sono rimasto sorpreso da alcune dichiarazioni. Non so chi, e detto per inciso non mi interessa, ha parlato di ingratitudine verso Berlusconi. Quei quattro inetti che lo hanno tradito avrebbero dovuto rimanergli fedeli. Da sempre si sa che, quando la barca affonda, i topi fuggono e se da una parte è stupido pretendere gratitudine dai topi, da un'altra è immorale. In quale mondo un parlamentare deve dimostrare gratitudine mantenendo in piedi un governo? Ma stiamo scherzando? Da quando in qua, gli interessi personali di uno (o più) sono prioritari rispetto a quelli della collettività? In più, mi viene da pensare che se una persona deve essere grata ad un'altra per la sua "carriera" politica è evidente che le qualità professionali personali non sono state sufficienti.

Passiamo oltre. Oggi parte il governo Monti. La sola possibilità di un governo Alfano mi ha lasciato sul water sul cagotto per giorni. Dopo un anno di proclami di tranquillità che tanto è tutto ok, sono stati nominati i ministri del nuovo governo tecnico. Governo tecnico... ma che cazzo vuol dire? Governo composto da personalità con competenze ma dalla sbiadita connotazione politica. Praticamente gente che ha poco a che fare con la politica ma che sa cosa bisogna fare. Una specie di Wolf che risolve i problemi. Allora, tutti i cazzari che manteniamo in parlamento, quelli che intervistati dalle Iene non sanno che cosa sia lo spread e la consob... a cosa servono? E' un po' come si io, portassi la macchina che mi da problemi da un fioraio per mesi, per poi correre dal meccanico competente quando il motore puzza di bruciato. Un governo tecnico non è la chiara ammissione di inutilità della uomo politico? Io in parlamento voglio gente che sappia cosa fare, poi a Porta a Porta mi vanno bene Calderoli e Renzo Bossi.

A proposito di Calderoli, sembra che il piccino stia frignando per la creazione del Ministero della coesione sociale, tanto che ha dichiarato che "sarò felice di votare contro la fiducia al prossimo esecutivo". E' evidente che la creazione di tale Ministero sia una frecciata contro tutte le minchiate secessioniste di quei cerebrolesi della Lega Nord. Io sono stupito. Non pensavo che Calderoli fosse in grado di comprendere il messaggio. Forse glielo ha suggerito Renzo Bossi. Come segno di "vibrante protesta" la Lega Nord si è riunita nel parlamento di Mantova. Nei prossimi giorni con l'arrivo del pongo proveranno a costruire la Padania.
Il governo Berlusconi è caduto da pochi giorni. Bisognava farlo lavorare dicono alcuni. Che cazzo ha fatto in questi diciassette anni chiedono altri. Da pochi giorni non si parla più di troie ma solo di un paese che sta andando a puttane. La strada ora è tortuosa e difficile. Dopo anni con un simpatico saltimbanco che predicava ottimismo a parole, mi sento un po' più ottimista grazie ad un uomo ( ammetto di non conoscerlo molto) che descrive la situazione come difficile. Strana la vita.

Con Berlusconi è finita un'era ma bisogna continuare a stare all'erta. Il fatto che un cialtrone simile sia stato al governo per diciassette anni mi costringe a farmi delle domande. Del tipo: saremo mica così babbi da ricaderci?

Pochi minuti fa ho letto i nomi dei nuovi ministri. Al posto della Gelmini c'è Profumo... praticamente l'evoluzione del genere umano compressa in un pomeriggio. Mi basta questo per il momento...

lunedì 7 novembre 2011

Effetto distrazione

mi distrassi un attimo. fu così che nacqui. per colpa di una distrazione. i miei genitori, nonostante tutto, non mi hanno abbandonato mai. mio padre tedio e mia madre frenesia mi sono sempre stati vicini. presenze immancabili fino a quando non mi distrassi per la seconda volta. o forse si distrassero loro, non lo so. fu così che ci perdemmo di vista per non vederci più. la vita da quel giorno fu come un frustata di capelli neri in pieno volto in una giornata di forte vento. io ho sempre amato il vento, non c'è un motivo o forse c'è ed io non so spiegarlo. sono secoli ormai o forse giorni che non so più nulla dei miei genitori. però il mio corpo non dimentica di essere sangue del loro sangue. così a volte succede che dal nulla una novità mi investe come una tempesta e la frenesia mi aggredisce. devo allora mettere al centro di tutto la novità. il resto non conta più nulla. poi, piano piano, mi accorgo che la novità poi non era 'sta gran cosa, o forse la novità invecchiando perde il suo status di novità. ed è in queste situazioni che mi soccorre la parte di sangue paterno: quel tedio, che quando arriva, sembra eterno quanto era stimolante la frenesia della novità. è così che vivo, in questi sbalzi d'umore, di questa droga ematica. spesso gli sbalzi sono così violenti che cambiano la mia percezione del mondo esterno. io sono convinto che si alteri totalmente anche la realtà. i medici, però, dicono che non può essere. ma si contraddicono perché è evidente dal loro comportamento che, almeno io, ai loro occhi appaio mutato, totalmente diverso. e poi, anche se la realtà fosse uguale, che differenza farebbe? io la percepisco alterata e tutto il mio pensiero e il mio agire si adattano di conseguenza. ormai è da una eternità lisergica che sono qui. seduto, inerte. non ho più voglia di rialzarmi perché sono stanco di cadere. si sta bene anche qui, seduti. condivido il punto di vista dei cani, anche se li odio. li odio perché sono riusciti a rovinare una delle mie sensazioni migliori. amo la pioggia. amo gli odori dopo la pioggia. vengono come intensificati. la pioggia esalta l'odore della terra, dell'erba. a volte anche il vento svela il suo profumo se porta pioggia. i cani bagnati di pioggia puzzano in maniera vomitevole. sono qui seduto, in questa stanza bianca con le pareti morbide perché un giorno ho ucciso. sì, le ho squarciato la gola. non è stata cattiveria, bensì una distrazione. mi sono distratto un attimo, quell'attimo sufficiente per dimenticarmi che l'amavo alla follia... o forse l'amavo perché folle... non ricordo, ma sono inezie, dettagli inutili, come un petalo di fiore che cade. quanti di voi hanno mai dato importanza ad un petalo che cade? io mi sono distratto ed è successo quello che è successo. per questo sono qui. condannato senza appello. ma non è grave. da questa situazione che divora tutta la mia attenzione, io potrei andarmene quando voglio. dovrei solo distrarmi un secondo da questa realtà. riuscire a scartarla. come quei trequartisti dai piedi buoni che saltano i difensori rocciosi. quello è il trucco. devo solo trovare il modo di metterlo in atto. ci sono miliardi di libri, con miliardi di parole scritte che vogliono insegnarti tutto. io quei libri li ho sempre detestati. ogni volta che terminata una lettura mi convincevo di aver imparato qualcosa di assoluto, mi imponevo di dissuadermi. ho sempre preferito i libri che smembravano le mie certezze, insinuavano dubbi. perché alla fine, non serve avere strategie e dogmi esistenziali, la vita e la morte sono solo il prodotto di un attimo di distrazione.

venerdì 4 novembre 2011

Il solito Tom Waits e il nuovo Bad as me...

E' stata una settimana di nuovi ascolti con conseguenze molto diverse. Giusto a titolo informativo, oltre al nuovo di Tommaso Aspetta mi riferisco alla collaborazione fra Lou Reed e Metallica e al curioso The devil walk degli Apparat.

Iniziamo dal quello più facile. Ogni nuovo album di Tom Waits per me è un'attesa struggente. Amo questo uomo per la sua capacità di rinnovarsi e riuscire a rimanere sempre se stesso. Non nego che ho una stima immensa della sua creatività e che sono di parte. Tutti i suoi album, per me, sono geniali e anche i meno riusciti sono una spanna (minimo) sopra i migliori di tanti altri.

Passiamo ai contenuti. L'album è composto da 13 nuovi pezzi:

1) "Chicago"
2) "Raised right men"
3) "Talking at the same time"
4) "Get lost"
5) "Face to the highway"
6) "Pay me"
7) "Back in the crowd"
8) "Bad as me"
9) "Kiss me"
10) "Satisfied"
11) "Last leaf"
12) "Hell broke luce"
13) "New year’s eve"

Iniziamo a specificare, per chi non conoscesse Tom Waits, che stiamo parlando di un'artista che a 62 anni mostra più energia, creatività, vitalità e talento del 99% di tutte quelle mezze seghe che la tivvi ci propina quotidianamente. L'album da l'impressione di un volo ad ali spiegate sulla sua trentennale carriera, pescando qua e là note, sensazioni e citazioni da tutti i suoi album storici. Per chi lo ama e conosce sarà facile trovare riferimenti a capolavori come Swordfishtrombone, Rain Dogs, Black Rider e Blue Valentine.

L'album inizia con due pezzi blues molto tirati come Chicago e Raised right man per poi passare a Talking at the same time: morbida ballata, un piccolo gioiello che sembra un capolavoro in agonia. Get lost, un jazz' n' roll divertito quanto divertente ci spara diretti negli anni sessanta. In seguito Face to the highway, Pay me e Back in the crowd, a mio modesto avviso, raggiungono vette altissime di qualità sia a livello musicale che di testi. I tre pezzi lenti vengono spazzati via (come atmosfera, intendo) dalla title track Bad as me che da l'idea di chi/cosa sia Tom Waits. La maledizione della title track viene a sua volta redenta dal pezzo seguente. Kiss me all'inizio richiama subito alla mente Blue Valentine, se ne sente tantissimo l'influenza, tanto da essere forse una citazione, un omaggio, una specie di reprise. Kiss me è comunque l'apice di un album tremendamente bello, vario. Mentre Tom Waits canta come se fosse un vecchio vinile non si può essere colpiti dalla poesia dei testi:

Kiss me
I want you to kiss me
Like a stranger once again
Kiss me like a stranger once again
I want to believe that our love’s a mystery
I want to believe that our love’s a sin
I want you to kiss me like a stranger once again.

L'ascolto continua con il blues latrante di Satisfied e con la malinconia devastante di Last leaf. Segue l'arrabbiata ed energica Hell Broke Bruce e poi l'album si conclude con la ritrovata serenità di New Year's Eve.

I testi sono racconti di disperazione dei rifiutati al banchetto della vita, quelle vite che sembrano destinate al buio più totale ma che spesso, anche se per un solo secondo, regalano bagliori di luce che il resto dell'umanità non è in grado di produrre nemmeno in millenni di esistenza.
La critica più assurda che ho letto riguardo questo album è, che in fondo, si tratta del solito Tom Waits. Probabilmente è vero, Tom Waits riesce sempre ad essere innovativo e creativo, rimanendo inconfondibile (con quella fottuta voce di cartavetro non potrebbe essere diversamente). Io comunque preferisco "il solito" Tom Waits ad un nuovo Valerio Scanu.

Che dire? Album assolutamente consigliato e per chi non conoscesse Tom Waits... fate un salto su iutubbo e ascoltatevi qualcosa a caso...