Nel 2008 ho conosciuto una bella ragazza. Nel dicembre dello stesso anno, ispirato dalla massima filosofica "anno nuovo, vita nuova", ho pensato di invitarla ad una mostra. Tra mostra, mostri e mostrine, nel gennaio 2009 abbiamo iniziato a frequentarci assiduamente. Da qui in poi si entra nel privato e, usando un francesismo, direi che sono cazzi miei. Una delle conseguenze più interessanti e piacevoli di questa frequentazione è stata la conoscenza di tanti amici con prole. Nel giro di pochissimo tempo mi sono ritrovato a partecipare - con infinito piacere, intendiamoci!! - a feste di compleanno con gnometti sputacchiosi e fatine scagazzanti. A me i bambini piacciono moltissimo, ritengo siano più sinceri, spontanei e intelligenti di qualsiasi adulto. In una ipotetica personalissima scala di preferenze, metterei nei primi 5 posti, in ordine sparso, queste cose:
- Una notte di sesso dopo un derby vinto
- Una notte di sesso con Elisabetta Canalis
- Una notte di sesso con la Eva Herzigova
- Una notte di sesso con Megan Fox
- Una notte di sesso con una selezione di conigliette di playboy (non più di cinque, per motivi religiosi)
Vi chiederete cosa c'entrano queste cose con i bambini? Chiaramente nulla, però i bambini, in questa particolare classifica, occupano il 48° posto. Piazzamento, secondo me, onorevolissimo!
Tutte queste belle famigliole con prole a seguito, o a carico, oltre ad essere molto simpatiche e ad avere un grande legame di amicizia (che finirà quando il figlio di qualcuno metterà incinta la figlia di un altro e scapperà senza motivo), condividono anche una passione viscerale per un programma televisivo di nicchia. No! Nessun film porno. Nemmeno grandi fratelli o talent sciò. Molto molto di più: SOS Tata. Per forza di cose, per non rimanere a corto di argomenti nelle cene in compagnia, ho dovuto iniziare a guardarne anche io qualche puntata. Come nei classici film "tutte coccole e tenerezze" i giorni, le settimane e i mesi sono passati, fino ad arrivare ad un fatidico giorno del 2010, quando ricevo questa:
Da qui in poi il gruppo Genitori Ultrà Diffidati si è scatenato. Risultato è che mi sono trovato coinvolto anche io nella serata con il gruppo genitori, pur senza esserlo. A onor del vero, non voglio passare per quello snob e altezzoso che detesta Scanu e la Tata Lucia. Se il primo musicalmente non mi piace, per la seconda confesso di aver una profonda stima e simpatia. Spero nel seguito di riuscire a spiegare perché. Comunque, IO rinvio tutti i miei impegni e mi tengo libero per la serata in questione. In fondo sarà una serata diversa ed è un modo come un altro per stare in compagnia di amici. Non va proprio così: all'incontro ci saremo solo io, la mia ragazza emozionatissima, Ciccio e Stefania che però alle 22.00, con la scusa della prole, alzano i tacchi. Tutti gli altri rifilano un colossale bidone; sappiano che la mia vendetta sarà terribile ed inizia proprio da questo post.
Iniziamo subito a sistemare la prima: Sara C.
Cara Sara,
hai presente la domanda che hai girato via mail riguardante i "bambini che a tre anni non sanno perdere"? Ricordi? Bene, sappi che la stessa domanda è stata rivolta a Tata Lucia che ha fornito una risposta efficace e completa. MA TU NON LA SAPRAI MAI!! Nella foto seguente la Tata ascolta con attenzione e poi sorride soddisfatta per la risposta data.
Da qui in poi cercherò di fare un riassunto della serata omettendo, ovviamente, la risposta appena citata.
Innanzitutto due righe sul pubblico; ad una stima veloce direi 85% donne e 15% uomini.
Alle 20.30 l'inizio. L'ospite d'onore propone un percorso tratto da argomenti dei suoi libri, toccando i più importanti. La prima osservazione, per altro condivisibile, è una critica alla mancanza di agenzie educative e alla svalorizzazione della disciplina. Praticamente viviamo in un mondo dove tutti demandano ad altri l'educazione; alla fine tutti demandano e nessuno agisce. Tata Lucia riporta un episodio della sua infanzia:
"Quando ero giovane se un bambino dal lattaio saltava la coda, il lattaio lo richiamava al rispetto della coda stessa. Oggi non succede più. Se un ragazzino salta la coda, il lattaio non dice più nulla, per timore di una reazione del ragazzino".
In effetti è vero. I lattai di adesso non hanno più il nerbo di una volta, secondo me, è colpa degli Omega 3. Questo è un episodio importante per capire la fondamentale importanza dell'educazione. Per avere un riscontro pratico oggettivo io farei questa riflessione: guardate vostro figlio e pensate a lui fra 25/30 anni. Se l'avrete cresciuto senza fornirgli un'adeguata educazione vi ritroverete in casa un novello Fabrizio Corona. Qui ci sarebbe da discutere aprendo un nuovo capitolo. Se è verò che Corona è privo di educazione, è anche vero che chi lo osanna è messo peggio, ovvero senza cervello e male educato. Infatti, sarebbe da fare una discussione lunghissima su questo aspetto, io vi faccio la domanda a voi la facoltà di rispondere:
- Meglio un soggetto senza educazione (ineducato) o uno educato male (maleducato)?
Sembra una domanda sciocca ma mio nonno diceva che le domande non sono mai sciocche, lo sono le risposte, al limite. Andiamo oltre. L'educazione ha come conseguenza una grossa valenza emotiva che possiamo ricondurre ai valori della fiducia e della comprensione. I bimbi ancora molto piccoli sono in grado di interiorizzare le emozioni dei genitori. Se un bimbo si dirige verso il forno caldo non sarà necessario urlare spaventati ma, sarà più che sufficiente, richiamarlo in maniera molto calma e far capire al bimbo che il forno è un pericolo, magari avvicinando lentamente le manine, fino a quando non sarà lui stesso a ritrarle per il troppo calore. Il risultato è che il bambino, non solo starà lontano dal forno, ma capirà che i richiami del genitore sono fatti solo ed esclusivamente per il suo bene. Si creerà, dunque, un rapporto di fiducia e comprensione. CHE MERAVIGLIAAA! E questo rapporto resterà forte anche per esperienze successive. Per esempio, quando avrà il motorino. Perché il motorino è più pericoloso del forno; anche se a dire il vero dipende da chi usa il forno. Conosco persone che con della pastasfoglia, tre o quattro ingredienti e un forno, potrebbero fare dei danni irreversibili!!
La disciplina è dunque rispetto per sé stessi e per gli altri, e inizia dal primo giorno di vita. Non è utile però formare un figlio ubbidiente. Ecco perché sopra ho parlato di fiducia e comprensione. Un bambino deve essere formato moralmente, non deve ubbidire a priori ma capire l'importanza di quello che sta facendo (comprensione); nel caso la comprensione non fosse completa, ci sarebbe la fiducia di poter eseguire con tranquillità un ordine impartito dai genitori, perché non vorrebbero mai il suo male. In maniera molto semplice, troviamo una soluzione ad un problema molto complesso.
Ci sarebbe anche da riflettere su un altro aspetto. Un figlio solo ubbidiente non è auspicabile ma, è anche vero, che nei nostri tempi, un figlio moralmente formato rischierebbe di finire come un disadattato o borderline. Immaginate un figlio moralmente ineccepibile compagno di banco di un Corona qualsiasi. Brrr, mi vengono i brividi.
Altri aspetti importanti da tenere in considerazione nell'ambito educativo, sono il carattere e il comportamento. Il carattere, definito dalla Tata come DNA emotivo, non può essere cambiato, il comportamento sì. Dunque se avete un figlio timido o estroverso rassegnatevi, tutto il resto si può educare e disciplinare.
La Tata propone un esempio, utilissimo di questi tempi, riguardante la 17enne che esce con il ragazzo sbandato. Non le si può impedire di uscire con lui, ma le si può dire di non andare sola con lui, fidandosi di lei. Eh sì, perché la fiducia e la comprensione, di cui sopra, devono essere reciproche; e questa può essere una fregatura. Mi permetto di fare una precisazione, secondo me doverosa. Le parole, purtroppo sono figlie dei tempi, e mi bisogna essere connessi con il mondo giovanile. Raccomandarsi "di non andare sola con lui" potrebbe essere l'esempio semantico del gap comunicativo che passa tra genitori e figli. Per un over 30 "non andare sola con lui" non vuol dire altro che non stare da sola in sua compagnia, ovvero, cercate di stare in compagnia di altri; per i ggggiovani di oggi un'innocente frase come "non andare sola con lui", potrebbe essere un invito all'orgia. Dunque, genitori cari, ATTENZIONE!!
C'è comunque un escamotage pedagogico anche per il DNA emotivo. Se il vostro bimbo è particolarmente timido, non sarete in grado di risolvere la sua timidezza, ma potrete attuare nuove strategie per farlo comunicare. Avete fatto una torta? Chiedetegli un parere! Questa torta non mi soddisfa, secondo te cosa non va? Si aprirà un canale comunicativo interessante da sfruttare. Chiaramente se proprio non siete portati per la culinaria, utilizzate altri argomenti, dove avete qualche carta in più da giocare.
Altro aspetto interessante toccato dalla Tata più famosa di Italia sono stati i metodi educativi che lei riassume in tre tipologie principali:
- Autoritario: il padre è padre e padrone e il figlio un suddito da governare. Il più delle volte è un padre indifferente verso l'aspetto affettivo emotivo e riconducibile al volere un figlio solo ubbidiente.
- Comunicativo: un genitore un po' figlio dei fiori, reduce degli anni 60. Parla tanto ma non insegna al bambino a gestire le proprie emozioni.
- Comportamentista: è il metodo che spiega il perché alcuni comportamenti siano da considerare negativi e rinforza quelli positivi.
Per quanto mi riguarda credo che il risultato ottimale sia qualcosa figlio di tutti e tre i metodi citati; la Tata considera migliore l'ultimo, ovvero quello che dice "mangia l'insalata e ti darò il gelato". Nell'esempio citato bisogna precisare che la ricompensa, ovvero il gelato, lo si sarebbe comunque dato e dunque non è una concessione al capriccio del bambino. In molti potrebbero osservare che questo è un ricatto. Assolutamente no. Il ricatto è una minaccia, ovvero, costringere qualcuno a fare un'azione sgradita pena qualcosa di spiacevole. Esempio: mangia la pasta o ti faccio sentire tutto il cd di Valerio Scanu. In questo caso, lo sforzo di mangiare l'insalata porta ad una ricompensa positiva.
Questo comportamento dà la possibilità ai genitori di offrire un rinforzo positivo per il successo ottenuto e contribuisce all'aumentare il rispetto reciproco. Rispetto che permette di trovare soluzioni semplici ai piccoli problemi quotidiani. Esempio: la mamma ha il mal di testa dunque non si fanno giochi rumorosi, proprio per rispetto della mamma. Se si ha la possibilità si affidano i bambini alla baby-sitter scelta dal papà.
Spesso il modo migliore per relazionarsi con i bambini è ricordarsi di essere stati anche noi piccoli. Quando il padre esulta perché il piccolo di 2 anni prende a calci il pallone in gommapiuma, non può incazzarsi perché lo stesso piccolo Milito sorride prendendo a calci il telecomando del plasma 50 pollici da 5 mila euro. Il bimbo nel gesto cerca la gratificazione del genitore. Che ne sa il bambino della differenza tra pallone e telecomando? Lui è cosciente solo del movimento che esegue. Invece di arrabbiarsi è sufficiente nascondere il telecomando; così come è sufficiente nascondere l'amante, magari non nell'armadio, per evitare arrabbiature della moglie. Gli psicologi consigliano ai genitori di "prendere la mano del tuo IO bambino"; ad una osservazione, nemmeno poi troppo attenta, purtroppo l'IO bambino di tanti genitori moderni è un 13enne Emo, semi impasticcato, che si autoinfligge dolore e sofferenze. Il risultato è che, in alcuni casi, devono essere i figli a prendere per mano il loro IO adulto, purtroppo non ancora formato.
I bambini, infatti non hanno più miti o modelli da seguire. Il mio modello è stato mio padre e Starsky e Hutch erano solo un telefilm divertente e Goldrake un cartone animato. Adesso i bambini subiscono la cottura a fuoco lento del loro cervello, così si possono vedere adolescenti che vestono come le Winx ma in versione molto più zozza, o ragazzini che credono che una mossa della scuola di Okuto sia un simpatico e smargiasso modo di salutare, salvo rimanere perplessi quando il salutato non esplode dopo 30 secondi. Tutto questo perché la famiglia ha perso i propri tempi intimi. Sono tantissime le famiglie che oggi, per vari motivi, non cenano più insieme (vista la crisi magari non c'è più da mangiare per tutti?). Per forza di cose le relazioni tra genitori e figli diminuiscono e risulta difficile creare quella complicità che aiuta a trasmettere valori tra una generazione e l'altra.
Un'altra massima di Tata Lucia che mi piace molto è questa: LA FAMIGLIA E' UNA SQUADRA. Dunque è la squadra che vince ed è la squadra che perde. Ovviamente poi c'è chi avrebbe potuto dare il massimo, o chi come a pallone sbaglia un goal o fa un autorete. L'importante è non farne un dramma e, se si deve fare qualche commento, usare sempre la prima persona. Esempio: non è utile dire "non mi ascolti mai" quando un figlio non risponde, molto meglio "io non ho sentito" meglio ancora "io non ti ho sentito perché non mi ascolti mai, perciò che cavolo puoi rispondere?". La prima persona non accusa mai ma apre possibilità al dialogo.
L'ultimo tema toccato sono stati i soldi. I giovani di oggi non hanno più valori, spesso i valori, vista la crisi non ce li hanno nemmeno i vecchi. Un esempio interessate, e utile, è quello delle buste. La Tata spiega che è molto educativo mettere a tavola tutta la famiglia e far vedere come sono utilizzati i soldi. Papà e mamma guadagnao X+Y. Questo va nella busta del gas, questo per l'acqua, per il telefono, il mangiare, ecc... Alla fine si farà vedere quello che resta. La Tata giura che questo metodo responsabilizza i figli. Io che sono un po' sospettoso, cercherei di non far vedere dove nascondo le buste. Si sa che l'occasione fa l'uomo ladro.
Ultimissima cosa è importante guardare sempre negli occhi quando si parla. Gli occhi sono lo specchio dell'anima. Anche se questo consiglio può sembrare una sfida impossibile ai ciuffi Emo che vanno tanto di moda.
Per concludere una veloce selezione di domande fatte alla Tata. Premetto che avevo anche io intenzione da fare una domanda un po' spiritosa, ma quelle fatte con serietà dai genitori preoccupati vanno oltre ogni più fervida immaginazione.
Questo comportamento dà la possibilità ai genitori di offrire un rinforzo positivo per il successo ottenuto e contribuisce all'aumentare il rispetto reciproco. Rispetto che permette di trovare soluzioni semplici ai piccoli problemi quotidiani. Esempio: la mamma ha il mal di testa dunque non si fanno giochi rumorosi, proprio per rispetto della mamma. Se si ha la possibilità si affidano i bambini alla baby-sitter scelta dal papà.
Spesso il modo migliore per relazionarsi con i bambini è ricordarsi di essere stati anche noi piccoli. Quando il padre esulta perché il piccolo di 2 anni prende a calci il pallone in gommapiuma, non può incazzarsi perché lo stesso piccolo Milito sorride prendendo a calci il telecomando del plasma 50 pollici da 5 mila euro. Il bimbo nel gesto cerca la gratificazione del genitore. Che ne sa il bambino della differenza tra pallone e telecomando? Lui è cosciente solo del movimento che esegue. Invece di arrabbiarsi è sufficiente nascondere il telecomando; così come è sufficiente nascondere l'amante, magari non nell'armadio, per evitare arrabbiature della moglie. Gli psicologi consigliano ai genitori di "prendere la mano del tuo IO bambino"; ad una osservazione, nemmeno poi troppo attenta, purtroppo l'IO bambino di tanti genitori moderni è un 13enne Emo, semi impasticcato, che si autoinfligge dolore e sofferenze. Il risultato è che, in alcuni casi, devono essere i figli a prendere per mano il loro IO adulto, purtroppo non ancora formato.
I bambini, infatti non hanno più miti o modelli da seguire. Il mio modello è stato mio padre e Starsky e Hutch erano solo un telefilm divertente e Goldrake un cartone animato. Adesso i bambini subiscono la cottura a fuoco lento del loro cervello, così si possono vedere adolescenti che vestono come le Winx ma in versione molto più zozza, o ragazzini che credono che una mossa della scuola di Okuto sia un simpatico e smargiasso modo di salutare, salvo rimanere perplessi quando il salutato non esplode dopo 30 secondi. Tutto questo perché la famiglia ha perso i propri tempi intimi. Sono tantissime le famiglie che oggi, per vari motivi, non cenano più insieme (vista la crisi magari non c'è più da mangiare per tutti?). Per forza di cose le relazioni tra genitori e figli diminuiscono e risulta difficile creare quella complicità che aiuta a trasmettere valori tra una generazione e l'altra.
Un'altra massima di Tata Lucia che mi piace molto è questa: LA FAMIGLIA E' UNA SQUADRA. Dunque è la squadra che vince ed è la squadra che perde. Ovviamente poi c'è chi avrebbe potuto dare il massimo, o chi come a pallone sbaglia un goal o fa un autorete. L'importante è non farne un dramma e, se si deve fare qualche commento, usare sempre la prima persona. Esempio: non è utile dire "non mi ascolti mai" quando un figlio non risponde, molto meglio "io non ho sentito" meglio ancora "io non ti ho sentito perché non mi ascolti mai, perciò che cavolo puoi rispondere?". La prima persona non accusa mai ma apre possibilità al dialogo.
L'ultimo tema toccato sono stati i soldi. I giovani di oggi non hanno più valori, spesso i valori, vista la crisi non ce li hanno nemmeno i vecchi. Un esempio interessate, e utile, è quello delle buste. La Tata spiega che è molto educativo mettere a tavola tutta la famiglia e far vedere come sono utilizzati i soldi. Papà e mamma guadagnao X+Y. Questo va nella busta del gas, questo per l'acqua, per il telefono, il mangiare, ecc... Alla fine si farà vedere quello che resta. La Tata giura che questo metodo responsabilizza i figli. Io che sono un po' sospettoso, cercherei di non far vedere dove nascondo le buste. Si sa che l'occasione fa l'uomo ladro.
Ultimissima cosa è importante guardare sempre negli occhi quando si parla. Gli occhi sono lo specchio dell'anima. Anche se questo consiglio può sembrare una sfida impossibile ai ciuffi Emo che vanno tanto di moda.
Per concludere una veloce selezione di domande fatte alla Tata. Premetto che avevo anche io intenzione da fare una domanda un po' spiritosa, ma quelle fatte con serietà dai genitori preoccupati vanno oltre ogni più fervida immaginazione.
- La classica sul cibo. Mio figlio non mangia che fare? Risposta: Chi non mangia, mangiò o mangerà. Bellissima nella sua brevità.
- La preoccupata sulla violenza. Mio figlio a scuola viene picchiato spesso, che fare? Riposta: mi spiace ma, nei secoli dei secoli, c'è chi le prende e chi le dà. Chiamasi selezione naturale.
- Quella che non avrei mai voluto sentire. Mio figlio di sette anni ha paura del buio. Non segue una risposta ma una domanda della Tata. In che senso ha paura? Lo si può abituare piano piano. Precisazione dei genitori: lui dalle 17.30 in poi è terrorizzato perché qualche mese fa, a casa dei nonni, alle 17.30 sono entrati i ladri in casa. Non capisco perché adesso dalle 17.30 in poi ha paura di tutto. Giuro che è una domanda vera. Non vi riporto la riposta della Tata.
2 commenti:
Alcuni commenti marziani:
1) circa la tua classifica, non è vero che non ha a che fare coi bambini. Anzi.
2) circa la tua domanda se sia meglio un soggetto maleducato o ineducato... ebbene maleducato significa che i genitori sono incapaci (ma possono non averlo fatto apposta), ineducato che i genitori se ne sono fregati (e quindi l'hanno fatto apposta). Quindi (semplificando molto) per lo meno dal punto di vista di chi avrebbe dovuto educarlo, è meglio maleducato.
3) circa Tata Lucia l'ho vista l'altra sera a "Chef per un giorno" è mi è stata cordialmente sulle antenne. Non che non sia valida o competente. E' solo una cosa "a pelle".
4) circa SOS Tata: lo trovo un programma insopportabile più che altro perché i bambini sembrano sempre psicopatici. Capisco le esigenze televisive, però...
5) circa l'ultima domanda, bè, se tutti i genitori fossero furbi, non ci sarebbe bisogno di una Tata.
Domanda aggiuntiva: ma la Tata non ha detto niente circa il ruolo/peso della televisione? Sono profondamente convinto che almeno il 50% dei "problemi" comportamentali dei bambini possano essere risolti facilmente eliminando la televisione dalla loro casa (non solo dalla loro cameretta). Conosco alcuni bambini/ragazzini che vivono in case senza televisione e sono *tutti quanti*, sotto tutti gli aspetti, molto, ma molto più avanti degli altri. Certo, se non c'è tata-tv, bisogna star loro dietro...
Caro Marziano,
la Tata ha una visione "neutra" della tv. Dipende da come viene usata. Se è un mezzo utilizzato in condivisione, con i bambini che la guardano supportati dai genitori, può essere una nuova possibilità educativa; se lasciati abbandonati davanti ad essa diventa una cosa terribile.
E così per playstation e ammennicoli vari.
I miei nipotini sono stati educati a guardare un cartone animato e leggerne il libro, o viceversa, per poi cercare le scene che sono state aggiunte o levate o, ad esempio, cercare le descrizioni degli abiti per vedere se sono stati rispettati colori ecc... ecc...
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