Avvertenza per il lettore: questo post ha senso solo se lo leggi all'incontrario... no, scusa... volevo dire ha senso (o forse no!) se lo leggi dopo aver letto l'Introduzione e il Capitolo 1.
CAPITOLO 2
Lo dicevo io che era tutta colpa di Valerio Scanu e della sua "a far l’amore in tutti i modi, in tutti i luoghi in tutti i laghi in tutto il mondo l’universo che ci insegue ma ormai siamo irraggiungibili…". Aggiungerei: "meno male che siete irraggiungibili, altrimenti sai quanti calci in culo?!" Di chi sto parlando? Dei ragazzi che adolescono (leggasi pseudo-copulano) in spiaggia. Quelli che passano dal joystick della playstation al preservativo, ma si incasinano nell'amplesso perché la combinazione L1, triangolo, R2 non provoca l'orgasmo, nemmeno se attivi il dualshock.
In questi giorni di mare tra tatuaggi, infradito e maleducazioni varie e gate, ho sperimentato anche le copule estive. Ora, se trovi da trombare e, una volta stabilito il tutto, vai in un luogo appartato a concludere, tutto ok; ma se cominci i preliminari (spinti) in spiaggia, un po' mi scazza. Soprattutto se... non mi si invita.
Quand'ero giovane io, ovvero quando l'Italia vinse i mondiali... no, non nel 2006... la volta prima, a 15 anni in spiaggia si giocava a pallone. Succede ancora così. Solo che, molto spesso, ora ci giocano degli energumeni che, per non far cadere il pallone, spaccano bambini, annegano mamme incinte o danno spallate alla Rollerball a quelle dolcissime coppie di anziani che, con le loro vene varicose a bagno, passeggiano mano nella mano. E quando gli fai notare che in spiaggia è vietato il gioco della palla, ti guardano con il sopracciglio alzato e leggi negli occhi (oltre al vuoto spinto) le parole: che me ne fotte.
Torniamo a Scanu, ai laghi e quella roba là. Prévert scriveva che
"I ragazzi che si amano"
lo fanno
"in piedi contro le porte della notte
i passanti che passano se li segnano a dito".
E' una poesia bellissima, l'amore, il tremito dei corpi, la notte che protegge l'amplesso e
"se qualcosa trema nella notte
non sono loro ma la loro ombra
per far rabbia ai passanti
per far rabbia disprezzo invidia riso".
Se l'amico Jacques fosse stato in spiaggia in questi giorni, quella poesia non avrebbe potuto scriverla. Quale notte, quali ombre? Lì si trombava alla luce del sole. Ragazzi che sgrillettano e non parlo di pistole... altri sdraiati sulle relative fidanzate a gambe, che dico aperte, spalancate. Lui con i piedi ben puntati che, ogni tanto, perdendo presa lanciavano sabbia a metri di distanza, come cagnetti dopo che hanno fatto i loro bisogni. E tutto questo quadretto amoroso incorniciato da bambini di tre, quattro anni che, guardando curiosi ed esterefatti, tornano dalla mamma a chiedere cosa fosse quella cazzata delle api e del polline! La cosa che più mi ha lasciato perplesso, erano i volti di tanti genitori, con prole a carico, visibilmente infastiditi che non dicevano nulla.
Anche io mi sono fatto le mie belle trombate in spiaggia e forse ho fatto anche di peggio. Ma non alle 3 e 30 di un pomeriggio di giugno con i bambini intorno che giocano con le formine. Stessa spiaggia stesso mare ma alle tre di notte è più bello (e fresco) per trombare. Non vorrei passare per bachettone ma io, nella stessa situazione di uno di quei genitori, avrei invitato i ragazzi ad andare a cercare la ggggioia altrove.
Il tutto nasce dall'equivoco "spiaggia libera". Dicesi spiaggia libera una spiaggia dove puoi andarci senza pagare, non un luogo di mare dove seiliberodifaretuttoquelcazzochetipassaperlatesta. Sempre più spesso le spiaggie libere sono teatri di copule, tanto da sembrare location per film porno. Tu dormi e vieni svegliato da slap e slurp cacofonici di adolescenti che, in una tromba d'aria di ormoni, limonano duro producendo più rumori di un fabbro. I più discreti (sempre meno) si appartano, magari in una cabina, e ci danno di fino; in caso contrario il ragazzino, con una fine metafora, resta come un "barattolino di sperma sottopressione", felice e confuso. La foto che segue, a mio parere, vale più di mille parole.
Che ne dite?
Vai al Capitolo 3: Gli Unni e gli altri.
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3 commenti:
che pena, poveri cagnolini da copula senza una vita interiore... nel mondo di Prévert davvero un adulto invidiava i ragazzi che si amavano, avrebbe voluto tornare indietro per essere al loro posto, adesso, vade retro, piuttosto mi sparerei, e non finisco mai di ringraziare gli Dèi per avermi fatto nascere nel 67 e non nel 94, ché forse all'attuale lobotomia programmata avrei faticato a scampare persino io, bastiancontrario cronico... ma a volerli e modellarli (televisivamente) così è la schifosa società adulta adoratrice del PIL: vuoi mettere decine di migliaia di pischelli che invece di spendere 5 euro settimanali in figurine ne dilapidano 100 per sanvalentini, preservativi, rincoteca, escrementi griffati, telefonia del mio cazzo?
la (vana) fatica che ho dovuto fare per distogliere una nipotina seienne da un cartone giapponese di merda tutto a base di fidanzatini e fidanzatine e di misteri di mutandine rubate dai maschi della scuola alle femmine...
(mi sono letto anche l'introduzione, alla fine della quale, sull'immagine di quel povero gatto, preso da impeto dissociativo non ho potuto non dire: maledetti esseri umani del cazzo! Addavenì la vostra estinzione, stupide scimmie che non siete altro!)
Valente, la domanda mi viene dal c...e/o?...
come diceva un grande giornalista?
la domanda nasce spontanea... detto simpaticamente, dove minchia vai in spiaggia?
Conosco località balneari ... che voi comuni bagnanti non potete immaginare... dove alla vista di una palla tac! scatta il sequestro dell'arma sferica e la notte la spiaggia è blindata come l'area 51.
Caro Gi@nn@ndo,
frequento solo spiagge libere e lo faccio per raccogliere spunti per il mio blog. La spiaggia a pagamento è terribilmente noiosa.
Quando ero "singol" cercavo quegli anfratti in/su/fra/gli scogli per starmene tranquillo, ma quand'ero singol non avevo il blog.
Aspetta di leggere "Gli Unni e gli altri".
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