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lunedì 8 marzo 2010

Marco Mengoni: Re Matto ma essere Duca è meglio, molto meglio...

Eccomi qui. Dopo il commento al cd di Scanu mi sono dedicato all'ascolto del lavoro di Marco Mengoni: Re matto. A scanso di equivoci, diciamolo subito: Mengoni sarà anche il Re Matto ma il Duca Bianco, al momento, per il giovane vincitore di Ics-factor non è un paragone irriverente ma pura eresia musicale. Su questo punto ammetto di aver pregiudizi e preconcetti, ma Bowie è un mio idolo musicale e il buon Mengoni, prima di poter pensare di avvicinarsi a lui, anzi prima di poter solo pensare a lui, deve mangiarne di panini con il prosciutto. Le prime volte che l'ho ascoltato confesso che non mi è piaciuto per nulla, troppo impostato in quell'uso autorefenziale della voce. Però, dopo un paio di ascolti del suo album d'esordio, ho rivisto le mie idee e per alcuni aspetti mi sono ricreduto.

La copertina propone un Mengoni in versione "stilosa". Ho dei dubbi sul suo ruolo che barcolla tra un presente da cantante ed un futuro da fotomodello. Per sua fortuna ha le Physique du rôle per sfilare con capi alla moda ed anche i mezzi per fare il cantante. Si concentri su quello che vuol fare perché rischia di sminuirsi nella seconda veste; non ho mai amato le figure che accettano compromessi tra moda e musica. Quest'ultima, è arte nobilissima che non merita di fare marchette solo per veicolare il successo. 

Torniamo al disco. L'album intero è un lavoro qualitativamente più che sufficiente. Sono 7 pezzi per circa 25 minuti totali di musica con influenze dance, pop e rock. Sicuramente è più un Ep che un vero album, pensato e concepito con tempistiche libere. Anzi, l'impressione più forte di questo lavoro è che sia stato concluso in maniera veloce, per poter cavalcare l'onda di Sanremo. Non saprei motivare con precisione o spiegazioni tecniche questa percezione di incompletezza. L'ascolto mi lascia con questa sorta di questione sospesa... Sì, ok, però manca qualcosa. I titoli sono questi: 

01. Credimi Ancora
02. Questa Notte
03. Stanco (Deeper Inside)
04. In Un Giorno Qualunque
05. Fino a Ieri
06. In Viaggio Verso Me
07. La Guerra


E' indubbio che la novità di Mengoni sia una voce molto versatile e originale ed ha sicuramente più carisma e personalità, a livello di interpretazione, di Scanu. Il pezzo sanremese "Credimi ancora" non è affatto un pezzo per la kermesse ligure e, ad essere sinceri, pur non piacendomi molto ha una bella chitarra, un bel ritmo e riesce a farmi battere il piede per tenere il tempo. Tra le sette tracce c'erano sicuramente pezzi più adatti al palcoscenico dell'Ariston; dunque mezzo punto in più per la scelta ardita. La seconda traccia, "Questa notte", mi piace. Non è un capolavoro, non passerà alla storia, ma si fa ascoltare in maniera gradevole anche per un testo accattivante che, per lo meno, presenta i crismi di una canzone. "Stanco (deeper inside)" non è niente di originale, mi ricorda la dance anni '80 ma è ben fatto. Non inventa nulla ma propone in maniera interessante qualcosa di già sentito. La cosa che mi colpisce maggiormente è la facilità "di cambio passo" della voce, che sa adattarsi molto bene a vari stili musicali. Dopo essersi scatenati un po', il ritmo si fa ancora tranquillo con la quarta traccia: "In un giorno qualunque". Canzone piacevole, come "Questa notte", che sposa un azzeccato tappeto musicale ad un bel testo d'amore ma non banale. Il ritmo ritorna scanzonato e spensierato con "Fino a ieri" che, pur non piacendomi moltissimo, mi fa comunque battere il piede. Con il penultimo pezzo "In viaggio verso me" c'è un bel ritmo, quasi raffinato e, anche in questo caso, un buon testo; peccato per la solita concessione anglofona. L'album si conclude con "La guerra": a mio avviso il migliore di tutto l'album con un testo molto interessante, un po' criptico, probabilmente da leggere su più livelli e una bella sezione chitarre nel ritornello. E' un pezzo in bilico tra l'esplosione e il precario equilibrio sul bordo di un cornicione.   
Comunque è un buon lavoro d'esordio, ma che da l'impressione di essere stato fatto di fretta. Da quello che ho avuto modo di leggere, in tutti i pezzi Mengoni ci ha messo del suo. Infatti, a differenza del lavoro di Scanu, si avverte una sorta di continuità stilistica, seppur abbozzata. All'ascolto si sente che al momento Mengoni, pur dovendo fare tanta strada, è più "musicista" di Scanu. Non si può non spendere due parole sulla voce. Una cosa importante che vorrei sottolineare è, nella seconda e quarta traccia, la voce sfumata che si mette al servizio di canzone e testo, cercando di trasmettere il contenuto emotivo del messaggio. Secondo me è questa la linea da seguire. In tutte gli altri brani mi sembra che la voce cerchi troppo il ruolo da protagonista, relegando in secondo piano tutto il resto. Spesso cerca la decorazione, il ricciolo vocale; alla fine, potrebbe diventare inutile orpello se non scarabocchio barocco. Il rischio che questa voce possa diventare un'arma a doppio taglio c'è. Se Mengoni impara a gestirla, come uno strumento che deve collaborare con il resto dell'orchestra ideale, composta da musica e testo, allora può fare veramente molto. In caso contrario rischia di diventare pedante, relegandosi nel ruolo di cantante autocelebrativo. Se vuol sapere quello che si può fare con la voce ascolti Demetrio Stratos, si dedichi a tutta la sperimentazione che desidera, e poi canti dando alla voce il suo giusto spazio senza cercare il protagonismo estremo. Troppa tecnica e troppi assoli non necessari, fanno diventare il tutto sterile e quasi noioso.

Concluderei tornando all'iniziale paragone Mengoni-Bowie. Non ho idea di chi l'abbia fatto, ma pensare che basti indossare scialle di piume, lustrini e cilindro per entrare di diritto nel panorama glam e fregiarsi del titolo di nuovo Bowie, mi sembra quanto meno riduttivo. Bowie ha una carriera sfolgorante che parte a fine anni '60 e tocca esperienze musicali quanto mai diversificate; Mengoni un album con sette canzoni. Per quanto mi riguarda, gli consiglio di aspirare ad essere un buon Mengoni che un improbabile Bowie.

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18 commenti:

Maddalena ha detto...

Qualche giorno fa ho letto il tuo post su Scanu. Forse ci sei andato un po' troppo pesante ma devo dire che hai ragione.

Ho ascoltato il cd non è piaciuto nemmeno a me.

Quello di Mengoni mi piace molto, non concordo su alcune cose ma trovo il tuo discorso sulla voce e il suo utilizzo molto interessante. Non ci avevo pensato ma devo dire che hai ragione.

Maddalena

Il grande marziano ha detto...

Il problema è che gli "artisti" (virgolette d'obbligo) usciti dai talent-show, sovente vengono sparati sulla ribalta con pochissima gavetta, se non addirittura nessuna.
E diventano superpersonaggi da un giorno all'altro con tutti gli onori, ma anche gli oneri di un ruolo non facile da sostenere.

In questo caso infatti Scanu e Mengoni sono giovanissimi, mentre gli artisti (geni a parte) hanno bisogno di maturazione, di trovare le proprie modalità, il proprio registro, il proprio equilibrio espressivo. Farsi le ossa, insomma.

Scanu l'ho sentito a Sanremo e mi ha agghiacciato per canzone, voce e interpretazione. Un personaggio (apparentemente?) piatto e dozzinale.

Di Mengoni mi è capitato di vedere un po' di performance a X-Factor e devo dire che, al contrario di Scanu, secondo me ha i numeri. I numeri per sfondare di brutto. Dipenderà da lui e, soprattutto, dai collaboratori che si ritrova/ritroverà a fianco, produttori in testa. Se lo guidano e lo fanno esprimere nella maniera giusta, Mengoni ha le potenzialità per mangiarsi Ramazzotti e la Pausini in un boccone solo. Diolovolesse! ;)

Unknown ha detto...

Mi fa piacere che hai commentato questo artista escludendo dal post i pregiudizi sulla sua ambiguità sessuale (che musicalmente non ce ne può fregar di meno).
Il fatto che questo cd sia stato prodotto in poco tempo lo testimonia lo stesso Mengoni, ed una cosa che mi piace molto di questo cd è la naturalezza della voce, senza effetti speciali artificiali che limino la voce per renderla più umana e quindi non apprezzabile da tutti (basta ascoltarsi un cd di Micheal Bublé per capire cosa voglio dire).
Sul paragone di Bowie, che sarà stato fatto da qualche fans, è indubbio che sia impossibile da creare un qualche sorta di confronto(anche perché ora inizia la carriera e Bowie era ed è un genio), io spero per lui che lavorando bene si avvicini ad un grande della musica scomparso prematuramente, Jeff Buckley.
Di una cosa sono certo, questo Artista anche se ancora molto giovane ha tutte le carte in regola per essere un eccellenza internazionale (parole di Elio e le storie tese), ma dovrà fare i conte con una casa discografica (la Sony) che farà di tutto per renderlo la nuova popstar da bruciare privilegiano la quantità alla qualità.

Riprendendo l'improponibile confronto su Bowie ti posto questo bel omaggio di Morgan-Mengoni al Duca:
http://www.youtube.com/watch?v=l6y8KhA9N5k

Valente il ragazzo diffidente ha detto...

Per Kamate88:

Sono sostanzialmente d'accordo con te.

Preciso che quando parlavo di "ambiguità sessuale" non volevo criticare le eventuali tendenze di nessuno. Era un discorso un po' più ampio e si riferiva al voler sfruttare un qualcosa per costruire il personaggio. Ovvero, voler dare adito ad ambiguità per far chiaccherare la stampa (che ci campa su ste cose) e aumentare la visibilità del personaggio. Solo questo. Non mi permetto certo di giudicare qualcuno per la sua etero/omo/bi/sessualità.

Ho fatto questa critica a Mengoni perchè, secondo me, ha tutte le carte in regola per fare bene senza ricorrere a mezzucci di questo tipo.

Ciao, spero di riaverti qui.

Valente

Anonimo ha detto...

Ciao, ho trovato il tuo commento postato altrove e l'ho cercato nella versione originale. ^^

Sono d'accordo con te sul giudizio complessivo però una cosa mi ha un po' """"indispettita"""": anche io amo il Duca ed è lungi da me fare paragoni tra chiunque e Bowie. Però nemmeno Marco, a quanto mi risulta, ne ha mai fatti. Ecco, quella parte l'ho trovata dura contro Mengoni, che appare sempre molto umile, senza motivazione.
Voglio dire, per certi versi a me ricorda il mio cantate preferito, Robert Plant, ma so benissimo che il ragazzo ne deve macinare di strada per avere un'oncia di quel successo, ma da sempre si fanno paragoni per definire un nuovo personaggio e chiarire come lo si vede a chi non lo conosce. Questo però non è colpa del "personaggio" ed è solo un modo di fare.
Tutto qui. ^^

Pancaspe

Valente il ragazzo diffidente ha detto...

Ciao Pancaspe,
grazie per aver scritto. Nemmeno io so chi abbia paragonato Mengoni a Bowie ma ho sentito spesso questa cosa.

Sono partito da questa critica perché è stata la molla che mi ha spinto all'ascolto del cd.

Spero di riaverti qui.

Ciao
Valente

Anonimo ha detto...

E' stato Fegiz a dire che a tratti evoca Bowie...

Anonimo ha detto...

Concordo parzialmente con la recesione dell'ep, che a me, personalmente, piace molto. E' ovvio che il paragone con Bowie è campato per aria, ma spero che il Re Matto un giorno potrà volare così alto e soprattutto che il suo talento non venga "diminuito" dalle logiche commerciali discografiche...sarebbe un enorme peccato!

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo sostanzialmente sulla recensione. Mengoni è un artista a 360 gradi ed ha enormi potenzialità per sfondare.. il recensore è stato anche meno severo di me che son sua sostenitrice e questo non può che farmi piacere. La mia severità sta in qualche testo che trovo ancora un pò acerbo, ma Marco è sulla buonissima strada per migliorarsi e per fare di meglio.
Comunque vorrei precisare che il paragone con Bowie non è stato fatto dai suoi fans, ma da Fegiz in un articolo del corriere della sera, dove non ha paragonato i due, ma ha scritto che a tratti ricorda Bowie a tratti ricorda Lou red. Caprire delle similitudini, non significa e leggere un nuovo Bowie. Le similitudine si son trovate anche con il nano di Minneapolis o con Michael Jackson per alcuni aspetti, ma di certo non si intende per questo eleggere Mengoni Re del Pop.. hahahah
Credo che si debba essere più flessibili su questi accostamenti e che non debbano essere presi come paragoni assoluti, ma come riferimenti.

Unknown ha detto...

Non sono per niente d'accordo con il post. Ma proprio per niente. Sono fan sia di Scanu che di Mengoni, e da fan di Mengoni reputo il suo lavoro piuttosto scadente. A parte un paio di canzoni, il resto hanno tutte dei testi banali e spesso pure senza senso. Mi stupisco dunque del tuo commento a questo cd, dopo aver letto la recensione a quello di Scanu. Mi chiedo: nel frattempo sei davvero andato a cercare i funghi in giardino?

Valente il ragazzo diffidente ha detto...

Forse il giudizio su Mengoni è stato influenzato dall'ascolto precedente di Scanu. Se passano un pomeriggio a tirarti martellate sui denti, ora di sera una tirata di capelli non fa male.

Su Mengoni non ho scritto che è il capolavoro del secolo ma un buon album d'esordio con notevoli margini di miglioramento.

Ciao

Unknown ha detto...

Beh, in realtà ho letto un "mi piace" a quasi tutte le canzoni. Il che mi ha molto perplessa.

Anonimo ha detto...

Da fan di Marco trovo la tua recensione di re matto molto bella...ok non è del tutto e totalmente positiva ma almeno sei stato oggettivo, senza pregiudizi riconoscendo quello che va bene e cosa può essere migliorato con critiche costruttive e non a casaccio massacrando o elogiando un artista senza vere e proprie conoscenze.
Solo una cosa riguardo il paragone al Duca...penso che venga paragonato a Bowie solo perchè a x factor ha fatto la cover di Ashes to ashes, di sicuro non per la carriera...Marco è all'inizio, ha ancora tanto da imparare e fare, e sarebbe da pazzi paragonare la sua carriera a quella di un grande artista come David Bowie...anche se secondo me è sulla buona starda...

Anonimo ha detto...

Ho trovato quest'articolo per puro caso, parlo da fan di Marco, ma mi trovo pienamente d'accordo in tutto ciò che dici, spero presto in una recensione, fatta bene come questa, del suo nuovo lavoro discografico SOLO 2.0, aspetto con ansia! :)

Valente il ragazzo diffidente ha detto...

@ Anonimo 5 gennaio: spero che per recensione "fatta bene come questa" non intenda "parere favorevole". Le mie recensioni sono tutte fatte bene, nel senso di esprimere onestamente quello che penso, anche quando parlo di Scanu e Carta.

Se in questi due non vedo nulla di minimamente artistico, in Mengoni, per quanto non sia il mio genere, riconosco un talento. Tutto qui.

Detto per inciso: l'ultima volta che ho ascoltato Mengoni con attenzione coincide con la scrittura di questo post.

Anonimo ha detto...

mi unisco alla richiesta di Anonimo del 5 gennaio:posso sperare che Lei abbia il tempo per ascoltare Solo 2.0 e farci sapere cosa ne pensa?
Grazie.

giorgia ha detto...

Valente,hai ascoltato anche Re matto live,sacrificando le tue trasmissioni preferite;ora il sacrificio sarebbe minore,i conigli e 610 si riascoltano grazie al podcast . Pensa che in SOLO 2.0 puoi trovare ,in ordine sparso,un'orchestra e un assolo di chitarra elettrica "vocale",un coro di bambini e Jack lo Squartatore,un po'di violini ,un po' di elettronica,un rapinatore nascosto nell'ombra e un toro morente nell'arena,un classico bolero e persino una ghost track...ti ho incuriosito?Spero di si!

Valente il ragazzo diffidente ha detto...

Per puro caso mi hanno prestato Solo2.0, magari nei prossimi giorni scriverò qualcosa a proposito.