In giorni come questi, dove nevica, l'Inter di Mourinho inizia a perdere punti, i candidati alle regionali si dimenticano di consegnare le liste o si inventano le firme e il governo s'inventa decreti per cambiare le regole in pieno gioco si cerca di sviare l'attenzione con delle notizie veramente miserrime. Anna ARgento è Presidente della Prima Corte d'Assise di Roma. E' lei la toga "profondo rosso" che rifiutò di accogliere gli elenchi Pdl. Il Giornale di oggi, riporta la notizia che nel suo ufficio c'è in bella mostra il quadro del rivoluzionario. La giornalista in questione tal Emanuela Fontana dimostra di non avere ben chiaro cosa significhi bella mostra. Nella foto di seguito si vede chiaramente la fotografia del quadro appoggiato per terra, tutt'altro che in bella mostra.
Ora, non so bene come arredi casa sua la competente firma dell'articolo; io i miei finti Klimt, Van Gogh e Schiele li ho appesi alle pareti. Due sul muro di fronte alla mia scrivania e un altro sopra il divano in salotto. Non è questo l'importante; una giornalista che definisce "in bella vista" un quadro appoggiato in terra, che potrebbe essere lì per un trasloco o per qualsiasi altro motivo, dimostra autonomamente la propria malafede. Non è nemmeno importante dare ulteriore peso ad un così scadente tentativo di screditare il ruolo di un magistrato perché ha una foto di Che Guevara (figura storica di una rilevanza ideale andata oltre qualsiasi ideologia politica). Però, io vi invito ad andare oltre. Guardate bene la foto. Il quadro incriminato è appoggiato ad un altro quadro. Non ho ancora recuperato il video ma presto lo renderò disponibile. Comunque, in quell'ufficio c'è un quadro molto più compromettente di una foto di Che Guevara. Siete curiosi di sapere cosa sia, vero? Nientepopodimeno che il Berlusconi di Vitruvio.
Ora, non so bene come arredi casa sua la competente firma dell'articolo; io i miei finti Klimt, Van Gogh e Schiele li ho appesi alle pareti. Due sul muro di fronte alla mia scrivania e un altro sopra il divano in salotto. Non è questo l'importante; una giornalista che definisce "in bella vista" un quadro appoggiato in terra, che potrebbe essere lì per un trasloco o per qualsiasi altro motivo, dimostra autonomamente la propria malafede. Non è nemmeno importante dare ulteriore peso ad un così scadente tentativo di screditare il ruolo di un magistrato perché ha una foto di Che Guevara (figura storica di una rilevanza ideale andata oltre qualsiasi ideologia politica). Però, io vi invito ad andare oltre. Guardate bene la foto. Il quadro incriminato è appoggiato ad un altro quadro. Non ho ancora recuperato il video ma presto lo renderò disponibile. Comunque, in quell'ufficio c'è un quadro molto più compromettente di una foto di Che Guevara. Siete curiosi di sapere cosa sia, vero? Nientepopodimeno che il Berlusconi di Vitruvio.
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