Ieri sera è accaduto qualcosa di molto importante. Non ho problemi ad ammettere che se mi trovassi su una torre con Berlusconi e Santoro butterei giù il primo, probabilmente anche se nessuno mi chiedesse di fare la scelta. Prima che arriviate alla fine, lo dichiaro subito, questo post non ho la più vaga idea di dove andrà a finire. Ho aperto i rubinetti della coscienza. Dopo aver dichiarato la mia poca stima per Berlusconi, vi chiedo di fare un passo indietro per allargare il colpo d'occhio della vostra capacità d'astrazione (sempre che i palinsesti non abbiano raso tutto al suolo). In Berlusconi cercate l'allegoria del potere, in Santoro quella della libertà. Io dunque mi schiero dalla parte della libertà in quanto responsabilità verso gli altri, sé stessi e le proprie azioni. L'uomo libero viene ripagato dalla sua passione anche se non sono affatto pochi quelli che alla stessa hanno dovuto pagare dazio. Ieri seguendo Raiperunanotte ho visto l'essenza dell'uomo libero, e non alludo a Santoro, Travaglio, Luttazzi ma a coloro che sono scesi in piazza sotto l'acqua. Questo avvenimento per me è stato un salto nel passato. Passato che ho conosciuto per sentito dire da mio padre e i miei nonni. Ovvero quando la televisione era un aggregante e la gente si trovava la sera, nei luoghi pubblici, davanti a quella scatola magica. Ieri è successo un po' questo. Vivendo la serata mi è venuto alla mente Corto Maltese, due battute del marinaio. Nella prima dice che "sarebbe bello vivere una favola"; la seconda è una delle più conosciute "... so solamente che ho una antipatia innata per i censori, i probiviri... ma, soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più". Per quanto mi riguarda delle favole ne faccio tranquillamente a meno. Io ho la mia vita da vivere e la forza che ho nella testa e nel corpo, è tutto ciò che mi serve. Basta favole: la gente ha bisogno di una overdose di realtà, non reality, realtà. Censori e redentori mi irritano profondamente, soprattutto quando sono la stessa persona.
Dicevo che tra potere e libertà, scelgo quest'ultima. Il potere non ha quasi mai la responsabilità delle proprie azioni. Anzi, la storia insegna che i potenti i propri errori non li pagano, quasi mai, fin quando la libertà perde il senno, il suo pregio migliore, e taglia le teste. Io mi sento "libertà" e ho troppo rispetto del mio senno per mettere il potere in condizione di rubarmelo. Questa è la posizione che hanno scelto le persone che come me ieri, hanno guardato Raiperunanotte. Ovviamente non per curiosità ma per passione. Ci tengo a precisare che non è la passione per Santoro o l'odio per Berlusconi, ma l'amore per la libertà e l'odio per il potere.
Il potere però, se ci pensiamo bene, non esiste. Sempre Corto Maltese dice che "uno l'autorità ce l'ha fino a che non è costretto ad esercitarla". Il potere attuale l'autorità la sta usando tanto, troppo. Ecco perché il potere oggi non esiste e lascerà inevitabilmente, forse, fra un anno forse fra cento, spazio alla libertà. Ma la libertà ha bisogno di un potere che conceda spazio? No, la libertà è essenza di sé stessa in quanto tale. E' creativa, intelligente, fantasiosa, irriducibile. La libertà é vita o morte, a volte entrambe a volte nessuna delle due. Alcuni pensano di averla imbavagliata e lei comunica con gli occhi. Se la bendano, trasmette al vento i propri pensieri. Fermare la libertà è un inutile esercizio di potere, di autorità. Non è il potere che concede spazio alla libertà, sia ben chiaro! E' la libertà a concederlo al potere. La libertà se esercitata, a differenza del potere, non si esaurisce. Esercitiamola! Esigiamola! Il potere per contrastrarla dovrà, per forza di cose, esercitare la sua autorità. E' una battaglia già vinta. Ieri, questo concetto sembra aver raggiunto molte persone... sarà stato il vento?
Ho apprezzato due interventi su tutti. In maniera quasi commovente, quello di Monicelli che ha messo in guardia dalla speranza. Un uomo brillante che, nonostante l'età, conserva una forza incredibile. Luttazzi è stato esplosivo, intelligente, aggressivo e anche volgare. Il satiro se ha la volgarità nelle sue corde deve esprimerla. Un satiro che si autocensura è impensabile. Non avrebbe senso. Un po' come farsi le seghe con il preservativo. Ieri, Luttazzi ha paragonato l'attuale Italia alla terza fase anale. Un po' di buon senso aiuterebbe a cogliere l'importanza del concetto espresso, mettendo in disparte la volgarità. Il potere che va a puttane e parla di importanze dei valori della famiglia, giustamente, in coerenza con la propria ipocrisia, si è indignato. Per ritornare alla scelta della torre, salverei il satiro che parla di sesso anale e sborra in un contesto affatto gratuito, all'uomo di potere che sorriseggia sull'aspetto di un'avversaria politica.
Ieri sono andato a letto con un misto di sensazioni. Con la curiosità di alzarmi per vedere le reazioni del mondo politico. Qualche tempo fa, avevo letto questa frase: "il senso della storia si conquista facendone un po'". Ricordo che mi aveva colpito moltissimo, tanto da ricordarla a memoria. Non so voi, ma io ho l'impressione che la gente abbia iniziato a rimboccarsi le maniche.
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