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mercoledì 20 ottobre 2010

Il segreto dei suoi occhi: una storia ancora da scrivere

Se questo film ha vinto un Oscar un motivo ci sarà. "Il segreto dei suoi occhi" è una storia che parla di un amore distrutto, di un altro mai nato, di una donna violentata e uccisa, di un marito che vuole giustizia, di un funzionario del tribunale che per venticinque anni cerca la verità e non ha il coraggio di dichiararsi alla donna che ama. Ad essere precisi, però, il film non racconta questo. La vera storia è quella del funzionario che, in pensione, inizia a scrivere un libro sul caso di questo brutale stupro, troppo velocemente archiviato. Questa occasione sarà la possibilità di riscattarsi, capire meglio i fatti accaduti. La storia lascia trasparire i bagliori  della dittatura Argentina degli anni '70, una storia triste e, forse, nemmeno troppo nota ai più. Il film è  privo di fronzoli e il racconto, con i suoi flashback, pur se scarno coinvolge a pieno lo spettatore perché, fino all'ultimo, la trama resta sospesa. I personaggi risultano molto particolari, a volte terribilmente reali e altre con aspetti emotivi parossistici ma, proprio per questo, sempre credibilissimi. E' un film di "non" storie. Quella del marito della vittima e della non vita che ha con la moglie uccisa. Quella di un uomo che riesce a guardare il corpo di una donna brutalmente uccisa ma non trova il coraggio di dichiararsi a quella che ama. E' la storia di una non giustizia nell'Argentina delle dittature, e di una non vendetta di un uomo che sembra aver conservato il suo equilibrio morale. E' la storia di due uomini che hanno rischiato di non vivere il futuro e, che forse, vorrebbero non avere un passato. E' una storia che non ha nemmeno un finale. Non per questo però lo spettatore ne resta deluso, anzi. Resta di fronte ad una porta chiusa con l'immaginazione al lavoro per capire cosa sta succedendo in quella stanza celata proprio sul finale.

Questo post partecipa all'iniziativa Buio in sala... unitevi numerosi!!

martedì 19 ottobre 2010

Due simbolici crisantemi per la Costituzione e la Democrazia.

Due veloci pensieri su due notizie di oggi. Due pensieri che simbolicamente sono due crisantemi sulle salme della Costituzione e della Democrazia. Sono così schifato che le parole mi marciscono sulla tastiera.
Oggi ho scoperto, con amaro stupore, che se copi ad un esame di Stato rischi di vederti annullare la prova e di essere denunciato. Se invece vinci le elezioni regionali, diciamo in Piemonte, con molti e vari dubbi a riguardo... è tutto ok. Nemmeno la briga di ricontare le schede. Intendiamoci, magari Cota, (un nome di pura fantasia) ha vinto veramente con qualche voto di scarto, però questa volontà di vietare qualsiasi chiarimento a riguardo mi fa pensare ad un truffatore che offende uno dei più importanti diritti e doveri del cittadino: il voto. Ad essere magnanimo giudicherei Cota come uno dei tanti finti invalidi che campano di mutua, pur essendo sanissimo, solo che lui campa con lo stipendio di presidente di regione pur non avendo vinto le elezioni. Finché non farà chiarezza su questo fatto, per me, quella carica se l'è presa come dono divino.

Il lodo Alfano potrebbe essere approvato anche con l'emendamento Vizzini, che prevede la retroattività. In questo caso, seppur schifato, sono anche contento. Almeno un po' di coerenza: una legge parzialmente di merda per parare il culo ad un merdone, con la retroattività sarebbe totalmente di merda. Per lo meno, i nostri figli, se mai ne avremo (perché se i peccati dei padri cadranno sui figli saranno cazzi amarissimi), non potranno avere dubbi sugli intenti dei delinquenti che l'hanno scritta.

Sono due sentenze che vanno/andranno rispettate? Alla fine la gente si stancherà di subire ingiustizie nel nome della legge? Mai come ora questa frase risulta adattissima:

Ribellarsi e ribellarsi ancora 
finchè gli agnelli diverranno leoni.

sabato 16 ottobre 2010

(UnPOdiESIA): Prima che tu dica

 
Prima che tu dica amore
La luna avrà un fremito
E i pianeti sfioreranno la collisione
Mentre la pioggia 
Per un tempo incalcolabile
Rimarrà sospesa
Ed io ti vedrò anche se
Tu non sarai ancora all'orizzonte
Aprirò le finestre e le porte 
Per accogliere il tuo arrivo 
Avrai il volto del mio destino 
E sarò l'artefice dei tuoi occhi 
Prima che tu parta 
Io sarò già triste 
E guardando dalla finestra 
Continuerò a vederti 
Anche quando sarai ben oltre il giorno 
La notte porterà con sé 
La sensazioni di abbandono e morte 
Ma il ricordo del tuo sguardo 
Mi conforterà perché 
Come le stelle anche io 
Prima di cadere 
Potrò dire di aver brillato.

martedì 12 ottobre 2010

Vieni anche tu in Italia a fare quel cazzo che vuoi!!!

Italia-Serbia 0-0. Uno spettacolo imbarazzante e, se fosse solo quello, sarebbe ancora tollerabile. Doveva essere una partita di calcio ed invece è stata l'epifania delle figure di merda. La prima è che, io tifoso genoano incensurato ma multato per un divieto di sosta nel 1986, avrei dovuto fare la tessera del tifoso per andare allo stadio; al delinquente della foto qui a fianco, però,  è stato concesso di partire dalla Serbia con fumogeni, cesoia, passamontagna nero ed entrare nel mio stadio a fare QUEL CAZZO CHE HA VOLUTO per quasi un'ora. La seconda cosa imbarazzante è: dove cazzo viviamo? Sempre il delinquente della foto parte dalla Serbia premeditando di fare casino e far sospendere la partita e poi dovrei credere quando mi dicono che hanno arrestato dei terroristi? Dopo questa sera rimango dell'idea che la gente che ci governa non prenderebbe Bin Laden nemmeno se li deflorasse. La terza considerazione riguarda il "A CHE CAZZO DI PUNTO DEVO ARRIVARE" per far sospendere una partita di calcio? Il coglione della foto è rimasto per un'ora a cavalcioni della vetrata divisoria, "pacifico" e indisturbato a fare i suoi dannati comodi porci dando fuoco alla bandiera albanese. Il delegato FIFA cosa stava facendo? Certo che devi essere proprio un palle mosce per non riuscire a prendere una decisione sensata in un contesto simile. Abbiamo assistito a fumogeni e bengala in campo, a vetrate sfondate con mazze ma non è stato sufficiente per arrivare alla sospensione. No, i giocatori sono ritornati in campo. Sgomento sul saluto della squadra serba ai tifosi. Mi rifiuto di credere che dopo che ti hanno assalito nell'autobus tu, giocatore professionista, ti senta motivato e partecipe verso simili persone. Secondo me, è sintomo di una deriva neofascita neonazista che sta tenendo in scacco mezza europa e lascia dormire sonni veramente poco tranquilli alle persone.
E' stato surreale sentire fischi e cori di vaffanculo mentre suonavano gli inni (doveva esserci un minuto di silenzio per i nostri soldati morti), è stato ancora più surreale vedere la bandiera italiana e quella serba e vicino un'altra con la scritta "respect". E' stata una sconfitta totale.
L'unico modo di pareggiarla questa partita è vedere domani sui giornali la foto del tizio in questione con un articoletto veloce, di poche parole e di questo tenore: Identificato, processato per direttissima, giudicato colpevole e ingabbiato, sarà liberato quando Gasparri, il trota Bossi e Cristina Del Basso diranno qualcosa di intelligente.
L'Italia è uno stato di diritto, anzi, era uno stato di diritto. Oramai siamo solo uno stato di rovescio, volée e forse smash. Serata disgustorama.

domenica 10 ottobre 2010

L'Italia è una Repubblica fondata sulle televendite...

Ieri pomeriggio, con la mia dolce metà, ho comprato un decoder per il digitale terrestre. Abito in una zona un po' sfigata dove vedo solo rai1, rai3 e qualche canale inutile che il massimo lo raggiungono con le linee erotiche. Questa mattina, in quattroequattrotto, ho montato e sistemato per benino il tutto. Avvio la ricerca canali speranzoso di poter vedere Vaime su La7, RaiStoria e magari anche Mediaset. Al momento la tv posso godermela solo in sala con Sky. Ricerca completata, trovati quasi 50 canali!! Con grande entusiasmo scorro la lista: Rai1, Rai2, Rai3, Rai4, Rete4, Canale5, Italia1, tappeti, pentole, poker, numeri del lotto, una messa da chissà dove, alcuni canali hard e un documentario vecchissimo ma così vecchio che sostiene ancora che la terra è ferma.

Insomma, una delusione mostruosa. 50 canali trovati, di cui una 40ina completamente inutili. Mi chiedo come sia possibile svilire in questa maniera un mezzo così potenzialmente strepitoso come la tv. Un cazzo di canale che propone qualche bel film con la possibilità di scegliere la lingua originale e/o i sottotitoli? Mi andrebbe bene anche un palinsesto in loop con Gassman, Mastroianni, Sordi, Manfredi, Troisi, Villaggio. No, tappeti. VENTIQUATTRO cazzo di fottutissime ore di tappeti. Tappeti e numeri del lotto. Tappeti, numeri del lotto e gioielli e maghe sgrammaticate.
Mi chiedo (bis) che senso abbia aver legiferato che "non si può trasmettere più del 20% orario di spot commerciali" se tutti si fanno i comodi propri? Eh già, perché la legge viene aggirata in maniera molto semplice. Alla televendita viene dato un nome e di fatto diventa un programma. Solo in Italia è possibile che una televendita diventi un programma di intrattenimento. Non mi stupisce il fatto che una legge sia aggirata dai soliti furbi, bensì dal fatto che la legge stessa non sia in grado di adeguarsi alle contingenze.   
Poi mi pongo un'altra domanda. Se il tizio che mi vende l'attrezzino in plastica per fare le spirali con le carote, è in onda tutto il santo il giorno, evidentemente è il mercato che vuole così. Altrimenti al suo posto ci andrebbe un film, un documentario o qualsiasi altra dannatissima cosa.
Ora chiedo: quanti cazzo di idioti passano la loro cazzo di giornata a guardare il venditore di turno? Sei uno di loro? Sarei quasi disposto a pagare per la tua confessione.

Alla fine mi sa che, tutto questo, non è altro che l'ennesimo segno del decadimento culturale dei tempi.

sabato 9 ottobre 2010

Somewhere di Sofia Coppola: elogio della lentezza.

Per quanto mi riguarda una precisazione importante è dovuta: Somewhere è un film che va oltre il concetto di bello o brutto. Difficile parlare della storia, è difficile perché è fin troppo facile. Tutto ruota intorno alle giornate del protagonista: attore di successo appagato e annoiato, che trascorre le giornate tra eccessi che non lo coinvolgono più e il delicato rapporto con la figlia. E' un film lentissimo ma in questo caso è un pregio, è una scelta stilistica azzeccatissima. Il tedio e il mal di vivere del protagonista non potevano essere descritti in modo differente. A proposito di descrizione... Il film è profondamente descrittivo, così descrittivo che potrebbe essere tranquillamente un quadro in movimento. I dialoghi, proprio per questa descrittività delle immagini accuratissima,  sono ridotti all'osso. Fossero totalmente assenti, probabilmente sarebbe lo stesso. Le immagini indugiano per minuti, al limite dell'assurdo, su particolari trascurabili che proprio per essere oggetto di una ripresa così minuziosa diventano fondamentali. Non ho letto le motivazione del riconoscimento (il film ha vinto il Leone d'Oro), ma alla Coppola riconosco una presa di posizione fortissima. Siamo abituati ad un cinema (ma il discorso è allargabile a tutto lo showbiz), spesso di qualità scadentissima, che risponde alla richiesta del pubblico. La Coppola ha ribaltato la regola. Questa volta è la regista a chiedere uno sforzo al pubblico. Poi il film può fare schifo o piacere moltissimo, ma per arrivare a questi due giudizi bisogna attivare i neuroni; e se si attivano i neuroni credo sia impossibile arrivare a uno di questi giudizi. Perché si riconoscerà al film qualcosa di completamente diverso. Almeno per me è stato così. Per dirla in maniera tecnologica: è una descrizione in HD tridimensionale del tedio di vivere, perché la lentezza, che poi non è nemmeno lentezza è qualcosa di più lento ed elevato, ti fagocita nello scorrere delle immagini e, in breve tempo, si ha l'impressione di essere partecipi dello stordimento del protagonista. Sembra di risvegliarsi con lui ogni mattina, con la bocca amara di sbronza o di subire gli sguardi di ammonimento della figlia (molto brava tra l'altro). Approfondire la trama è inutile, posso solo dire che il film mi ha fatto venire in mente lo "spleen" di Baudelaire e in particolar modo una poesia di Verlaine: Il pleure dans mon coeur
(...)

Il pleure sans raison
Dans ce coeur qui s'écoeure.
Quoi ! nulle trahison? ...
Ce deuil est sans raison.

C'est bien la pire peine
De ne savoir pourquoi
Sans amour et sans haine
Mon coeur a tant de peine!

Ci sarebbe tanto altro da dire su questo film. Curiosa l'immagine che arriva dell'Italia tutta lustrini e superficialità. Non avrei mai immaginato di vedere in un film simile la Ventura, Frassica e la Marini. E il fatto che all'estero usino questi personaggi come icone nazionali mi fa seccare i testicoli.
Per concludere... è la prima volta che non so se consigliarne la visione o meno. C'è un rischio da correre. Potreste uscire dalla sala entusiasti di aver visto un film meraviglioso oppure con la certezza di aver assistito alla pellicola più inutile e insensata di sempre. Ve la sentite di rischiare? Se la risposta è sì... bé, sapete cosa fare.