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giovedì 30 dicembre 2010

Il 2011? Tanta roba se non andasse peggio del 2010...

Il Natale 2010 è andato, con i suoi soliti momenti di ansiogena frenesia che si vaporizzano in una nuvola malinconica. Come tutti gli anni, quello natalizio, è un periodo che vivo molto male. Non è questione di essere Grinch, è la fastidiosa ipocrisia che mi urta. Una delle cose più becere dello spirito natalizio è che tutti diventano finti, salutano persone delle quali hanno sparlato tutto l'anno, perché in fondo... è Natale. Io, passando per cattivo, rimango coerente con le mie antipatie. Se mi stai sulla minchia a giugno e agosto, non ho motivo di salutarti o farti gli auguri a dicembre. Per forza di cosa Natale, la convenzione consumistica per eccellenza, è sinonimo di regali. Così siamo tutti alla disperata ricerca di un regalo per tutti e finiamo nell'assurdo paradosso di dover comprare qualcosa a chi non manca nulla. Mentre chi non ha un cazzo continua il suo quieto vivere. Nei vari negozi  sovraffollati, che ho frequentato in questi giorni, sono stato preso a gomitate da distinte signore spaventate che quel maglioncino fosse l'ultimo. Poco importa se su quello scaffale ce n'erano centinaia esposti e le commesse fossero già pronte ad armare le mensole con altri capi uguali. La signora, presa dalla mania convulsiva del "devo prenderlo per mia figlia non osare metterti in mezzo", questo non lo nota. Ogni anno mi ripropongo di sistemare la questione regali a metà novembre, poi per una cosa o per l'altra non riesco mai e mi riduco a questa battaglia degli acquisti. L'anno prossimo, mi piacerebbe mordere alla giugulare la signora appena citata, e farla morire in una pozza di sangue rosso, come il vestito di Babbo Natale.
Il Natale però, in tutto il suo splendore di strenne e luminarie, è la morte silenziosa dei sentimenti. Frotte di genitori regalano tonnellate di giocattoli a bambini con i quali non hanno mai tempo di giocare. Playstations unoduetrequattro, così in casa il nanetto si chiude in stanza a 13 anni e lo ritroveranno tossico asociale a 18 ,in stazione centrale. Dopo tutta la serie di playstations casalinghe, regalano anche quella portatile... sia mai che quando vanno dal dentista càpiti di scambiare due parole con quello sconosciuto che ogni tanto mi chiama papà. Ormai il Natale è morto. Siamo onesti almeno con noi stessi. Non ci manca nulla. Abbiamo la tavola imbandita tutto l'anno, se ci serve qualcosa lo compriamo tutto l'anno. Solo in pochi conservano la magia del ricevere un pensiero, pensiero nel vero senso della parola. Ho assistito a scene indegne di signore che davanti ad un oggetto carino, che rispecchiava in qualche modo il destinatario del dono, non l'hanno comprato perché sicuramente "mi regalerà qualcosa di più costoso e io che figura ci faccio?".
Comunque anche il festival del consumismo inutile e forzato del 2010 è andato. Ora arriva capodanno. E via con un'altra kermesse di spreco a tavola. Con centomila antipasti, diciotto primi, ventidue secondi, frutta tropicale e dolci a quintalate. No, grazie al cielo il capodanno lo festeggerò con persone intelligenti. Una cena di cose buone, con quantità per persone normodotate. Natale (e Capodanno), spesso, finisce per essere una  festività che parla di carità e benevolenza, mentre in realtà è un vero schiaffo alla miseria.

Per concludere, auguro a tutti un 2011 non peggiore del 2010. Sarebbe auspicabile fosse migliore dell'anno che fra poche ore si concluderà. Non vorrei essere troppo pretenzioso, sarebbe già tanta roba se non andasse peggio del 2010...
Vi starete chiedendo il perchè della foto. Perché un nuovo anno porta progetti, propositi e tante altre cose. Potete essere bravi, ingegnosi, fantasiosi, creativi, ambiziosi, funambolici. Insomma, potete avere centomila qualità e talenti ma ricordate: senza una bella razione di culo non si va da nessuna parte.

mercoledì 22 dicembre 2010

Un pensiero per Enzo Bearzot

Se ne è andato l'uomo che mi ha regalato il più bel ricordo sportivo. Dopo quella vittoria nel 1982 nulla mi ha emozionato allo stesso modo. Grazie Vecio.

lunedì 20 dicembre 2010

Musica Nuda 55/21: quando la Musica ha tutte le lettere maiuscole.

Musica Nuda è un duo composto da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Non hanno vinto talent show o classifiche di prevendita. Anzi, detto tra noi in Italia sono poco conosciuti. Petra è la voce, e che voce, di questa formazione atipica, Ferruccio è il musicista contrabbassista. A differenza di tanti che prima diventano cantanti e poi, se è il caso, si mettono a studiare musica, loro hanno fatto l'esatto contrario. Se volete saperne di più, andate sul Musica Nuda Officiale Site.

Siamo quasi a Natale, magari non sapete ancora cosa regale al vostro amico/a e state pensando al solito pensierino fatto con il cuore ma un po' banalotto. Vi consiglio di prendere in considerazione l'album dei Musica Nuda 55/21. Non fatevi ingannare dai titoli qui sotto: non è solo un raccolta di cover.

1.    Pazzo il mondo 
2.    Sì viaggiare (con Gianluca Petrella) 
3.    Bocca di rosa 
4.    La canzone dei vecchi amanti (con Stefano Bollani) 
5.    Fronne (con Nicola Stilo) 
6.    Io so che ti amerò (Eu sei que vou te amar) 
7.    Anema e core 
8.    Marinaio 
9.    Two for one 
10.  It had better be tonight 
11.  The very thought of you (con Stefano Bollani) 
12.  La pittrice di girasoli 
13.  Una carezza in un pugno 
14.  While my guitar gently weeps 
15.  Crocodail (con Jacques Higelin) 
16.  Km e dolori 
17.  Basta un colpo di vento

Ci sono collaborazioni con musicisti eccellenti come Pacifico, Cristina Donà e Stefano Bollani e non solo. Troverete tutto il talento di due musicisti straordinari che piuttosto che scendere a compromessi con il mercato, infatti in Italia li conoscono in pochi, hanno raggiunto grande notorietà all'estero, soprattutto in Francia. Al di là della scelta di pezzi che sono la storia della musica, quest'album è una piccola raccolta di perle fatte di note dell'eclettico Ferruccio e della  voce straordinaria di Petra, una voce che sa essere pura armonia ma anche lama tagliente. Tra i 17 pezzi che sono certo vi incanteranno troverete anche un'audace Bocca di rosa fatta a mille all'ora. Qualcuno forse storcerà il naso, non tutti gradiranno questa personalissima versione di De André. Riconosco che è molto particolare ma, apprezzatela per il coraggio e la grande capacità vocale e musicale dimostrati da chi la esegue. Se vi capitasse la possibilità di vederli dal vivo, non perdetela. Sono straordinari:

domenica 19 dicembre 2010

(UnPOdiESIA): Nulla lascia pensare il contrario

Sto morendo è chiaro
Nulla lascia pensare il contrario
E' iniziato tutto tempo fa
Nel momento del concepimento
Tutto il percorso fatto
Porta alla fine
La vera vita
Sarebbe possibile
Solo a ritroso
Partire dalla cenere
Arrivando all'esplosione
Alla scintilla dell'inizio di tutto
Non sono preoccupato
Non sono spaventato
Solo gli stupidi
Hanno paura della morte
Passano l'esistenza
Cercando inutilmente di procrastinarne l'arrivo
E più si dedicano a questa arte
Più muoiono
Non credo a vite ultieriori
Tanto meno al regno eterno
Non lascerò nulla che possa sopravvivere
Forse qualche buon ricordo
In chi mi ha amato
Ma che importa?
Ho avuto emozioni dolori
Successi e sconfitte
E tutto meritato
Conquistato con fatica
Morirò
E la mia morte sarà una lettera
Da nessuno scritta
Da nessuno inviata
Da me ricevuta
Quando sarà
E non escludo che potrei essere io
Ad avventarmi su lei
Avrò vinto comunque
Perché la sconfitta
Segnerà la mia vittoria più bella
Dopo che i miei occhi si chiuderanno
La morte non avrà più nessun potere su di me.

sabato 18 dicembre 2010

Democrazia è anche dissenso...

Sfogliando i giornali di oggi, leggo che a Bruxelles nell'ultimo incontro della UE, è stato fatto un esperimento di democrazia multimediale, nel quale un maxischermo proiettava messaggi di persone comuni, riferiti ai propri politici. Un grandissimo esempio di democrazia diretta. Purtroppo questo esperimento ha dimostrato che anche all'Unione Europea c'è confusione sul concetto di democrazia. Democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo. Questo vuol dire che il popolo può concordare ma anche dissentire. Se uno di questi due aspetti viene meno, la democrazia muore.
Ritorniamo a Bruxelles e al maxischermo. Questo esperimento è andato avanti per due ore. Durante l'intervento di Berlusconi, però, il maxischermo è stato invaso da messaggi di dissenso verso il Premier. Messaggi che lo accusavano di comprarsi il sesso, i deputati, di connivenza con la mafia, ecc... ecc...
Invece di porsi domande sul perché durante l'intervento del Premier più amato d'Europa (secondo il suo medesimo parere), lo schermo esplodesse di messaggi di dissenso, si è preferito bloccare il tutto. La motivazione data dalla responsabile è molto semplice evitare di imbarazzare il Primo Ministro ed, eventualmente la delegazioni italiana. Tutta questa cortesia verso Berlusconi, per me ha un altro nome: censura. In nessun paese civile per evitare l'imbarazzo di uno, si toglie la parola a tutti. Oddio in alcuni Paesi sì, quelli dove c'è un dittatore. Questo esperimento di democrazia diretta ha ferito la libertà di espressione di molte persone. La cosa è ancora più grave perché queste persone avevano questo UNICO mezzo per farsi sentire. Dopo questo episodio ai miei figli cosa potrò insegnare? Che la democrazia è il potere che ha il popolo di dire cose che non imbarazzino il potere?

Il problema poi, non è nemmeno quello di imbarazzare Berlusconi. Questo uomo non si imbarazza davanti a nulla. Il vero nocciolo di tutto è riuscire ad avere rappresentanti politici "non imbarazzabili". Però, su questo aspetto devono lavorarci gli italiani e considerando che gente come Scilipoti è in parlamento... siamo molto indietro.

 

venerdì 17 dicembre 2010

Valerio Scanu: Parto da qui... (reprise)

Parte precedente... fai click!!


Continuiamo con la recensione del contenuto di Parto da qui, l'ultimo sublime lavoro di Valerio Scanu. Sublime nel senso di sublimazione, ovvero, la transizione di fase di un elemento o composto chimico dallo stato solido allo stato gassoso, senza passare per lo stato liquido. Infatti, proprio come un gas che si perde nell'atmosfera, alla fine dell'ascolto non rimane nulla, eccetto un lieve malessere al colon.

Traccia 1 Libero: la solita canzoncina orecchiabile con intro pianistico e base ritmica accattivante ma priva di qualsiasi originalità. Pezzo deludente fin dall'inizio. Ancor più deludente perché l'arpeggio iniziale, per qualche secondo, richiama i grandi pezzi ariosi degli anni '70, tanto da pensare "vuoi vedere che stavolta..." invece, niente. Tutto il resto del brano è un continuo ripetersi senza cambi di marcia. Concetto che viene elaborato in maniera piuttosto banale e, se fosse stato più sintetico, poteva partorire una canzoncina di una trentina di secondi. Già dalla prima traccia vediamo l'abuso di rime  gigidalessiane: sole/cuore, strani/mani/domani, tristi/imprevisti, stelle/pelle. Convengo che è difficile parlare di libertà,  è sempre un intento meritorio, però, se dobbiamo ridurre tutto ad un senso di irresponsabilità, riassunto nel "non pensare troppo a cosa sarà domani" o credere che la libertà sia solo "sbagliare treni, fermate, stazioni"... tanto valeva scrivere un canzone sulla figa per tutti. Detto questo la canzone non fa così schifo e salvo una frase bellissima: libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato. Non ci avrete mica creduto, vero?

Traccia 2 L'amore cambia: solita base musicale che non è né carne né pesce, un mediocre R' n b' che punta tutto al meramente commerciale più che ad una vera ricerca stilistica. Se l'intento era proporre un vero R' n b' è un bel fallimento, il risultato si riduce alla classica canzonetta orecchiabile, che probabilmente in primavera farà sculettare tante adolescenti, nulla di più. Il testo parla di amore (eccheppalle!!!). Rispetto alle solite struggenti canzoni dove mi sveglio il sole c'è perchè ci sei te, lei non c'è più, lui non mi ama più, Scanu cerca di sondare la psicologia dell'amore, per vedere se questo potentissimo sentimento è in grado di far maturare, crescere una persona. Cito:

Sarò qui nascosto ad aspettare chi mi scoprirà, 
troppo curioso di vedere se è proprio vero che l'amore cambia. 

L'intento meritorio di fornire un nuovo punto di vista sull'argomento ammmore, si perde miseramente in una riflessione tanto stupida quanto banale. Anche un lavandino è conscio del fatto che l'amore cambia. L'innamoramento e la fine di un amore, se il tuo cuore non è della stessa materia degli hamburger di McDonald, ti cambiano. Lo sanno tutti!!! Andiamo oltre. Tranquillizzo il lettore: nei prossimi brani non c'è una canzone dal titolo "L'acqua troppo calda scotta"... anche se c'è mancato veramente poco. Dimenticavo la chicca più fulgida di tutta la canzone. Visto che il pezzo non era già abbastanza diversamente brutto, ecco  il grammaticidio: 

io resto fermo
non mi metto fretta
tanto so che un giorno
io ti troverei.


Capisco le eventuali difficoltà con il congiuntivo ma porc' qui viene espressa la certezza che in un futuro ti troverò!! Dopo tutte le castronerie grammaticali del primo album, eccone di nuove. Qui le cose sono due: o i parolai in questione sono incapaci oppure sono pigri e sicuri che l'ascoltatore medio di Scanu tanto non se ne accorge. Propendo per entrambe le ipotesi.

Traccia 3 Mio: mi gioco subito il carico. Questa è la canzone più brutta di tutto lo Scanupertorio. Una cagata di proporzioni epiche. Nell'anno domini 4190, secondo me, ci sarà ancora gente che prenderà per il culo i nipoti di Scanu... ma tu sei parente di quello lì che... ahahahahhah!!!
E'mmmmioooo nella versione camicia.
Questa canzone mi fa venire in mente quelle orribili camicie patchwork che possono essere brutte oltre ogni immaginazione. L'impressione è proprio di aver riciclato pezzi di diversi brani. La produzione avrà pensato: tanto ci infiliamo il ritornello a squarciagola, tutti osanneranno le doti vocali di Valerio e nessuno penserà alla merda di canzone. 
L'intro pianoforteggia con la vocina leggera di Scanu che poi irrompe, quasi sguaiata, nel ritornello E'MMMMMIOOOOOOOOOO! Il testo è un'accozzaglia pletorica di immagini naturalistiche con la strausata e scartavetrante metafora dell'ammmore/magico fenomeno naturale. Come evitare la citazione della prima strofa?

E mi stravolgi il sole
Mi soffochi le nuvole
e mi sporchi il cielo
Mani piene di colore
Che facce fa l’amore
Mi prendi a calci
i sogni e il cuore
Bocca piena di parole...

A volte viene da chiedermi cosa pensino dell'amore tutti questi scribacchini da jukebox.  Ma avranno davvero un'idea così banale e banalizzante di questo sentimento? Se la sostanza dell'amore per loro è così slavata, rischiano di innamorarsi perdutamente di una cotoletta. Sono evidentemente canzoni scritte per far numero. Sono tutti parolai che per contratto devono scrivere  X testi al mese e allora tengono buono proprio tutto. Se già l'intro ha gli stessi effetti di una contaminazione da tifo petecchiale, aspettate di leggere il ritornello...

E' Mio
Solamente mio
il ricordo e l’emozione
Della neve che vien giù fuori stagione
Della pioggia d’estate

Prendete un album a caso dei cantanti gonfiabili di Amici e Xfactor, troverete la classica canzone universale come questa. Quando si deve riempire un cd e manca un pezzo, c'è sempre quello con le metafore prese dalla natura, poi quando il parolaio è proprio alle cozze tira fuori dal sacco le becere strofe con i soliti paradossi della neve fuori stagione. Dico io, invece di raschiare il fondo del bidone, scrivendo le solite minchiate... copiate. Ecchecazzo, se non avete più idee e volete per forza fare metafore sulla natura, aprite il Canzoniere di Petrarca... di spunti ce ne sono a iosa! Che poi si possono ancora fare quadretti naturalistici di gran classe. Fossati ne Il bacio sulla bocca ne è un esempio: Mi vedi pulito pettinato / ho proprio l'aria di un campo rifiorito / e tu sei il genio scaltro della bellezza / che il tempo non sfiora .

Traccia 4 Non c'è più: un pezzo che trasuda originalità. Indovinate di cosa si parla? L'ammmmore finito. Però, lo si fa in modo molto elegante, con argute e fantasmagoriche riflessioni filosofiche. Un pezzo profondissimo, difficile, per alcuni aspetti insondabile, non si capisce se questo amaro malessere è nei confronti della vita in generale o di qualcosa in particolare. Tutto rimane indeterminato e per questo vibrante. Il buon Valerio avrebbe potuto banalmente cantare:

non c’è più piacere
non c’è più
dolore
non c’è più amore, amore

Invece, con un'intimissima meditazione personale, canta:

non c’è più piacere
non c’è più
dolore
non c’è più amore, amore

Direte eccheccazzo, è uguale!! E' vero ne convengo, ma almeno non ci sono errori grammaticali. Anche perché, quando cerca di dare spessore ai versi escono delle caleidoscopiche filastrocche come questa:

... piovono ricordi come gatti
e cani in Inghilterra
tutti giù per terra giro girotondo
casca il mondo e anche noi due senza più...

Giuro che non ho aggiunto nulla. E' tutta farina del suo sacco, io certe stronzate non riuscirei a scriverle senza additivi lisergici. C'è anche un accennato sgrammaticidio:

sarà che essere sinceri ha il prezzo da pagare che si resta soli

Vi risparmio il finale. Anzi no:

... nella nostra differenza
c’è una somiglianza la diversità.
Sarà che ieri era un futuro e oggi è già passato domani chi lo sa...

Caro Valerio, trovo che tu sia un po' confuso sui tempi e modi verbali. Nel caso "La nuova Grammatica della lingua italiana" di Dardano e Trifone potrebbe correre in tuo soccorso. Ah, però non aspettare che esca il film, mi raccomando. Due riflessioni finali. Sono d'accordo che a volte la sincerità si paga con la solitudine (oh toh! Si poteva scriverlo senza uccidere la grammatica), però, dipende anche cosa si dice. Se vado dal mio ammmore a dirle che mi sono scopato tutto l'ufficio, il discorso perde un po' valore... che ne dite?
Riguardo al discorso iniziale del

sarà che accanto al nome mio c’è l’aggettivo stronzo e non si leva più"

(eh sì, perchè il pezzo ha questo fortissimo spirito autocritico), diciamolo senza remore... se l'hai lasciata dedicandole una canzone così di merda... sei uno stronzo gigantesco.
    Traccia 5 Ci credo ancora: un pasticciere d'alta scuola la chiamerebbe così: tortina di merda con cuore caldo di diarrea alle mandorle e guarnizioni con velo di cannella. Qualche commento letto online parla di sperimentazioni musicale. Non è che una palpatina di tette al reggae significa sperimentazione. Il testo, in questi tempi di crisi, è un'esortazione ad andare avanti o forse no. Ad essere sinceri non è che si intuisce molto cosa voglia dire. Forse hanno capito che invece di scrivere una palese minchiata è meglio rimanere nell'indeterminato? Tanto qualche critico marchettaro che scriverà "testo di ermetica intensità" lo si trova a buon prezzo. Tutto sommato il pezzo si fa ascoltare... il reggae anche quando fa cagare, ricorda sempre l'estate e, dunque, mette un po' di allegria... specialmente con questo freddo dicembrino.

    giovedì 16 dicembre 2010

    La solitudine dei numeri Premier


    Proprio qualche giorno fa ho finito questo bellissimo e attuale romanzo. Ne approfitto per parlarvene un po', magari vi stimolo alla lettura o a lasciare l'Italia. Il romanzo racconta la storia di due persone, di nazionalità italiana, Cesare e Chiunque, le cui vite vengono gravemente segnate da vicende accadute nella loro infanzia.

    Cesare è descritto come un facoltoso e libidinoso settantenne che pur odiando la politica e non mostrando alcuna attitudine particolare per questa attività, se non quella di saper raccontare menzogne anche se non necessario, è costretto a fondare un partito e diventare Primo Ministro, unico modo per garantirsi l'immunità parlamentare. Una mattina, buona parte del partito si separa dalla linea politica di Cesare che, per non veder cadere il suo governo, è costretto a comprarsi deputati come fossero Chupa Chups. Cesare in questo è bravissimo, essendo anche presidente di una squadra di calcio, le compravendite è abilissimo a farle,  specialmente se può offrire "favori" a persone poco limpide. L'unica differenza è che per la sua squadra di calcio ha sempre comprato il meglio, mentre per il partito va bene Chiunque. Infatti non serve un fuoriclasse assoluto, Chiunque basta e avanza per far numero.

    Chiunque è un ometto poco dotato ma in questa circostanza è abilissimo a sfruttare l'occasione. Non per nulla si dice che l'occasione trasforma chiunque in ladro. Chiunque, a differenza di suo fratello Qualcuno che invidiava moltissimo, conduce un'esistenza isolata dal resto dei suo compagni di partito, vivendo la sua vita di deputato in solitudine. Poi, un giorno, per poter partecipare alla festa per il compleanno di Cesare a Villa Certosa, lascia la sua coscienza a casa. Qualcuno la trova e la dona in beneficienza.

    La necessità di allargare il numero di parlamentari di Cesare e la voglia di Chiunque di diventare qualcuno, induce quest'ultimo che militava nell'opposizione a fare il salto della quaglia e appoggiare Cesare. Chiunque, che sappiamo poco dotato, non si era contraddistino per una brillante carriera politica nelle file dell'opposizione. Probabilmente, in tutta la sua vita non si è distinto in nulla. A pensarci bene Chiunque si è distinto proprio perché non è mai riuscito a distinguersi in nulla. E' un inetto completo, che ha raggiunto cariche di governo per il suo completo servilismo. La sua inutile posizione all'interno del partito di opposizione fa si che il suo voltagabbana non sia nemmeno letto come un vero e proprio tradimento.

    Il racconto poi si sposta nel periodo più drammatico della crisi di Cesare che afflitto dalle sue voglie libididinose, insostenibili da un corpo che manifestava evidenti i limiti della sopraggiunta età, inizia a perdere fiducia nella sua virilità. Chiunque, poco dotato, snobbato da Tutti e con una vita sociale pressoché nulla,  avendo accettato le lusinghe di Cesare, viene ammesso nel giro di amicizie che contano. Finalmente Chiunque può godere degli agi di Cesare: ricchi ristoranti, festini privati, ragazze meravigliose e disponibili. E per ricambiare il favore, più per servilismo che per reale gratitudine, Chiunque riesce a far ritrovare a Cesare la perduta fiducia nella sua decadente virilità.

    Cesare e Chiunque stringono un'amicizia particolare: le due esistenze dipendono l'una dall'altra, ma se possono non si cercano. Nessuno dei due nutre interesse nell'altro: il primo usa il secondo per non cadere dal piedistallo mentre il secondo usa il primo per smettere di essere Chiunque e diventare Qualcuno.

    Qualcuno di voi l'ha letto? Questo è un velocissimo riassunto. Se avete idee per arricchirlo... scrivete.

    mercoledì 15 dicembre 2010

    Valerio Scanu: parto da qui. Vabbè, ciao... non disturbarti a tornare!

    Dopo il post sulla banalità degli album dei giovani dei talentsciò, riassumibile nell'equazione faccione più font glitterato/aggressivo/elegante/finto rovinato et voilà! il cd è fatto, come promesso... ecco la recensione dell'ultimo lavoro di Scanu.

    Per dipingere una parete grande ci vuole un pennello grande!
    Qualche giorno fa, la mia cara amica Federica mi ha informato dell'uscita dell'ultimo album di Scanu, richiedendomi caldamente una recensione, come è stato fatto per il primo ciddì. Per la precisione devo dire che Federica, per chiedermi una cosa simile, mi odia. Gli amici continuano a dire che è per via del fatto che l'ho sedotta, ingravidata e abbandonata. Per me è solo rancorosa e vendicativa. Alla fine ho deciso di accontentare la sua richiesta, magari ci scappa un'altra notte di sesso furioso. Sabato 4 dicembre mi sono recato in un negozietto, per toccare con mano il nuovo oggetto dei desideri. Sulle prime sono rimasto un po' perplesso. La mia perplessità, poi diventata delusione, riguarda la foto della copertina. Dovete sapere che io porto gli occhiali, appena entrato nel negozio sopracitato, per il freddo le lenti si sono appannate. Intravedendo la cover del cd, ho pensato che Valerio avesse finalmente deciso di darsi ad altre attività. Leggere il titolo "Parto da qui", e vederlo nella foto con un pennello in mano mi ha fatto ben sperare. Toh! Ha deciso di smettere con lo showbiz per intraprendere la strada dell'imbianchino. Invece no. Quello che stringe in mano non è un pennello ma un microfono fescion. Considerando come galoppa la disoccupazione giovanile, possiamo ancora sperare che resti un cantante disoccupato. Passato dallo stato di perplessità a quello di sgomento e delusione, sento delle giovincelle nelle vicinanze che parlano del cd in questione. Una delle due adolescenti, stringendosi il cd al petto, esclama che quello è sicuramente l'album della maturità.  L'altra annuisce dicendo che la barba non gli sta molto bene, ma almeno gli copre i brufoli. Non ci crederete ma ho condiviso il pensiero della prima, quella che parlava di album della maturità. Altro non fosse per l'iter: album d'esordio (orribile), a seguire quello della maturità e,  con un atto magnanimo gli concediamo quello della vecchiaia. Però, poi basta. Parafrasando una celebre frase attribuita a Voltaire, direi che disapprovo quello che fai, ma a tutto c'è un limite. Incuriosito dalle riflessioni delle due ragazzuole, le ho pedinate per un po' fingendo indifferenza. Una aveva un bel culo ma ero attratto dalle loro parole. Fermatesi vicino alla corsia dei bestsellers, hanno continuato la loro discussione su cose che francamente non ho ben capito. Poi si sono salutate ricordandosi, appena tornate a casa, di cliccare su un qualche sitoweb per mandare Scanu in testa. Temo che ci estingueremo per colpa di una classifica online.

    Veniamo al disco. Al primo ascolto sono rimasto stupito. E' stupefacente verificare come sia possibile pubblicare un ciddì senza uno straccio di idea o la parvenza di qualcosa di lontanamente originale. La maggior parte delle canzonisgarzoline richiamano alla testa qualcosa di già ascoltato. Se non fosse per la lobotomizzazione talentscioistica dell'italiano medio, un cantante che presentasse canzoni simili sarebbe già stato coperto di fischi, scaracchi e bicellate nelle orecchie. I più sadici gli avrebbero tirato anche i peli del naso. E' un album pensato per essere piacione e vendere, senza la benché minima attenzione alla novità o alla qualità. Per dirne una, con la mia dolce metà lo abbiamo ascoltato in macchina, facendo un gioco. Il divertimento consisteva nel cercare di azzeccare le parole del testo. Vi garantisco che è un gioco da bambini, tanta è la banalità delle parole. Provate anche voi, però vi avviso che già alla terza traccia, causa la facilità del gioco, si perde un po' di entusiasmo. Se proprio si vuole salvare qualcosa... che dire? E' un album che potrebbe avere una grande funzione sociale. Se Tremonti, invece di tagliare a cazzo sull'istruzione, mettesse una tassa sui cd che contengono rime banali (amore-cuore-dolore-colore, strani-mani-domani, ecc...), solo con l'album in questione ripianerebbe buona parte del debito pubblico. In effetti, un altro risvolto sociale c'è: con tutti gli errori grammaticali accumulati tra primo e secondo album, senza sorvolare sulla banalità dei contenuti, ci si rende conto che invece di tagliare fondi all'istruzione, ci sarebbe da aumentarli almeno del doppio. Anche se,  con i parolai che hanno scritto queste canzoni, probabilmente stiamo parlando di hopeless cases. Devo essere onesto: questo album è sicuramente meglio del precedente. Devo essere di nuovo onesto: ci voleva veramente poco, bastava registrare lo stridore di un'unghia sulla lavagna.

    Non cincischiamo e passiamo all'ascolto delle undici tracce. Anzi no... per oggi basta così. Vi aspetto nei prossimi giorni... magari già domani... chissà.

    Facciamo che ci salutiamo con i titoli delle tracce di questo cd di spessore. Così di spessore che io l'ho trovato utilissimo per far smettere di ballare il tavolo della sala. Finiamola qui, ecco i titoli:

    1. Libero
    2. L'amore cambia
    3. Mio
    4. Non C'è Più
    5. Ci credo ancora
    6. Aria colorata
    7. Chances
    8. Il cuore non mente mai
    9. La mia coperta sul cuore
    10. If i was made for you
    11. Parto da qui



    martedì 14 dicembre 2010

    Scusate la mia ignoranza in questa specie di politica, ma io so che il deputato deve fare l'interesse dell'elettore...

     

    Mi piacerebbe leggere i nomi e vedere la faccia di tutti quelli che hanno votato la fiducia. Mi piacerebbe anche aver la possibilità di chiedere la motivazione del loro voto. Soprattutto mi piacerebbe ci fosse una bella indagine finanziaria. A me questa cosa puzza, puzza terribilmente di marcio. Quanto costa il voto di un parlamentare?

    lunedì 13 dicembre 2010

    Consigli per i regali: "tappo" per bottiglie...



    Si ringrazia l'amico 'nzermino per la segnalazione.

    giovedì 9 dicembre 2010

    In principio era Scanu, ovvero della banalità.

    In questi giorni sono stato preso alla gola da due notizie sconvolgenti. La prima riguarda l'uscita del nuovo album di Scanu (no, purtroppo non parlo di quello delle figurine); la seconda, invece, è l'iscrizione del nostro all'Università. Sulla seconda ammetto che ho dedicato un applauso a Scanu: due occhioni languidi e dei capelli vaporosi dedicati alla facoltà di medicina, sono degni della massima stima. Invece no. Frequenterebbe una fantomatica Facoltà di Lettere ad indirizzo musicale. L'idea iniziale di questo post, per forza di cose, è mutata radicalmente. Dunque:

    AVVISO PER I LETTORI. In principio era un post unico. Volevo recensire il nuovo lavoro di Scanu ma c'è tantarrobba e ho dovuto dividere il lavoro in due scritti differenti. Il primo, che è quello che stai leggendo, sono riflessioni filosofico-artistiche senza la benché minima qualità (visto l'argomento era impossibile fare altro), che esulano dallo Scanupensiero e si concentrano sul piattume della musica "ad dolescente", un po' come le leggi ad personam. Nel secondo troverete un'analisi sociostoricopoetica dei brani del nostro paladino. Proseguiamo con il primo post.

    Passato il ciclone Scanu, che si è risolto come una scorreggetta in una tempesta, le previsioni future ci mettono in guardia dall'uragano Nathalie. In questi giorni mi sono dovuto difendere anche da quello Scarrone. Mi faccio una domanda, alla quale spero voi siate in grado di rispondere: è possibile che ogni anno da 'sti cazzo di talentsciò debba uscire il nuovo talento della musica italiana? Siamo veramente il paese con la più alta concentrazione di fantastici cantanti al mondo? La butto lì: è così strampalato pensare che la preparazione musicale media degli italiani sia così mediocre da far vedere talenti ovunque? Quest'anno, grazie alla presenza di Elio, ho visto qualche puntata di X-Factor. La mia impressione è che questi nuovi fenomeni risaltino in maniera così fulgida solo per la pochezza degli altri concorrenti. Se mi mettessi a giocare a pallone con dei bambini di sei anni, secondo voi mi comprerebbe il Barcellona? Se dovessi pranzare con frittata di mosche o formaggio ammuffito non è che quest'ultimo diventerebbe Camembert.

    Devo però spezzare una lancia (lo farei volentieri sulla schiena di Nevruz) a favore di questi talentsciò. Alcuni miei alunni, grazie a questi programmi, hanno scoperto le "vecchie" canzoni. Con il risultato di preferire gli originali ai doppioni cartonati che passano in tv. Alla fine possiamo almeno salvarne l'aspetto divulgativo.

    Andiamo un po' nello specifico. Il nuovo album di Scanu (che ho ascoltato più volte ma che commenterò  approfonditamente nei prossimi giorni) scodinzola  nella nuova vena della creatività musicale italiana. Se prima creatività voleva dire sperimentare e proporre nuovi stimoli al pubblico, ora creare significa individuare lo stimolo al quale risponde il pubblico e sfruttalo al massimo. Un concezione piuttosto pavloviana. Questo aspetto lo si può notare già visivamente. Gli over trenta come me (sigh!!) ricorderanno che musica, arte e moda hanno innescato un fermento creativo pazzesco negli anni passati. Avranno ancora vive negli occhi le magiche copertine di alcuni LP. Entrare in un negozio di dischi, era di per sé un'esperienza visiva pazzesca. Le copertine esplodevano come fiori in primavera. Un disco oltre all'impegno musicale, portava quello fotografico, a volte pittorico. Non é un caso che grandi artisti figurativi abbiano contribuito alle fortune di molti dischi. Spesso le copertine erano una sorta di riflesso del contenuto musicale. Non nego che alcuni dischi li ho comprati per il grande impatto visivo della copertina, senza neppure conoscere il musicista in questione ma, raramente, ne sono rimasto deluso.

    Oggi invece che succede? Oltre al piattume contenuto nel supporto (magari più tardi, se ho voglia e tempo ne parliamo), la banalità rimbalza già dalla copertina. Qualche esempio?


    Ecco una originale foto in bianco e nero della Amoroso per l'album "Senza Nuvole" e, aggiungerei  nemmeno fantasia. Primo piano intenso a sottolineare gli occhioni da cerbiatta. Foto piuttosto modaiola, più improntata alla vendita di un mascara o di un bijoux, che di un album musicale.


    Ecco un'altra originale foto, questa volta a colori, della Amoroso. Primo piano secco per far risaltare gli occhioni da cerbiatta. Ops, non è l'Amoroso ma la Errore con "Ragazza, occhi, cielo". Magari all'interno del cd ci sarà dato sapere se le definizioni del titolo sono Verticali o Orizzontali. Probabile che le due copertine siano state fatte insieme... in questi tempi di crisi avranno fatto un forfait, speriamo almeno sia stata rilasciata fattura...


    Segue Emma con una copertina che se non é un inno all'originalità, almeno è differente. Mentre le due precedenti sembrano uscite da una serata dialogica con Schopenauer, ecco una bella copertina colorata alla Barbie Girl. Lei ha un bel sorriso sornione e io so perché. Leggete il titolo dell'album. Emma s'è fregata le nuvole della Amoroso!!

    Andiamo oltre, passiamo ai maschietti.


    Ecco qui una bella foto di Marco Carta in versione Gieims Diin. Date un occhio qui per la recensione dell'album in questione. Anche se credibile come una banconota da sette euro questa foto risulta la più originale del gruppo. Difficile crederlo vero?


    Proseguiamo con la mia preferita: un Carone d'annata. Sguardo un po' da pesce lesso. Secondo me questo scatto è figlio di una scelta fatta da un'equipe ubriaca. Dovrebbe essere una foto del periodo interlocutorio-meditativo. La sua speculazione filosofica cerca di rispondere ad una domanda cosmica: come cazzo è possibile che ci sia gente che mi permette di incidere dischi? Ma soprattutto com'è che qualcuno li compra? Non c'è da stupirsi se le sue composizioni conducano a filosofi intimisti come Kierkergaard, in lotta contro il mondo che è sinonimo di superficialità e conformismo, dal quale sarebbe meglio fuggire. Più che Carone sembra Caronte.


    Ripropongo un altro scatto di Carta. Tutto bello bianco e patinato, con un filo di barba che contrasta con  la purezza del resto della foto. Dice che mi rincontrerà. Non preoccuparti, non è necessario... ti chiamo io. Un'analisi della poetica cartiana fa capire quanto questo pensatore moderno dipenda da Schopenhauer. Per il filosofo tedesco l'amore è una forza che travolge qualsiasi cosa. La vera finalità di tutto è riassumibile nella  continuazione della specie. Per sintetizzare il tutto: non c'è differenza tra un toro da monta e la profondità dei versi cartiani.


    L'esatto contrario della foto precedente. Satanasso di un fotografo!! Una ne pensi e una ne fai... Dove prima era tutto bianco e angelico con un viso un po' bricconcello, ora è tutto scuro e diabolico, con uno Scanu bello liscio e rasato con i ricci fluenti a incorniciare il visino da putto. Notato l'originalità? Titoletto in rosso che recita "Sentimento". Vista la posizione era più adatto "Reggi mento".


    La verità storica però, ineludibile in quanto verità, impone di dire che Scanu e Carta sono discepoli di Dennis. La differenza sostanziale tra i due precedenti è che l'antesignano di questo genere di posa preferisce sdraiarsi sull'altro lato. Devo capire se questo cambio di posizione sia una metafora politica o solo un escamotage per  nascondere una gobba o una scoliosi. Boh?! Inutile qualsiasi commento al disco in questione, perché il tempo è stato galantuomo e nemmeno Dennis se lo ricorda più. Andiamo oltre.


    Con Napolitano, che non è il nipote del Presidente della Repubblica, sembra che dopo la fase "immagine spiaggiata" si stia percorrendo il nuovo filone "foto segnaletica". Originalissimo l'ossimoro fotografico della foto che, mai come in questo caso, dona un senso di plastica staticità. Sembra infatti che il buon Luca abbia l'occhio stranito e sorpreso, come se le gambe fossero diventate due tronchi di rovere, mentre il produttore del cd gli sussurra: "Minchia l'album si intitola VAI e tu sei lì come un chiodo piantato in una tavola di legno!!".

    Dopo tutte le critiche fatte, un apprezzamento. Forse apprezzamento è troppo. Diciamo che mi trovo concorde sul fatto di mettere i faccioni di questi ragazzotti-pupazzotti in primo piano. In effetti, nella civiltà dell'immagine se a nomi semisconosciuti come i loro non si affiancasse la fotonatesserartistica è probabile che nessuno o, perlomeno, molto pochi li riconoscerebbero.

    La visione di tutte queste copertine e l'ascolto di alcuni di questi ciddì, mi hanno riportato alla mente le parole di Schelling: l'esistenza è un processo a varie fasi che ha un suo scopo preciso. Se qualcuno fosse a conoscenza dello scopo preciso delle persone sopraccitate, faccia un fischio.

    Qualcuno di voi si starà chiedendo chi me lo fa fare. Io una risposta ce l'ho. Soffro di una rarissima sindrome, quella del gatto spiaccicato (ringrazio la dottoressa Lia che ha scoperto la mia patologia... fa anche rima). Vi spiegherò di che si tratta in un post seguente.

    Mi sembra ottimistico concludere con questa foto... chissà mai che qualcuno scivoli sulla buccia. Se leggendo non siete diventati dislessici... qui c'è la recensione dell'ultimo lavoro di Scanu.

    domenica 5 dicembre 2010

    Minacce e intimidazioni e cazzate varie...

    Buona domenica a tutti! Natale si avvicina e tutti sono pià buoni. Che poi il concetto di bontà è legato al sistema-contesto di riferimento. Nel post di ieri ho dimenticato di inserire un'altra notizia che merita di essere commentata o almeno conosciuta. Rimbalza dal Mattino di Padova che la Lega vuole bloccare i contributi alla maratona cittadina. In tempi di crisi come questi è un grande atto di civiltà e sensibilità nei confronti di chi non arriva a fine mese. Sì, fosse questo il motivo sarebbe encomiabile ma non lo è. I tagli sono auspicati perché la maggioranza dei partecipanti sono, parole di Pietro Giovannoni, "atleti africani o comunque extracomunitari in mutande".
    Il prossimo passo sarà sospendere tutte le partite di serie A per lo stesso motivo? Poi dov'è il problema? Quella Padana non è una razza superiore? I giochi celtici, l'acqua sacra del Po' e tutte quelle cazzate lì... Mi sa che il Giovannoni l'acqua del Po' se l'è bevuta.
     
    La prova del reato.
    Ok. Ora posso commentare la notizia del giorno. E' stato rinvenuto un pollo impiccato davanti la villa di Mastella a Ceppaloni. Sgomento iniziale degli inquirenti che hanno immediatamente pensato ad un suicidio di Clemente. Costernazione di tutto il popolo italiano per l'accaduto, milioni di messaggi d'affetto alla famiglia del pollo. Dico io, per minacciare una persona è per forza necessario uccidere un pollo? Che se proprio devi fare passare un'analogia, al cancello della villa ci impicchi una Gazza Ladra. E se devi minacciare un animale? Io, per esempio, vorrei minacciare il gallo del mio vicino di casa che sono anni che canta alle cinque di mattina. Posso fargli trovare un Mastella arrosto davanti casa? 

    sabato 4 dicembre 2010

    Rassegnata rassegna stampa stramba.

    Buongiorno mondo!! Oggi mi sono svegliato bello rilassato. Fuori dalla finestrona fa freddo ma c'è anche un bel sole allegro. Dopo aver lavato la faccia, sono andato a fare colazione. Yogurt all'ananas, fette biscottate e caffé. Il caffé, non so come mai, mi è venuto così bollente che invece di berlo l'ho preso via aerosol. Mentre mi rifocillo per una giornatona alla ricerca di letto e regali natalizi, mi guardo un po' di RaiNews. Si capisce poco della situazione politica. Il governo cade o no? Il terzo polo dice di avere i numeri per chiedere la sfiducia. Berlusconi risponde che è una bufala. Mangio un'altra fetta biscottata e penso che in istituzioni come Mafia e 'ndrangheta c'è più chiarezza (un mafioso, anche se nessuno ha il coraggio di dirlo, tutti sanno da che parte sta) e serietà (se la 'ndrangheta avesse deciso di costruire il ponte sullo stretto, sarebbe già lì pronto, bello e funzionale).
    Mentre attendo che il mio caffé passi dallo stato gassoso a quello liquido, Verdini (coordinatore del Pdl) è, più o meno, nella stessa condizione del mio caffé. Solo che lui è in attesa di passare da uno stato democratico ad uno stato dittatoriale. Il Governo è in crisi, cosa che sarebbe evidente anche a Pirrone di Elide, e il terzo polo della conoscenza... ah, no! quello è il terzo occhio... avrebbe i numeri per chiedere la sfiducia. A questo punto, come prevede la Costituzione (di sana e robusta), il Presidente della Repubblica ha il potere di sciogliere le camere e di nominare il governo. Di tutta questa tiritera istituzionale Verdini, sapete che ne pensa? Ce lo dice lui: noi sappiamo delle prerogative del Capo dello Stato, ma ce ne freghiamo.
     
    A dirla tutta, è evidente che un fondo di verità, anche se basato su una totale incapacità linguistica, nelle parole di Verdini c'è. Come dice, infatti, sarebbe assurdo che il Presidente della Repubblica mandasse a casa chi ha vinto le elezioni. Però, non è proprio così. La maggioranza si è spaccata. Fini se ne è andato. Gli equilibri politici sono totalmente cambiati. Tralasciamo anche gli imbarazzi privati di Berlusconi, perché a questo punto non ce ne frega più un cazzo di niente. 
     
    E' evidente che siamo un paese sull'orlo di una crisi di nervi. Non lo dicono solo i giornali comunisti italiani. Lo dicono anche i giornali comunisti esteri. Spero che nei prossimi giorni Napolitano prenda a due mani il tappeto italiano e gli dia una bella scrollata per togliere tutta la polvere che c'è sopra. Siamo in una fase di stallo. Abbiamo famiglie operaie in cima alle torri ma si parla degli affari Berlusconi-Putin. Perdiamo ogni anno i migliori cervelli per la ricerca ma si parla della nipote di Mubarak. Siamo schiavi di un Governo che deve impiegare tutte le forze per difendersi. Un atto di coscienza sarebbe prendere atto di questa situazione. Altrimenti le mura di Pompei non saranno le uniche a cadere.