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lunedì 12 dicembre 2011

La resistenza della foglia

Questa mattina, andando al lavoro, mi sono regalato una pausa caffé in un bar sulla strada per iniziare giornata e settimana. Ho preso un tavolo vicino alla vetrata sul un viale bellissimo di alberi autunnali e ho sorseggiato il mio caffé sfogliando il giornale. E' stato un momento di grande pace. Fuori cadeva una pioggia leggera, tanto leggera che sembrava stesse galleggiando nell'aria e, ogni tanto, tirava qualche folata di vento decisa e nervosa. Tra un sorso di caffé ed una pagina di giornale, un particolare ha attirato la mia attenzione: una foglia l'ultima di un intero grosso ramo. Ero convinto fosse lì lì per cadere ed ogni secondo che passava sembrava il secondo prima della caduta. Senza accorgermi la mia attenzione si è concentrata su di lei. Non so dirvi di preciso che pianta fosse e non è nemmeno importante saperlo. La foglia, però, era di una forma piuttosto frastagliata e con un bellissimo colore che tendeva al rosso bruno. Un colore elegantissimo ma terribilmente malinconico. Bellissima ed elegante nella sua tristezza, la foglia mi ha estraniato dal mondo. L'ho osservata quasi disperato perché la sua evidente fragilità, da lì a poco, l'avrebbe fatta volare a terra, per finire sotto una macchina e schiantarsi sotto un pneumatico.Per quasi venti minuti sono stato con il fiato sospeso, quasi tentato di uscire per prenderla al volo e preservarla dallo smaciullamento. La pioggia, ogni tanto, la colpiva con un fremito veloce uno scatto, quasi fosse un tic nervoso. Nonostante tutto eccola sempre lì, attaccata al suo ramo. Ultima e sola, contro tutti e tutto. Poi il vento prova a strapparla via. Nulla da fare. Lei, orgogliosa ed elegante nel suo strenuo rimanere appesa, resiste. Avrei passato l'intera giornata a guardarla e, quando si fosse staccata, l'avrei presa con me. Conservata fra le pagine dell'agenda, usata come segnalibro. L'orologio, però, mi ha richiamato alla vita reale. Ho pagato il caffé e sono salito in macchina.

Appena mi sono accorto di lei ho pensato che, da lì all'attimo successivo, si sarebbe staccata per volare via. Lei, contro ogni previsione, ha resistito per un'infinità. Come quelle squadre di calcio sconosciute che decidono di passare alla storia battendo la prima della classe. Così me ne sono andato al lavoro, con un sorriso di ottimismo sulle labbra. Quella piccola foglia elegante e fragile, che ha resistito per tutto quel tempo contro pioggia e vento, ha dato grande prova di volontà. E se ce l'ha fatta lei chi sono io per non provare a resistere?

giovedì 24 novembre 2011

La tanto vituperata semplicità del genere maschile. (Parte 1... forse)

In queste ultime settimane, con amici e colleghi, si è parlato di uomini e del loro essere semplici. Per completezza di informazione, devo dire che a trattare l'argomento erano delle donne; gli uomini, in quanto semplici, non hanno bisogno di parlarne. Ho sentito così tante discussioni che mi è sorto il bisogno di scriverci questo post che, probabilmente, avrà un seguito.

Innanzittutto dobbiamo capire il nocciolo del discorso. Le donne sostengono (a ragione) che l'uomo vive con semplicità qualsiasi aspetto della vita. Il problema è che, seguendo il discorso delle suddette e ascoltandone le ragioni, questa semplicità è sinonimo di superficialità e grettezza d'animo. Su questo dissento e rilancio: il problema è la complessità della donna non la semplicità dell'uomo.

Ascoltando tutte queste discussioni, ho preso appunti sui temi più ricorrenti, che potrei riassumere così:
  • Lunedì: lei è arrabbiata perché lui non le ha detto che la ama.
  • Martedì: lei è arrabbiata perché lui non le ha detto che la ama e non si è accorto che lei è arrabbiata da lunedì.
  • Mercoledì: lei continua ad essere arrabbiata per i motivi accumulati lunedì e martedì ed ora si sta quasi convincendo che lui non la ama più, perché se l'amasse non sarebbero in quella situazione.
  • Giovedì: lui, prima di uscire di casa, le ha sussurrato "ti amo, sei bellissima". Lei è indispettita perché di prima mattina non è affatto bellissima e quel ti amo... perché? Cosa sta nascondendo?
  • Venerdì: lei è incazzata perché è ovvio che con quel bellissima di ieri voleva prenderla in giro.
  • Sabato: lei è incazzata perché lui non si è accorto che è incazzata dal giorno prima (anche se poi è arrabbiata da lunedì).
  • Domenica: in un momento di lucidità e calma lei decide di affrontare l'argomento con lui. Proprio alle 15.00, quando iniziano le partite...
Sapendo già di cimentarmi in un compito che fallirò, provo a portare le ragioni dell'uomo. Come già scritto e ribadito, l'uomo è una creatura semplice che ha conservato in sé tutti i tratti del bambino. E' difficile che un uomo dica "ti amo": alle parole preferisce la semplicità di un gesto. Tutte le volte che ricevete un bacio o, passeggiando, lui vi prende la mano intrecciando le sue dita con le vostre; quando al cinema in un momento particolare vi girate a cercare il suo sguardo mentre lui era già lì ad attendere il vostro, ecco in tutti quei momenti lui vi ha detto "ti amo" con un gesto.

Sfatiamo una volta per tutte questo mito e diciamo la verità: se un uomo vi dice "ti amo" una volta al giorno mente e/o ha un secondo fine.

"Ti amo" sono due parole semplici ma importantissime, sono come l'abito bello e si usano solo nelle occasioni importanti. L'uomo paradossalmente le userà nel momento meno opportuno. Vi dirà "ti amo" quando sarete stressate e incasinate e probabilmente poco apprezzerete l'intenzione; vi dirà che siete bellissime mentre voi vi sentirete brutte come delle scarpe vecchie. Insomma, vi dirà queste parole nei momenti più assurdi che poi, per una mente semplice, sono i momenti del bisogno, i momenti più adatti. Che bisogno c'è di dirvi che siete bellissime se siete consapevoli di esserlo? E' piaggeria e inutile lusinga o addirittura è mancanza di autostima ma in questo caso vi serve un psicologo, non certo un compagno di vita.

Un altro aspetto che sarebbe bello sottolineare è la reazione alle parole "ti amo" ma non lo farò. Lascio uno spazio di autoriflessione.

Una ulteriore lamentela riguarda l'indifferenza dell'uomo verso gli stati d'animo delle compagne barra mogli. L'uomo, per vostra stessa ammissione, è una creatura semplice e le creature semplici quando hanno un problema cercano di risolverlo o ne parlano con qualcuno. Le creature complesse, invece, quando sono nei guai fanno di tutto per nasconderlo ma, nel contempo, si incazzano perché il loro compagno non si è accorto di nulla. Sappiate che il vostro compagno non vi chiederà mai nulla e state pur certe che ha percepito il vostro umore. Il non chiedere è rispetto per il vostro spazio d'azione, per la vostra possibilità di misurarvi con i problemi, affrontarli e risolverli, dunque crescere. Lui è lì, silenzioso ma pronto ad agire qual'ora chiederete aiuto.

Per il momento concludo... vi auguro e dedico Una vita tranquilla.

mercoledì 16 novembre 2011

16/11/2011 parte il Governo Monti...

Ho come la sensazione di essermi addormentato per anni. Le ultime parole sentite prima del grande sonno predicavano tranquillità che tanto la crisi era solo psicologica (o ontologica... non ricordo bene), c'era solo pessimismo e tutto andava bene. Come prova si portavano i ristoranti sempre pieni. Prova un po' deboluccia a mio parere. Infatti potrei ribattere che anche le mense della Caritas sono sempre piene. Dicevo di essermi addormentato e svegliato dieci anni dopo. Un paese completamente stravolto. Un governo caduto in disgrazia ma non sfiduciato, un po' come quei pantaloni sempre alla moda che però non ti entrano più, e un nuovo esecutivo che deve correre ai ripari per risanare la situazione. Evidentemente un po' di ottimismo non basta.

Pian piano mi sono risvegliato e sono rimasto sorpreso da alcune dichiarazioni. Non so chi, e detto per inciso non mi interessa, ha parlato di ingratitudine verso Berlusconi. Quei quattro inetti che lo hanno tradito avrebbero dovuto rimanergli fedeli. Da sempre si sa che, quando la barca affonda, i topi fuggono e se da una parte è stupido pretendere gratitudine dai topi, da un'altra è immorale. In quale mondo un parlamentare deve dimostrare gratitudine mantenendo in piedi un governo? Ma stiamo scherzando? Da quando in qua, gli interessi personali di uno (o più) sono prioritari rispetto a quelli della collettività? In più, mi viene da pensare che se una persona deve essere grata ad un'altra per la sua "carriera" politica è evidente che le qualità professionali personali non sono state sufficienti.

Passiamo oltre. Oggi parte il governo Monti. La sola possibilità di un governo Alfano mi ha lasciato sul water sul cagotto per giorni. Dopo un anno di proclami di tranquillità che tanto è tutto ok, sono stati nominati i ministri del nuovo governo tecnico. Governo tecnico... ma che cazzo vuol dire? Governo composto da personalità con competenze ma dalla sbiadita connotazione politica. Praticamente gente che ha poco a che fare con la politica ma che sa cosa bisogna fare. Una specie di Wolf che risolve i problemi. Allora, tutti i cazzari che manteniamo in parlamento, quelli che intervistati dalle Iene non sanno che cosa sia lo spread e la consob... a cosa servono? E' un po' come si io, portassi la macchina che mi da problemi da un fioraio per mesi, per poi correre dal meccanico competente quando il motore puzza di bruciato. Un governo tecnico non è la chiara ammissione di inutilità della uomo politico? Io in parlamento voglio gente che sappia cosa fare, poi a Porta a Porta mi vanno bene Calderoli e Renzo Bossi.

A proposito di Calderoli, sembra che il piccino stia frignando per la creazione del Ministero della coesione sociale, tanto che ha dichiarato che "sarò felice di votare contro la fiducia al prossimo esecutivo". E' evidente che la creazione di tale Ministero sia una frecciata contro tutte le minchiate secessioniste di quei cerebrolesi della Lega Nord. Io sono stupito. Non pensavo che Calderoli fosse in grado di comprendere il messaggio. Forse glielo ha suggerito Renzo Bossi. Come segno di "vibrante protesta" la Lega Nord si è riunita nel parlamento di Mantova. Nei prossimi giorni con l'arrivo del pongo proveranno a costruire la Padania.
Il governo Berlusconi è caduto da pochi giorni. Bisognava farlo lavorare dicono alcuni. Che cazzo ha fatto in questi diciassette anni chiedono altri. Da pochi giorni non si parla più di troie ma solo di un paese che sta andando a puttane. La strada ora è tortuosa e difficile. Dopo anni con un simpatico saltimbanco che predicava ottimismo a parole, mi sento un po' più ottimista grazie ad un uomo ( ammetto di non conoscerlo molto) che descrive la situazione come difficile. Strana la vita.

Con Berlusconi è finita un'era ma bisogna continuare a stare all'erta. Il fatto che un cialtrone simile sia stato al governo per diciassette anni mi costringe a farmi delle domande. Del tipo: saremo mica così babbi da ricaderci?

Pochi minuti fa ho letto i nomi dei nuovi ministri. Al posto della Gelmini c'è Profumo... praticamente l'evoluzione del genere umano compressa in un pomeriggio. Mi basta questo per il momento...

lunedì 7 novembre 2011

Effetto distrazione

mi distrassi un attimo. fu così che nacqui. per colpa di una distrazione. i miei genitori, nonostante tutto, non mi hanno abbandonato mai. mio padre tedio e mia madre frenesia mi sono sempre stati vicini. presenze immancabili fino a quando non mi distrassi per la seconda volta. o forse si distrassero loro, non lo so. fu così che ci perdemmo di vista per non vederci più. la vita da quel giorno fu come un frustata di capelli neri in pieno volto in una giornata di forte vento. io ho sempre amato il vento, non c'è un motivo o forse c'è ed io non so spiegarlo. sono secoli ormai o forse giorni che non so più nulla dei miei genitori. però il mio corpo non dimentica di essere sangue del loro sangue. così a volte succede che dal nulla una novità mi investe come una tempesta e la frenesia mi aggredisce. devo allora mettere al centro di tutto la novità. il resto non conta più nulla. poi, piano piano, mi accorgo che la novità poi non era 'sta gran cosa, o forse la novità invecchiando perde il suo status di novità. ed è in queste situazioni che mi soccorre la parte di sangue paterno: quel tedio, che quando arriva, sembra eterno quanto era stimolante la frenesia della novità. è così che vivo, in questi sbalzi d'umore, di questa droga ematica. spesso gli sbalzi sono così violenti che cambiano la mia percezione del mondo esterno. io sono convinto che si alteri totalmente anche la realtà. i medici, però, dicono che non può essere. ma si contraddicono perché è evidente dal loro comportamento che, almeno io, ai loro occhi appaio mutato, totalmente diverso. e poi, anche se la realtà fosse uguale, che differenza farebbe? io la percepisco alterata e tutto il mio pensiero e il mio agire si adattano di conseguenza. ormai è da una eternità lisergica che sono qui. seduto, inerte. non ho più voglia di rialzarmi perché sono stanco di cadere. si sta bene anche qui, seduti. condivido il punto di vista dei cani, anche se li odio. li odio perché sono riusciti a rovinare una delle mie sensazioni migliori. amo la pioggia. amo gli odori dopo la pioggia. vengono come intensificati. la pioggia esalta l'odore della terra, dell'erba. a volte anche il vento svela il suo profumo se porta pioggia. i cani bagnati di pioggia puzzano in maniera vomitevole. sono qui seduto, in questa stanza bianca con le pareti morbide perché un giorno ho ucciso. sì, le ho squarciato la gola. non è stata cattiveria, bensì una distrazione. mi sono distratto un attimo, quell'attimo sufficiente per dimenticarmi che l'amavo alla follia... o forse l'amavo perché folle... non ricordo, ma sono inezie, dettagli inutili, come un petalo di fiore che cade. quanti di voi hanno mai dato importanza ad un petalo che cade? io mi sono distratto ed è successo quello che è successo. per questo sono qui. condannato senza appello. ma non è grave. da questa situazione che divora tutta la mia attenzione, io potrei andarmene quando voglio. dovrei solo distrarmi un secondo da questa realtà. riuscire a scartarla. come quei trequartisti dai piedi buoni che saltano i difensori rocciosi. quello è il trucco. devo solo trovare il modo di metterlo in atto. ci sono miliardi di libri, con miliardi di parole scritte che vogliono insegnarti tutto. io quei libri li ho sempre detestati. ogni volta che terminata una lettura mi convincevo di aver imparato qualcosa di assoluto, mi imponevo di dissuadermi. ho sempre preferito i libri che smembravano le mie certezze, insinuavano dubbi. perché alla fine, non serve avere strategie e dogmi esistenziali, la vita e la morte sono solo il prodotto di un attimo di distrazione.

venerdì 4 novembre 2011

Il solito Tom Waits e il nuovo Bad as me...

E' stata una settimana di nuovi ascolti con conseguenze molto diverse. Giusto a titolo informativo, oltre al nuovo di Tommaso Aspetta mi riferisco alla collaborazione fra Lou Reed e Metallica e al curioso The devil walk degli Apparat.

Iniziamo dal quello più facile. Ogni nuovo album di Tom Waits per me è un'attesa struggente. Amo questo uomo per la sua capacità di rinnovarsi e riuscire a rimanere sempre se stesso. Non nego che ho una stima immensa della sua creatività e che sono di parte. Tutti i suoi album, per me, sono geniali e anche i meno riusciti sono una spanna (minimo) sopra i migliori di tanti altri.

Passiamo ai contenuti. L'album è composto da 13 nuovi pezzi:

1) "Chicago"
2) "Raised right men"
3) "Talking at the same time"
4) "Get lost"
5) "Face to the highway"
6) "Pay me"
7) "Back in the crowd"
8) "Bad as me"
9) "Kiss me"
10) "Satisfied"
11) "Last leaf"
12) "Hell broke luce"
13) "New year’s eve"

Iniziamo a specificare, per chi non conoscesse Tom Waits, che stiamo parlando di un'artista che a 62 anni mostra più energia, creatività, vitalità e talento del 99% di tutte quelle mezze seghe che la tivvi ci propina quotidianamente. L'album da l'impressione di un volo ad ali spiegate sulla sua trentennale carriera, pescando qua e là note, sensazioni e citazioni da tutti i suoi album storici. Per chi lo ama e conosce sarà facile trovare riferimenti a capolavori come Swordfishtrombone, Rain Dogs, Black Rider e Blue Valentine.

L'album inizia con due pezzi blues molto tirati come Chicago e Raised right man per poi passare a Talking at the same time: morbida ballata, un piccolo gioiello che sembra un capolavoro in agonia. Get lost, un jazz' n' roll divertito quanto divertente ci spara diretti negli anni sessanta. In seguito Face to the highway, Pay me e Back in the crowd, a mio modesto avviso, raggiungono vette altissime di qualità sia a livello musicale che di testi. I tre pezzi lenti vengono spazzati via (come atmosfera, intendo) dalla title track Bad as me che da l'idea di chi/cosa sia Tom Waits. La maledizione della title track viene a sua volta redenta dal pezzo seguente. Kiss me all'inizio richiama subito alla mente Blue Valentine, se ne sente tantissimo l'influenza, tanto da essere forse una citazione, un omaggio, una specie di reprise. Kiss me è comunque l'apice di un album tremendamente bello, vario. Mentre Tom Waits canta come se fosse un vecchio vinile non si può essere colpiti dalla poesia dei testi:

Kiss me
I want you to kiss me
Like a stranger once again
Kiss me like a stranger once again
I want to believe that our love’s a mystery
I want to believe that our love’s a sin
I want you to kiss me like a stranger once again.

L'ascolto continua con il blues latrante di Satisfied e con la malinconia devastante di Last leaf. Segue l'arrabbiata ed energica Hell Broke Bruce e poi l'album si conclude con la ritrovata serenità di New Year's Eve.

I testi sono racconti di disperazione dei rifiutati al banchetto della vita, quelle vite che sembrano destinate al buio più totale ma che spesso, anche se per un solo secondo, regalano bagliori di luce che il resto dell'umanità non è in grado di produrre nemmeno in millenni di esistenza.
La critica più assurda che ho letto riguardo questo album è, che in fondo, si tratta del solito Tom Waits. Probabilmente è vero, Tom Waits riesce sempre ad essere innovativo e creativo, rimanendo inconfondibile (con quella fottuta voce di cartavetro non potrebbe essere diversamente). Io comunque preferisco "il solito" Tom Waits ad un nuovo Valerio Scanu.

Che dire? Album assolutamente consigliato e per chi non conoscesse Tom Waits... fate un salto su iutubbo e ascoltatevi qualcosa a caso...

mercoledì 26 ottobre 2011

Una giornata alla moda: è meglio essere un po' meno fescion o avere il cagotto?

Sabato scorso, con la mia dolce metà, siamo andati a fare colazione in centro e poi ci siamo dedicati un po' allo sciopping. Non amo particolarmente farlo ma visto che eravamo in giro, ho ceduto alla tentazione. Tutto sommato un paio di pantaloni un po' più pesanti possono sempre servire. Entriamo qui, entriamo là... vedo un bel paio di pantaloni ad un prezzo più che ragionevole. C'è la mia taglia. Li provo. Entro nel camerino che per me è una delle esperienze peggiori. Devi toglierti le scarpe, e rimanere a piedi nudi o con le calze, dipende dalle stagioni, su un pavimento di norma piuttosto sporco; oltre a ciò, di norma, ci sono dei faretti molto fascion che però ti cuociono il cervello. Alla fine, provare abiti nuovi è come stare in un forno a micro-onde. Comunque, i pantaloni della mia taglia mi sono piccoli. Escludo categoricamente di essere ingrassato. La mia dolce metà mi procura una taglia in più. Sti cazzi! Mi è piccola anche questa. Chiedo alla commessa che mi parla di taglie slimfit che vestono molto aderenti. In effetti, con questi pantaloni potreste non solo vedere se ho un'erezione (normalmente le mie sono maestose) ma addirittura capire se mi depilo il pube o no. A malincuore lascio i pantaloni.

Passo ad un altro negozio. Anche qui un paio di pantaloni a buon prezzo e un bel giubbotto navy. Li provo entrambi. Questa volta vanno bene come larghezza ma sul mio corpo si disegna una terra di nessuno. Mi spiego meglio. Il giubbotto e i pantaloni sembrano fregarsene di quella striscia che sta tra il bordo inferiore del giubbotto e quello superiore del pantalone. La zona strategica del punto vita, che se non coperta diventa la zona cagotto, è lasciata completamente indifesa. A me, forse sono vecchio, i pantaloni piacciono normali, intorno alla vita. Non alla Fantozzi... ma nemmeno sotto il culo. Mi piacciono le cose morbide ma che stanno bene addosso. Detesto i gggiovani di oggi con i loro pantaloni con mutanda a vista, oppure le gggiovani che appena si piegano di 4° in avanti mettono subito in mostra la "linea portamatita" del culo. Al di là del buongusto che è (purtroppo) soggettivo ma quanto devono essere scomodi dei pantaloni cadenti?
 
Ora va bene la moda e tutto quel che volete. Anche a me piace vestirmi bene ma l'essere elegante non può andare contro i principi del generale inverno. Sembra quasi che le case di abbigliamento ultimamente abbiano firmato un contratto di partnership con l'azienda farmaceutica che produce l'Imodium...

venerdì 21 ottobre 2011

(UnPOdiESIA): Nessuno si é accorto ma sono andato via

Nessuno si è accorto ma sono andato via
Senza il clangore di perle
Che fuggono dal filo
Per rotolare libere in mille direzioni 
Nessuno se ne è accorto
Ma non ci sono più 
Sparito come l'ultimo sorso di acqua 
Da un bicchiere trasparente 
Come un bottone che furtivo 
Si stacca per cadere e perdersi 
In luoghi che non riesci a ricordare
Da questa lontananza siderale 
Mi diverte la vostra indifferenza 
Ed è strano ripensare alla gioia 
Dei momenti passati 
Perché riviverli con la memoria 
Lascia sempre tracce di malinconia 
Per una gioia che non c'è più 
E smetto di immaginare il futuro 
Che stolti che siamo 
Solo al credere che esista 
La nostra progettualità 
E' solo l'illusione 
Per spostare l'attenzione altrove 
Da questo sfascio di umanità e passioni 
Nessuno si è accorto che sono andato via 
Ma è giusto così 
Ho salutato come sempre
Mettendomi un foglio bianco in tasca 
Mi sono girato per trovare 
Inutilmente
Un motivo per ritornare 
Poi i piedi hanno cominciato a camminare 
E gli occhi ad ingoiare panorami nuovi 
Forse il ritorno è solo questione di tempo 
Di molto troppo tempo
Non ho chiavi per riaprire porte 
Perché partendo
Non mi sono curato di chiudere nulla 
Così sono andato via 
Nell'assordante rumore 
Di un'alba silenziosa 
Tutti voi siete rimasti dove vi ho lasciato 
E nessuno si è accorto delle immani
Dimensioni del mio vuoto.



mercoledì 19 ottobre 2011

Considerazione su Er Pelliccia...


Il campione olimpico di lancio dell'estintore è stato beccato. Ammetto di essere un po' deluso, mi aspettavo qualche dichiarazione con i controcoglioni. Del tipo, che ne sò, "siamo in un paese del cazzo dove le parole non servono più, bisogna passare ai fatti". Pur non condividendo gli avrei dato ragione e lo avrei perdonato in virtù della giovane età. Al limite avrei accettato anche una scusa fantascientifica, come "Io sono Thor, il figlio di Odino, e quello non era un estintore ma il mio Mjolnir!!". Mi sarei gasato a mille e avrei spulciato tutte le foto online dei minchioni che hanno distrutto Roma, sia mai che ci trovo anche Capitan America. Invece cosa mi dice Er Pelliccia? Dice che voleva spegnere l'incendio e che si è lasciato trascinare. Ma come si fa a tirare fuori una scusa così idiota? Perdincibacco ma ci hai proprio preso per imbecilli?

Va bene che ci hanno fatto credere che Ruby era la nipote di Mubarak, però... a tutto c'è un limite!

lunedì 17 ottobre 2011

Il video hard di Belen: se ha fatto carriera con i pompini, io sono indignato!

Confesso: l'ho visto! Ed è stato utile perché mi ha permesso di rifarmi completamente un'idea su Belen e consiglio la visione a tutti. Grandi e piccini. Io ero convinto che l'argentina fosse arrivata in tv sparando pompe a destra e a manca. Come me tanti, dopo averla vista in tv, sono dell'idea che non sa cantare, né ballare e tanto meno recitare. Insomma, se partiamo dal presupposto che la bellezza non dovrebbe essere considerata un talento, questa sudamericana (come tante altre sue compaesane ma anche italiote) è evidente che non sa fare un cazzo.

E' per questo che ho sempre pensato che fosse una specie di Zico dei pompini. Se non sapete chi è Zico... sono solo cazzi vostri. Invece, dopo aver visto il filmato mi tocca dire che non sa nemmeno fare quelli. In questo video tromba con lo stesso entusiasmo che potrebbe avere Cassano se, da domani, giocasse in una squadra qualsiasi di serie C2. In venti minuti di pseudo-pornazzo, non ci mette nemmeno un po' di entusiamo vocale. Se questa ha fatto carriera con i pompini o trombando, io mi sento indignato e preso per i fondelli. Belen ha fatto della sensualità il suo cavallo di battaglia e dal video sembra che preferirebbe leggere un saggio di Sartre piuttosto che...

Non so che pensare. Forse è partita con l'idea di trombare ma trovarsi davanti una telecamera l'ha inibita e le ha fatto credere di essere su Italia1. Interessante vedere come reagisce di fronte al video in questo contesto. L'impressione è di una che ne ha fatte di cotte e di crude.

Comunque... per chi fosse interessato... non è niente di speciale ma io l'ho salvato sul cellulare, capitasse di incontrare Corona nella movida milanese, sarebbe più che utile per farlo schiumare di rabbia.

Pensierino malizioso: non è che sia l'ennesima trovata pubblicitaria...

domenica 16 ottobre 2011

La cattiveria dei buoni è pericolosissima.

Chiariamolo subito: la violenza non ha mai ragione. Anzi... la violenza non ha quasi mai ragione. Ho visto le immagini di questo weekend. Tutti i politici si sono subito parati il culo schierandosi contro i disastri occorsi a Roma. In effetti è una presa di posizione coraggiosa. 

Il problema è che subito dopo hanno dichiarato che l'accaduto non deve far passare in secondo piano le motivazioni dei manifestanti. Quali sono queste motivazioni? La mia è una domanda provocatoria. Dei centomila servizi documentati, nei quali si vedono facinorosi che danneggiano macchine, sfondano vetrine e distruggono madonne (che fortunata coincidenza essere lì con un telecamera proprio in posizione da sembrare quasi una cosa costruita!!), nessuna si prende la briga di dire come mai tante persone sono scese in piazza a manifestare PACIFICAMENTE. Io darei spazio a loro, vorrei capire perché un padre di famiglia passa il sabato a manifestare. Forse che è preoccupato di non riuscire a tirare fino alla terza settimana? Invece no. Delle motivazioni non si sa quasi nulla. Sappiamo solo che sono successi tanti casini. Peccato perché già Cicerone diceva che "nei dissensi civili, quando i buoni valgono più dei molti, i cittadini vanno pesati e non contati". In questo caso si poteva ancora ricorrere alla conta invece che alla pesatura, ma tant'è...

E' inutile, anzi non lo è affatto, sottolineare che quella di sabato è stata una stupida guerra tra poveri. Black-bloc (ma poi esisteranno veramente??) che sfasciano vetrine e auto e case per protestare. Sì, ma contro chi? Io rimango dell'idea che gente simile sia spinta e stimolata e foraggiata da qualcuno, per far passare in secondo piano aspetti nettamente più scomodi e importanti.

Facile per i politici. Ora parlano dei danni, condannano i delinquenti. Si premurano anche di dire che le motivazioni della manifestazione non devono passare in secondo piano.

Io mi auguro che tutti quelli mascherati, dal primo all'ultimo (anche se non hanno fatto un cazzo, perché se devi manifestare ci metti la faccia), vengano presi e costretti a lavori socialmente utili. Però, mi auguro anche che la nostra casta (perché chiamarli politici proprio non mi riesce), così preoccupata di non far perdere nel nulla le motivazioni della protesta, si prodighi per andarle ad ascoltare queste motivazioni. Sarebbe bello chiamare in parlamento i rappresentanti dei manifestanti a spiegare il perché.

Se questo non dovesse accadere, non lo spero ma credo che i tempi stiano maturando, i manifestanti oggi pacifici si copriranno il volto ed inizieranno a chiedere il conto. E non c'è cosa peggiore di far incazzare i mansueti.

martedì 27 settembre 2011

CEI fai o CEI sei?

Il Cardinal Bagnasco con la divisa comunista.
Finalmente la Chiesa ha detto qualcosa! E per essere precisi non ha detto nulla di più nulla di meno di quello che pensano almeno i 3/4 degli italiani. Giusto per riassumere il succo del discorso il presidente della CEI, Cardinal Bagnasco, si è detto preoccupato per la deriva immorale della vita politica italiana richiamando tutti ad una purificazione dell'aria che altrimenti avvelenerà i giovani. Megli tardi che mai, finalmente la Chiesa ha preso una posizione precisa, senza fare i nomi del peccatore, perché PURTROPPO il destinatario di questo messaggio non è il solo Berlusconi.Io non sono mai stato particolarmente vicino alla Chiesa ma, credo che ultimamente, mai parole sono state così condivisibili.
 
Sono rimasto esterefatto dalle reazioni. Inutile e nemmeno degna di commento quella della Lega Lombarda che anche questa volta ha dimostrato che in quel partito c'è un solo cervello (malfunzionante) per tutti; ed è lecito pensare che non sia mai utilizzato dalla persona che viene designata per rilasciare commenti. Preoccupanti tutti gli altri, specialmente quelli del PdL, tutti preoccupati a dire che le parole di Bagnasco non sono indirizzate a Berlusconi.
Come dicevano i romani? Excusatio non petita, accusatio manifesta...

venerdì 23 settembre 2011

Quando la casta era solo una ragazza che non la dava...

E' divertente vedere come le coincidenze linguistiche a volte creino degli equivoci paradossali. Viviamo in una nazione dove un 74enne che ruba una bici viene arrestato mentre un parlamento si danna l'anima per salvare Milanese. Sono onesto e non ho problemi a dire che non ho ben capito di cosa sia accusato ma la sensazione è che ci fosse la preoccupazione di non sprofondare con lui piuttosto che preservare un fantomatico garantismo.

Io di questi teatranti mediocri mi sono stancato e la mia stanchezza è veramente trasversale. Non salva niente e nessuno. L'altro giorno stavo guardando un documentario sportivo sulla cavalcata dell'Italia mondiale del 1982. Avevo 10 anni. Di politica non ci capivo assolutamente ma ricordo l'immagine di Pertini. Uomo, prima che politico e statista. Purtroppo uomini di quel livello in Italia non ce ne sono più. Peccato.

Non si può sorvolare sul fatto che è cambiato tutto. La società in sé, con i suoi valori di base, è profondamente mutata. Fino a qualche decennio fa denaro, potere e cultura erano valori rispettati. Di questa triade la cultura ha perso terreno e, quando succede, la cultura trascina con sé la centralità dell'uomo. Stiamo vivendo una sorta di Umanesimo al contrario. Sono i corsi e ricorsi della storia.

Così anche le parole mutano. Se casta prima era sinonimo di morigerata, adesso casta è una parola orribile che identifica coloro che dovrebbero garantirci un futuro migliore. E questa casta di casto ha veramente poco...

venerdì 16 settembre 2011

Tra prontezza di spirito e maleducazione

Ieri pomeriggio, uscito dal lavoro sono andato in centro per due commissioni. Mentre camminavo in un atipico pomeriggio di settembre, con un termometro sopra i 30°C, mi sono imbattuto in un grandissimo esempio di prontezza di spirito. Prestazione da campionato del mondo. Un gruppetto di adolescemi, con il cappello con visiera alle 23, canotta bianca e jeans belli calati con mutanda in bella vista, incrocia due ragazze, più o meno della stessa età e, il più splendido del gruppetto, in totale assenza di vergogna per la sua conclamata stupidità, con tono sopra la media:
"Ehi tu, bella figa alzati la gonna e fammi vedere!", citando una canzone della Steve Rogers Band.
La ragazza non si scompone. Si ferma e con passo tranquillo gli si avvicina, rimanendo alla giusta distanza e con tono simile a quello dell'adolescemo, sorride e risponde:
"Io lo farei anche, il problema è che tu sei talmente imbecille che non capiresti cosa vedi".
La piazza per un attimo si è bloccata mentre dal bar vicino un gruppo di signore ha fatto partire una standing ovation, alla quale mi sono unito anche io.
Inutile dire che gli adolescemi, erano di un livello troppo basso per comprendere la risposta.
Dopo essermi fermato a bere qualcosa di fresco e non aver concluso nulla per le mie commissioni, sono ritornato alla moto per avviarmi verso casa. Sulla strada ho davanti una Audi 4 che fa un fumo puzzolente di bruciato. E' evidente che sotto quel cofano qualcosa non funziona. Al semaforo successivo, con qualche manovra in mezzo al traffico, riesco ad affiancare la macchina in questione. Convinto di fare una buona azione, faccio cenno al proprietario di abbassare il finestrino. 
"Che vuoi?" mi chiede.
"Volevo solo avvisarla che la sua macchina deve avere qualche problema, lascia una scia di bruciato".
Guarda nello specchietto, mi riguarda e per tutta risposta "Ma vaffanculo, fatti i cazzi tuoi".
Detto questo il semaforo va sul verde e lui schizza via.

Ci sono rimasto di merda per non essere riuscito a rispondere per le rime.

Comunque, nel caso tu stia leggendo mi auguro che la macchina si fonda in una serata di finale di CL con la tua squadra favorita. E tu, in autostrada sotto la pioggia, senza nemmeno il soccorso stradale disponibile, in quanto tutti impegnati per la finale di CL. Che tu possa passare la notte da solo e senza autoradio, con l'I-phone scarico, e la prima cosa che leggerai sul giornale il giorno dopo possa essere la sconfitta per 8-0 della tua merdosa squadra.

martedì 13 settembre 2011

Madonna contro la Carlucci in difesa dell'unto dal Signore

La sorella scema della famiglia Carlucci anche oggi ha dato conferme a chi pensa peste e corna di lei. Madonna in un'intervista a "Oggi", un noto giornale comunista finanziato ed edito dal Cremlino, ha dichiarato di essere d'accordo con la posizione dell'Economist che sostiene che il nostro Primo Ministro è inadeguato per il ruolo che riveste. Ora non è che l'Economist ha scritto che l'inadeguatezza è dovuta al fatto che B. è brutto o basso e con pochi capelli o che gli puzza l'alito. La ragioni portate sono un filino più importanti.

Comunque, dopo la dichiarazione di Madonna, apriti cielo!! La Carlucci (nella foto la potete ammirare mentre sostiene l'esame per diventare parlamentare) ha subito controbattuto accusando Madonna di avere un ufficio stampa comunista.

La cosa più divertente, o forse triste, è notare come sempre si cerchi di distruggere non l'accusa ma l'accusatore. Nessuno ha portato argomenti in difesa di Berlusconi, anzi. Tutti si sono preoccupati di attaccare, in questo caso, Madonna. Carlo Giovanardi afferma che Madonna "non conta nulla" perché "gli italiani sanno che è una supermiliardaria e non è che la gente si lasci irretire da questi satrapi ricchi e viziati". Carlo Giovanardi, che già di per sé, non sarebbe qualificato nemmeno per fare l'assaggiatore di Tavernello, ribatte a Madonna in maniera inutile e che non c'entra un cazzo. Anzi, a guardare bene è anche una sottile presa per il culo. Un lecchino di Berlusconi che parla di satrapi ricchi e viziati é un'acrobazia satirica da campionati del mondo.

La Santanché che, quando c'è da parlare di nulla è sempre in prima linea, accusa Madonna di aver offeso tutti gli Italiani. Devo capire bene il perché. Escludo che gli Italiani si offendano perché una cantante condivide il parere di un giornale su Berlusconi. O forse la Santanché pensa che gli Italiani si sentano offesi perché una persona dall'altra parte del mondo manifesta la sua libertà di pensiero? Di sicuro io mi sento offeso dal fatto che le mie tasse servano a pagare i servizi della Santanché e della Carlucci. Lavorassero in un cesso pubblico come dispensatrici di sesso orale e gettone, magari chiuderei un occhio...

Al di là di tutto, questa purtroppo è la dimensione dell'Italia. Un paese che sta scivolando piano piano nella povertà, nella perdità di cultura, credibilità e potenzialità. In un tempo, dove i dibattiti dovrebbero essere su altri argomenti che davvero offendono gli Italiani, i nostri stipendiati in parlamento (chiamarli politici proprio non mi riesce) sono galline inacidite che difendono il loro gallo.

Che sia questo il motivo per il quale l'Italia non sta andando da nessuna parte se non verso il baratro?


lunedì 12 settembre 2011

Se esiste il nudo artistico deve esistere anche il segaiolo artistico.

Artistico. Quando ero giovane io esisteva il liceo artistico, il direttore artistico e cose simili. Negli ultimi anni si parla tantissimo del nudo artistico. In questi giorni leggo che la bellissima Elisabetta Canalis ha posato nuda, ovviamente per un nudo artistico, a favore della Peta.

Scavando nel giardino dei ricordi mi sono ricordato che, in passato, qualche pippa con le foto della Canalis me l'ero fatta. Al di là dell'encomiabile gesto, mi fa un po' strano. Eh sì, un gesto simile ha valore per la sua esclusività e straordinarietà. Questi scatti per la Peta che valore hanno? Se si cerca un po' in rete di foto della Canalis nuda se ne trovano a tonnellate.

Ora, non è che io ce l'abbia con la Canalis. Anzi! E' una ragazza decisamente bellissima. Però, tutte queste starlettes, senza arte né parte, con la sola fortuna di essere state baciate da madre natura, hanno un po' rotto con sta storia del "nudo artistico". Per parlare di nudo artistico si suppone che le suddette abbiano delle conoscenze di storia dell'arte e della fotografia. Mi piacerebbe proprio poter discutere con una di loro.

E poi diciamo la verità, togliamo questo penoso velo di ipocrisia, questi nudi artistici chi se li compra? Io non ricordo di aver mai visto i calendari della velina del momento esposto in galleria o al museo. Al massimo lo si trova dietro la porta di una camera da letto di qualche segaiolo.

Anche perché se è possibile parlare con tanta leggerezza e banalità di nudo artistico, allora sarà possibile discutere anche di segaioli artistici o amenità simili. Si scriveranno mai saggi sul segaiolo con la sindrome di Stendhal?

Non sarebbe molto più bello se la Canalis, o che per lei, dichiarasse "sono una gran bella ragazza, con un corpo fantastico e due tette che sparano alle stelle. Mi pagano per farmi delle fotografie nuda. Cosa dovrei fare? Andare a lavorare 8 ore al giorno o fare un calendario all'anno?"

Così sarebbe sicuramente più bello. Almeno, sarebbero le parole che direi io se avessi una simile fortuna.

mercoledì 7 settembre 2011

(unPOdiESIA): La vita precedente di un fiore


Quando ero giovane 
Correvo dietro alle ragazze 
Ma loro volavano via 
Come bellissime farfalle colorate 
E' capitato di essere stato il più veloce 
Di riuscire a prenderne qualcuna 
E tenerla un po' con me 
Ma molto più spesso 
Quando diventavano irraggiungibili 
Mi sdraiavo a naso in su
Pensando a te 
Non ho mai avuto un buon carattere 
Kerstin diceva che assomiglio 
Ai cieli del grande Nord
Che nel giro di un battito di ciglia
Coprono il sole regalandoti i brividi del freddo 
Io l'ho sempre confessato
Ho bisogno di amarti 
Ma il mio istinto è solitario 
Sopportami per questo 
Ama anche i miei difetti 
Se puoi 
Le mie distanze incolmabili 
Il mio non saper parlare al telefono 
Perchè credimi 
Sono meglio di quello che sembro 
Quando ero giovane
Correvo dietro alle ragazze 
Poi ho capito che le farfalle 
Non si possono catturare 
Sono tanto belle quanto delicate 
Toccare le loro ali 
Significa privarle del volo 
Ho capito che dovevo aspettare 
Rifugiarmi nel mio istinto di solitudine 
L'ho fatto e un giorno tu
Ti sei posata su di me 
Ho guardato le tue piccole ali 
E per un bagliore infinitesimale di tempo 
Ho provato a prenderti
Ma non avevo più mani né braccia
O piedi né gambe 
Ero un fiore e tu appoggiata a me
Mi guardavi negli occhi.

martedì 6 settembre 2011

The tourist: l'inutilità fatta lungometraggio.


L'altra sera con la mia concubina ho guardato il film della locandina qui a fianco. Che dire? Sono perplesso. E' talmente brutto che sono dell'idea di rivederlo, perché mi deve essere sfuggito qualcosa. Ci sono una Angelina Jolie che, se recita vestita, non ha alcun senso e un Johnny Depp un po' inchiattito (è un gran bell'uomo ma in questo film l'hanno fatto veramente brutto). Depp brutto ha senso in un gran bel film. Se il film è brutto anche Depp perde il suo senso (a maggior ragione se lo hanno fatto brutto).

La storia è la classica storia di intrigo e spionaggio. Sono stati presi i cliché più scontati e banali e in più vengono raccontati con una lentezza che diventa disarmante e letale.

A tutto questo aggiungeteci Raul Bova e Nino Frassica. Sì, perché ad un certo punto ti perdi e non sai se sta guardando un filmone ammmericano o Don Matteo.

Un punto positivo c'è: l'ambientazione. Venezia è una città bellissima e alla fine la vera protagonista è lei. Il film si riduce ad un costosissimo spot della proloco di Venezia (questa è della mia concubina). Anche l'Hotel Danieli ne esce molto bene... 

Se avete la possibilità andate a farvi un weekend al Danieli... il film invece evitatelo come la peste.

lunedì 5 settembre 2011

Una serata al supermercato tra ottimismo e senso della realtà.

Di rientro dalle vacanze ho pianto. Non perché le vacanze fossero finite, ahimé, no. Ho pianto perché dopo un paio di settimane in giro tra spagna e francia, rientrato a casa, più o meno alle 20.30, ho fatto un salto al supermercato per comprare qualcosa per la cena. Proprio due cose: insalata, pane, pomodori e due bistecchine. Il supermercato, a due passi da casa, chiude alle 21.30. Immancabile arriva l'annuncio via altoparlante. Mi dirigo a pagare. Davanti alla cassa trovo un coppia sciatta con tre bambini. E' incredibile lo stridore tra l'allegria dei tre bambini piccoli che ridono di gusto nel carrello e l'aria funebre dei genitori. Mi viene da pensare che la madre è proprio priva di amor proprio con quei capelli mal tenuti e il padre sembra proprio l'immagine della morte con un pallore impressionante. Come in una bolla di sapone cado nella realtà e mi sento una merda. D'improvviso mi accorgo che gli acquisti della coppia davanti a me consistono di plasmon, latte, omogenizzati, pannolini e qualche altro prodotto per bambini. Niente altro. Vedo il volto della commessa come pietrificato, continua a battere sulla cassa, insistentemente. Poi si rivolge al padre dicendo che gli omogenizzati non sono più in promozione. In quel momento mi accorgo che tutta la spesa è stata pagata con pochi euro e tantissimi buoni spesa, quelli che ti danno dopo un tot di acquisti o che si ritagliano dai giornali. Vedo il volto del padre assumere un'espressione che non so descrivere. Bofonchia qualcosa alla moglie che allarga le braccia, poi tira fuori un sorriso disperato dicendo "prendo solo questo". Si riferisce ad un confezione da due vasetti di omogenizzati. Le altre quattro non può pagarle. Sarà che ho due nipotini, sarà che in fondo sono molto meno merda di quello che faccio credere, saranno stati i sensi di colpa... guardo la commessa e la prego di batterli che li pago io.

Il padre mi guarda silenzioso. In quel silenzio capisco che accetta questa umiliazione (ma non c'è nessuna umiliazione nell'aver bisogno di aiuto) solo perché si tratta di omogenizzati; fosse stato cibo per lui non lo avrebbe mai fatto. Gli faccio un sorriso leggero, più imbarazzato che altro. Si allontanano: i genitori guardando mesti per terra, i figli sempre allegri e chiassosi nel carrello.

A questo punto la commessa esplode. Dice di non essere insensibile che non è colpa sua. I prezzi sono registrati e lei non può farci nulla. Piange come una fontana. Arriva una collega a vedere cosa è successo. Mi confessano che il turno di chiusura è un inferno. Ci sono tantissime persone nella stessa situazione, arrivano a quell'ora a far la spesa per vergogna. Gli anziani sono quelli messi peggio, frugano nella verdura e nella frutta, cercano i prodotti che iniziano a marcire, sperando di poterli prendere senza pagare. Le commesse purtroppo non possono farci nulla, ormai hanno fatto l'occhio e individuano subito chi si trova in questa situazione: li vedono passare avanti e indietro con i carrelli quasi vuoti che aspettano una cassa libera.

Io sono tornato a casa con la mia spesa e, dopo aver chiuso la porta, ho pianto.

Ps. e intanto un pranzo alla buvette costa intorno ai dieci euro...

sabato 30 luglio 2011

Un giorno al mercato tra umanità polimorfa.

Oggi, vista la bella giornata di sole, sono uscito con la motoretta. Direzione biblioteca per prendere una guida per le vacanze, poi bar per colazione e infine mercato. Dopo aver dato un'occhiata ai quotidiani mentre sorseggiavo il mio cappuccio e smangiucchiavo la mia brioche, mi sono diretto al mercato per comprare della frutta e un polletto arrosto per il pranzo. Non credevo che entrando al mercato mi sarei proiettato in una dimensione parallela e variegata. Molto più variegata che parallela. Camminando tra i banchi di formaggi, frutta, vestiario, carne ed altri, che non saprei catalogare merceologicamente, ho perso la dimensione dello spazio e di me stesso.

Mi sono trovato immerso in una varieta umana così "varietà" da domandarmi dove diavolo fossi finito. Se mi giravo mi sembrava di essere alla Baia Imperiale, se mi giravo dall'altro in un night club... e di livello piuttosto scadente. Dopo la fase di smarrimento, man mano che ritrovavo un equilibrio, ho maturato l'idea di cambiare lavoro. Potrei fare lo stilista. Ci sono due condizioni imprescindibili e opposte per fare questo lavoro: avere un grandissimo senso del gusto o non averne affatto. In entrambi i casi si nasce, con la differenza che acquisire il senso del buongusto è impossibile, perderlo invece no. Io potrei perdere la mia quantità media di buon gusto e dedicarmi a disegnare abiti e accessori privi di gusto.

Questa riflessione mi è nata mentre i led rossi del banco del pollo segnavano il numero 07 ed io avevo in mano il cartellino numero 53. Intorno a me c'era un mondo da esplorare che andava dalla mamma over 40 vestita come la figlia nemmeno quattordicenne; alla coppia di ragazzi iper tatuati con decorazione al limite dell'assurdo (una M&M's con braccine e gambine sull'avambraccio che faceva il paio con la scritta "Made In Italy", una coppia di dadi sotto l'orecchio destro, una carpa (I suppose...) sul polpaccio, due ciliege rosse modello slot machine sull'altro braccio, ecc... ecc...). La cosa più inspiegabile sono le frotte di signore che in giornate calde di fine luglio, fanno la spesa al mercato vestite come se dovessero andare ad una serata al billionaire di Briatore: tacchi da 24, borse piene della spesa e pavimento di porfido non mi sembra una convivenza felice. In mezzo a tutta questa calca di umanità polimorfa e variopinta, ogni tanto, spunta l'uomo con la barba di qualche giorno con i vestiti da lavoro. Probabilmente appena smontato dal turno è lì per mangiare qualcosa di veloce per poi andare a casa, lavarsi e mettersi a dormire.

Sembra una scheggia impazzita. Fastidioso come una crepa in una statua di Canova. Come? Tutti hanno messo il vestito migliore, quello per il matrimonio o il funerale, e tu vai in giro vestito da lavoro? Sarà che all'operaio stravolto dalla stanchezza manca un po' di presenza di spirito. Io sono quasi dell'idea che se si atteggiasse come a dire "non è una tuta da lavoro è la collezione man on work di Cazz' & Mazz'"... la volta successiva al mercato si vedrebbero molti emuli...

Comunque... se siete interessati a collaborare con la mia nuova attività di stilista fatemelo sapere. La regola base è informarsi su quali i 10 comandamenti dello stilista e infrangerli...

venerdì 15 luglio 2011

L'evoluzione delle Trote: se Darwin ha ragione... sono cazzi amari! (parte 1)

Qualche giorno fa ho visto un video dove Renzo Bossi espone le sue elucubrazioni (Renzo se leggi, clicca qui che trovi la definizione di elucubrazione... poi leggila con un amico che magari te la spiega) su... ehm... su cosa? Io ad essere sincero non sono sicuro di aver compreso le sue intenzioni. Ripete un sacco di volte iperlocale, territori locali, globalizzazione, territorio, la lega, la lega, la lega... Al di là del fatto che quando 'sto coso (perché essere stupidi, ritardati o deficienti è proprio tutta un'altra faccenda) parla, a me cadono i coglioni per terra... non solo... mi sale dentro con lentezza ma grande decisione, un moto di vergogna. Non vi capita mai di provare vergogna per quello che sta facendo un'altra persona? E' una sensazione difficile da spiegare. Riprendendo Sartre, che considera la vergogna come riconoscimento, in quanto io riconosco di essere come gli altri mi vedono, auspicherei che Renzo Bossi sperimentasse questa teoria che potrebbe portarlo a due scelte drastiche: a. riconoscere di non essere adatto al ruolo che ricopre (come la maggior parte dei suoi colleghi); b. provare a migliorarsi... vabbé... ho scritto una cazzata... visto i suoi trascorsi scolastici e quello che guadagna...

Non è questo che mi preoccupa, meglio non è solo questo. A questo punto è necessario guardare questo video. Sorvolate sul fatto che è evidente che non ha idea di cosa sta dicendo e tantomeno leggendo. Sorvolate su fatto che ogni tanto inciampa in quello che legge. Sorvolate sulle "sgrammaticature". Sorvolate anche sul fatto che sia stato invitato (da chi, ma soprattutto, perché?) a parlare al Comitato Regionale per le Comunicazioni (forse era un video di esempio su quali siano le 10 cose da NON fare per una buona comunicazione??). Insomma sorvolate su tutto... 


Il mio pensiero, quando ho sentito parlare il Trota la prima volta, lo posso sintetizzare così: è più facile farglielo entrare in culo che in testa. Mi piacerebbe nei commenti trovare il vostro primo pensiero a riguardo. Comunque Renzo, sul suo blog, si vanta delle 3000 persone che hanno visto il suo video in pochi giorni. Sicuramente è uno dei video comici migliori che si trovano online. Peccato che i commenti sul blog siano chiusi... non male la citazione sgrammaticata... segno che il blog è proprio curato da lui?

Comunque, al di là di tutte le schifezze che la politica ci offre, la mia preoccupazione riguarda il Trota Bossi e il Darwinismo. Considerato che il padre di Renzo, per tutte le sue cazzate, ha la scusa dell'ictus e, secondo me, quello del 2004 è solo l'ultimo di una serie lunghissima, per il figlio non ho nessun appiglio.

Adesso non ho tempo per spiegarvi il mio timore, lo farò domani...

giovedì 16 giugno 2011

Un plauso alla mia amica Marina...

La mia amica Marina convive con Matteo ed hanno due bambini. Lei è una bravissima educatrice, di quelle che ci mettono anima ed entusiasmo e, come ogni educatore che si rispetti, vive più di gloria che di stipendio. E' una libera professionista... che detto così fa molto figo ma in realtà significa che ha una partita IVA, un contratto di lavoro con un cooperativa che non la tutela per quanto riguarda mutua e ferie. Marina durante l'anno segue casi molto impegnativi: ragazzini autistici, minori con gravi problemi familiari o adulti disabili. Verso maggio, con l'arrivo delle vacanze, va in crisi. Perché per lei vacanza è  una parola che ha una terribile assonanza con mancanza di stipendio. Inizia a saltare le pause pranzo per andare a fare colloqui per trovare lavoro a giugno e luglio... L'altro giorno ci siamo incontrati per caso poco fuori da un bar. Io avevo una giornata libera, lei invece era appena stata avvisata che il ragazzo che doveva accompagnare era a casa malato. Nei suoi occhi c'era un po' di sconforto visto che che la malattia di quel ragazzo significava una mattinata di lavoro perso.
Così abbiamo scambiato due chiacchiere davanti ad un caffé e mi ha raccontato un colloquio che bisognerebbe filmare e condividere su youtube. Qualche giorno prima era stata contattata da una sorta di cooperativa specializzata nei servizi ai disabili gravi. L'offerta di lavoro a breve, anzi brevissimo termine, consisteva nell'accompagnare una dozzina di disabili gravi in villeggiatura. Dopo un colloquio fittissimo di domande riguardo la sua formazione e le sue esperienze professionali, nel quale ogni treperdue si pontificava sulla qualità del servizio offerto e sull'eccellenza dei professionisti assunti (cosa che faceva sperare anche in uno stipendio decente), Marina sembra aver convinto la responsabile che continua a ribadire che il lavoro richiede una presenza praticamente di 24 ore su 24 dal 15 giugno al 15 luglio. Entusiasmo alle stelle: tanto lavoro, tanti soldi. Arrivati al dunque, dopo la tiritera sulla professionalità e sull'eccellenza del servizio ecco la proposta economica... una proposta da far cadere i coglioni per terra. L'evidenza che chi si occupa di disabili e deboli, è considerato meno di una merda secca in campo di frumento. 1100 euro lordi per un mese di lavoro che richiede grandi motivazioni e persone serie, affidabili e responsabili.
A questo punto Marina ha uno scatto d'orgoglio. Guarda negli occhi la direttrice e molto educatamente risponde: "Guardi, se mi avesse chiesto di venire a fare volontariato avrei accettato volentieri, però mi rifiuto di venire a lavorare a queste condizioni è un insulto alla mia professionalità".
A qualcuno sembrerà un inutile scatto d'orgoglio, perché tanto qualcuno che accetterà a quelle condizioni lo troveranno comunque. Per quanto mi riguarda un plauso alla mia amica Marina, perché credo che se tutti trovassero il coraggio di comportarsi in questo modo le cose andrebbero un po' meglio e il lavoro sarebbe un luogo di dignità e rispetto. Purtroppo, sempre più di frequente, i valori e i principi vengono sacrificati sull'altare delle necessità.

mercoledì 15 giugno 2011

Brunetta ovvero meglio star zitti e passare per stupidi che parlare e togliere ogni dubbio...

E' da parecchio che non scrivevo più sul blog. Oggi non posso esimermi dal farlo. Sono stati giorni piuttosto importanti a livello politico e le indicazioni sembrerebbero dire che qualche paio di palle ha iniziato a girare, mettendo in moto i cervelli. Sorvoliamo sui comuni di Milano e Napoli che hanno dato un importante segnale e non citiamo nemmeno il referendum. Anzi no, per quest'ultimo vorrei dire una cosa divertente. L'altro giorno al lavoro, in un momento di pausa di una riunione, ho fatto una battuta ad alcuni miei colleghi. Avete sentito cosa ha detto Cicchitto? 
No, cosa?
Nonostante il quorum del 56%, c'è stato un 44% che non ha votato e un 5% che ha votato no. Possiamo dire che alla fine il risultato che esce dal referendum è una sostanziale parità.
La mia era solo una battuta. Mi ha fatto il riflettere che alcuni di loro, una buona parte per essere precisi, abbia sbarrato gli occhi e chiesto se l'avesse detto veramente. Se vivi in paese dove pensi che una minchiata simile possa davvero essere una dichiarazione ufficiale di un politico, allora vivi proprio in un paese del cazzo.
Devo spendere anche due parole sul Berlusconi e il suo ultimo pezzo di cabaret "E’ di Andrea Appiani e raffigura il Panaso, cioé il bunga bunga del 1811". Ai più potrà sembrare la solita uscita idiota e fuori luogo di un vecchietto rincoglionito sulla via dell'alzheimer, per me è l'ultimo patetico tentativo di sdoganare in  maniera giocosa e gogliardica le feste a base di bagasce.
Lasciamo cadere il discorso e parliamo veramente di cose becere: Brunetta. Il ministro della pubblica amministrazione e innovazione, ovvero l'unico politico italiano che può fregiarsi del merito (unico merito) di far sembrare Berlusconi il colosso di Rodi, non solo ha dato le spalle ai precari che chiedevano un confronto verbale ma, anzi, li ha addirittura offesi definendoli l'Italia peggiore. Mi stupisce che la reazione dei precari sia stata così civile. Fossero stati veramente l'Italia peggiore, presumo che Brunetta sarebbe andato a casa con almeno un occhio nero. Peccato, il nano da giardino è fuggito indenne.

Non so che dire, se non che viviamo in una democrazia posticcia con una pletora inutile e strapagata di politici che, se possono parlare indisturbati davanti a giornalisti imboccati precedentemente con le domande lecite, va tutto bene. Avete notato che tutti questi politici sono bravissimi a decantare il 2015, quello che succederà fra cinque anni con questa legge e quest'altra fra tre anni e cazzi e mazzi e birimbau.... ma non appena un povero cristo gli pone una domanda reale del tipo "caro ministro, va bene il 2015... ma io oggi che cazzo mangio??", questi fuggono come topi che abbandonano la nave?

venerdì 8 aprile 2011

Le poesie di Lory Del Santo


Chi avrebbe mai pensato che si poteva fare peggio di Bondi? Non parlo del Bondi politico e/o ministro ma del Bondi poeta. Non avrei mai creduto di poter dire questo componimento è un capolavoro:

A Marcello Dell’Utri 
Velata verità 
Segreto stupore 
Sguardo leggero 
Insondabili orizzonti

Invece eccomi qui. Bondi è un vero poeta. Non è che lo sia in quanto tale. E' un concetto quasi filosofico. Bondi, in relazione alla Del Santo, è un poeta laureato. Se non avete mai letto nulla di Bondi, se non la poesia qui sopra, fatevi una ricerchina e toglietevi lo sfizio. Giudicatelo, secondo il vostro criterio, se siete un minimo normo dotati penserete che scrive schifezze. Poi tornate qui e fate partire il video qui sotto. Prima leggete l'avviso, io non voglio responsabilità.

Avviso per i naviganti. 
Prima di cliccare e far partire il video, pensateci bene, queste poesie sono così brutte che non potrete farne a meno.


Fatto? Avevo ragione? Non pensate che Bondi, dopo questo spettacolo penoso, sia una specie di Dante?
Al di là dello sguardo fisso nel vuoto e i fogli in mano (c'è veramente bisogno di leggere una poesia che dura 15 secondi?).

Mentre le ascoltavo il pensiero è volato subito ad un post. Ora che devo scrivere la fantasia si è volatilizzata. Sarà che anche i peggiori commenti che potrei partorire alla fine migliorerebbero questi obbrobri? Che sia scattata una sorta di meccanismo di auto-protezione dell'io? La mia fantasia si rifiuta di scrivere perché spera che queste poesie non esistano veramente? Eh, no cazzo esistono... le sento ancora. Sento quelle rime penose che mi si insinuano nel cervello.

Comunque sono fantastiche le introduzioni "la poesia che ho scritto oggi è una poesia di amore...  si intitola appunto amore". Delle piccole perle di saggezza lapalissiane. "Oggi mi sono alzata e sul giornale c'era una foto su Fini e ho pensato perché non scrivere una poesia su di lui?".
La cosa più terribile è la convinzione che trasmette. E' così assurdo che ho la sensazione di aver in casa delle videocamere che mi spiano e che, a breve, qualcuno aprirà la porta gridando "coglione ci hai creduto, eh?".

La nuova Merini. Speriamo che come la compianta Alda, anche Lory finisca in manicomio. 

Ora vado a fare la cacca... potrei scriverci una poesia... potrei intitolarla... mmhh, cacca!

venerdì 1 aprile 2011

La malattia del ferro


Ricordo ancora il senso di libertà provato nel guardare fuori e vedere solo mare. Ogni volta uno spettacolo nuovo, con la luna che si spezzettava in mille scaglie di luce sulla tranquilla schiena di quella gigantesca pozza d'acqua. Ma anche quando il gigante era furioso lo spettacolo non mancava e sentirlo inveire, alzando onde gigantesche, era molto istruttivo. Tutti dovrebbero trovarsi in mezzo ad un mare incattivito, aiuta a ricordarsi che la fragilità umana ci rende piccoli e inutili di fronte alla potenza della natura.
Il grido dei gabbiani che si poggiavano sulle paratie a prua e la discreta compagnia dei delfini che, non ho mai capito perché, ti aiutavano a sentirti più leggero. In lontananza il sole esplodere di luci e colori, mentre lentamente sussurrava addio al giorno finito. E colpi di vento sul viso ad asciugare lacrime ancor prima che potessero manifestarsi e brividi di freddo che, troppo spesso, eravamo abituati a trasformare in sorrisi, per nascondere agli sconosciuti la malinconia di casa. E poi sguardi e occhi persi nella scia acquosa del mare e parole in mille lingue. Così tante lingue che, alla fine, non senti più la differenza tra una e l'altra e impari a espressioni. Quante esperienze, sensazioni e ricordi condivisi con le onde, che sbattevano all'esterno della cabina.
Inutile spiegare se non l'hai vissuto. Inutile dirti che tutto ciò lo porterai dentro per sempre e che spesso, quando le mura dei palazzi ti intrappolano, o la vista è bloccata dalle montagne, la malinconia ti esplode in bocca e improvvisamente la terra ferma, tutta quella stabilità e sicurezza, è molto peggio del ruggito del mare agitato che ti faceva mettere il materasso in terra o vomitare continuamente. 
Quella volta tornando da Alessandria furono 16 ore di mare terribile, stomaco in subbuglio e mal di testa. Tutti seduti nel corridoio del Deck B a tenerci compagnia. Un intero mondo: argentini brasiliani italiani filippini portoghesi uruguagi americani canadesi, a ridere insieme nonostante la nausea e un po' di timore. A raccontarsi vite che sembrano una più pazza dell'altra e la tua, che non avevi mai considerato normale, viene rivista con rinata coscienza. Poi capita di amarsi, più per colmare le distanze e sfumare la malinconia, che per reale sentimento. Poi si sbarca. Fine contratto. Ci si chiama per qualche settimana e la vita riprende il suo viaggio. Una vita di amicizie profondissime ma, il più delle volte, destinate a perdersi nella distanza delle miglia marine.
Negli occhi conservo lo splendore del Nord Africa il lunedì, e la magia Turca del giovedì. Ho addosso come cicatrici tutto quello che ho visto, tutto quello ancora da vedere. Rimbomba nelle orecchie la domanda più frequente - tu da dove vieni? - e come potevi non rispondere con un poetico - da molti posti diversi? Ricordo con forza vivida il momento prima di addormentarmi, quando guardavo la tua fotografia appesa vicino al letto, accompagnando un bacio con le mani.
Eccomi qui ora. Lontano da tutto quello che è passato, ma capita ancora nel sonno di sentire il frusciare dell'onda vicino al mio letto. Sono le notti che non riesco più ad addormentarmi ed allora fantastico su quale porto toccherò all'indomani. Mari del Nord o mar Nero? Non importa basta che ci sia vita, nuove magnificenze delle quali i miei occhi si possano nutrire, nuove parole di lingue improbabili e che mi sia possibile di impararne una di più.
E' per questo che spesso mi senti distratto, lontano e rispondo in maniera confusa. Sto tenendo le tue mani mentre passeggiamo per le vie del centro. Ti ascolto - oh, lo giuro che ti sto ascoltando - ma una parte della mia testa sta ricostruendo intorno a sé il centro di Malaga, una parte del Palazzo Topkapi e quel miliardodimiliardi di cose che non ho ancora mangiato con gli occhi.


mercoledì 16 marzo 2011

Corso propedeutico di Educazione CiNica

In queste ultime settimane ho divorato un po' di libri di argomento religioso e filosofico. Non credo in entità superiori, siano essi miti o divinità, mi risulta difficile affidarmi a ciò che non riesco a capire razionalmente. Per questo mi capita spesso di prendere decisioni di getto. Mi affido in maniera irrazionale al mio istinto, che almeno è una parte di me, non certo a fede o strutture concettuali sovraumane.

Però, mi affascina la figura di Gesù. Il Gesù storico, quello dei fatti documentati e credibili. Non mi riesce di credere ai miracoli. Per alcuni è Gesù stesso ad averlo voluto la Chiesa, lo avrebbe fatto simbolicamente chiamando a sé i suoi discepoli. Mi sembra un'interpretazione più che forzata. La mia interpretazione, invece, è opposta. Leggendo gli insegnamenti di Cristo che predica la carità e l'aiuto dei poveri e bisognosi, a mio avviso, Gesù dice una cosa di una profondità e portata pazzesca. Ovvero: se tutti gli uomini fossero umanamente portati a rispondere ai bisogni dei più sfortunati, cosa difficile ma non impossibilissima da realizzare, non ci sarebbe nessun bisogno di miti o divinità. Gesù per me è stato un grande uomo, che ha portato avanti le sue idee in un contesto completamente sfavorevole, fino alla massima coerenza della croce. Lì c'è arrivato perché pensava di essere il figlio di Dio. Cosa secondo me improbabile ma alla quale riconosco (si vabbé mi contraddico) la forza di aver fatto un vero miracolo, ovvero regalare una fede consolatoria ai suoi seguaci. Il mondo è fatto di razionali che credono nelle proprie mani, gambe e ingegno ed altri, che hanno bisogno di un scudo consolatorio. Il mio massimo rispetto ad entrambi gli schieramenti.
 
Alla fine credo che, e i tragici fatti accorsi in Giappone lo confermano, che non esitano dività superiori ma ci sia solo una natura matrigna che se ne frega altamente di noi. Se fosse così dov'è il problema? Dobbiamo comunque vivere questa vita, che ci sia stata donata da una divinità o da un demiurgo caotico, viviamola al meglio senza troppe paturnie mentali.

Per concludere, consiglio a tutti di smettere di leggere Vangeli o Etiche filosofiche. Concentratevi sulle lezioni di Educazione Cinica dei nostri politici. Gente che crede di essere in grado di poter gestire una nazione, la sua cultura e la sua economia, quando ignorano le più basilari regole di comportamento civile. Come il figlio della Moratti, ma ovviamente mamma non sapeva nulla, che si costruisce il Bat-pied-a-terre, salvo poi donarlo quando beccato. La leggenda narra che vide un film su Bat-man e chiese una botola, avesse visto Will Hunting almeno, avrebbe chiesto un cervello. Come Scajola che si trova una casa intestata e pagata a sua insaputa o il nostro Vate Roberto Castelli, Viceministro delle Infrastrutture e Trasposti, che non sa nemmeno che esistono graduatorie per l'assegnazione degli appartamenti. Speriamo che sia a conoscenza del fatto che i lavori pubblici non possono essere donati per simpatia ma devono seguire un percorso regolare di appalto. Chissà con quale competenza discuterà di piani regolatori o leggi fiscali. E meno male che è Roma Ladrona. C'è di buono che come Scajola si dimettono, c'è di male che come Scajola, calmate le acque, ritornano.

Diciamo la verità, è più importante apparire onesti che esserlo realmente. Chiunque, se potesse godere dell'anello di Gige, si comporterebbe nello stesso sconveniente identico modo.

venerdì 4 marzo 2011

Sono io che non capisco per il culo o sono loro che mi prendono un cazzo?

Scusate il titolo ma la confusione in questi giorni regna sovrana. Approfitto di questo spazio, da me creato, per esternare il mio malcontento. Leggo i giornali, guardo la tv (a volte la accendo anche) per chiarirmi le idee, ottenendo però il risultato opposto. Nelle ultime settimane le notizie più importanti sono le rivoluzioni in Egitto e Libia. Chiariamo subito: non mi importa nulla di Berlusconi che bacia la mano a Gheddafi, per quanto me ne frega poteva anche fargli un pompino con ingoio e dargli il culo. Però, è impossibile sorvolare sul fatto che sono stati sottoscritti contratti commerciali e un vomitevole patto d'amicizia. Per non passare come comunista mistificatore, devo sottolineare che altre nazioni hanno fatto lo stesso (magari non il patto...), che prima di Berlusconi anche Prodi sottoscrisse contratti commerciali (magari non il patto). Non intendo discutere le manovre politiche per approviggionarsi di petrolio, gas e quantaltro, anzi sì... ma lo faccio dopo. La cosa che mi lascia basito, ma veramente basito, sono le dichiarazioni stupefatte e timorose riguardo ad una possibile deriva islamico integralista in Libia. Ma come? Mezzo mondo Occidentale ha stretto rapporti di commercio con Gheddafi e tutti gli altri cazzo di dittatori nord africani, sono stati accolti in ambasciate (noi addirittura con Gheddafi, non ci siamo limitati a dargli il culo, ci siamo messi preno e chiappe al vento siamo andati a cercare il suo uccello, con la farsa delle ragazze gnocche a studiare il Corano). Gli stati occidentali hanno fatti arricchire questi dittatori invece di denunciarli per crimini verso l'umanità... ed ora, le stesse nazioni che prima erano culo e camicia con i dittatori, temono una deriva integralista? Ma bio parco è il minimo che può succedere!!! Dopo che i popoli sono stati presi per il culo da tutte le democrazie occidentali, le stesse democrazie temono che gli integralisti, che cavalacano il malcontento, possano avere terreno fertile? Quel terreno, nel caso non ve ne foste accorti, lo avete fertilizzato con ottimo letame in tutti questi anni. Ora godetevene i frutti. Io, in tutta onestà, mi auguro che ci sia una deriva integralista, però di giusti. Ovvero di integralisti che invece di farsi saltare in Piazza Navona, uccidendo decine di ignari (non innocenti!!), vadano a colpire i diretti responasabili. Questo perché io, e immagino tanti altri, quando ho visto Berlusconi baciare la mano a Gheddafi, ho vomitato.

Un'altra cosa che proprio non mi riesce di capire. Gli accordi commerciali con Gheddafi (e con Putin) sono tenuti come fiore all'occhiello della politica commerciale del Governo. "Abbiamo diversificato le forniture", si vantano le teste di cazzo. Ma politucoli dei miei coglioni, se è così tutto diversificato nella fornitura come cazzo è che la benzina aumenta? Porca la mia gonna, mi diversifichi le forniture del gas e mi fai dei decreti che tagliano le gambe all'energia solare? Siamo la patria del Sole. Quando sento parlare di forniture diversificate, mi sembra di essere tornato al medioevo. Quali forniture diversificate?!? Bisogna parlare di fonti alternative e rinnovabili. Il vento, il sole, l'acqua possono dare energia, magari non tutta quella che serve, ma di sicuro una buona parte. Invece no. Quando qualcosa può essere utile e vantaggioso per l'intera collettività, ma danneggia gli interessi dei singoli (imprenditori), allora non s'ha da fare. Piuttosto che firmare contratti per avere petrolio con dei dittatori, non è meglio investire, per dire una cazzata, sulle macchine elettriche? Ovvero tutti quegli strumenti che ti tolgono dalla schiavitù del petrolio?
Perchè spesso, quando sento parlare i politici, ho l'impressione di essere posto davanti ad un dubbio di questo tenore. Dato che un negrone con 30 cm di salsiccia ha deciso di sfondarti il deretano e che tu puoi scegliere tra due opzioni, indica con un crocetta la tua scelta:

A. Lo prendo tutto nel deretano ma al negrone non do soddisfazione e soffro immobile e silenzioso.
B. Scappo e non lo prendo nel deretano.

Dato questo problema, mi sembra che la maggior parte dei politici mettano la crocetta sull'opzione A. Tanto i culi sono i nostri. Per concludere questo post, due righe sulle pubblicità di automobili. La nuova macchina che arriva dal futuro ha MP3, navigatore incorporato, sedile riscaldabili in pelle di squalo e si spegne da sola quando sei al semaforo, facendoti risparmiare il 15% del carburante. Minchia che innovazione!! O forse è una presa per il culo? Sono decenni che si legge di macchine che potrebbero andare a idrogeno, elettricità addirittura potrebbero andare a pipì. Ed io dovrei essere contento della nuova macchina che risparmia il 15% di carburante con il filtro antiparticolato (che non so nemmeno che cazzo sia)? Io sono incazzato invece, perché nel 2011 non abbiamo ancora una macchina commerciabile ad energia alternativa. Però una cosa che mi rende orgoglioso c'è: 48 città sono oltre i limiti di inquinamento. Inquinamento provocato dai fumi delle caldaie di riscaldamento e dai motori delle macchine. Caldaie e motori che funzionano grazie a quelle forniture diversificate. Forniture diversificate che, con tutta probabilità, nei prossimi mesi, forse giorni, aumenteranno di prezzo. Non dispero che quelle 48 città sia un record migliorabile.


C'è un'altra cosa che mi fa prudere la mani: il federalismo. Ne parlerò un'altra volta.