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lunedì 31 gennaio 2011

Bentornata Marlene (Kuntz - Ricoveri virtuali e sexy solitudini)

C'erano due dischi che aspettavo con una certa trepidazione. Il primo è quello degli MK. Nel 1994 quando uscì Catartica ero poco più che ventenne e quel cd lo consumai. I testi e le musiche furiose catturarono tutta la mia adrenalinica voglia di mangiarmi il mondo. Quell'album fu per me una vera novità musicale, in quanto sposava rumori industriali e splendide melodie, un esperimento riuscito a pochi nel panorama italiano. Per quanto mi riguarda ritengo che Nuotando nell'aria sia tutt'ora una vetta irraggiungibile. A quel primo album d'esordio, seguirono altri ottimi lavori: Il vileCome di sdegno, Ho ucciso paranoia, senza dimenticare i diamanti di Spore. Dal 2000 in poi  si ha un cambiamento musicale che fa storcere il naso a parecchi fans. Si tratta di capire se un gruppo deve seguire il proprio istinto musicale o compiacere   il pubblico. Comunque, credo che una bella risposta la si possa trovare in Pornorima, la traccia numero 9. Vi cito solo due passaggi:

E poi potranno anche vedere
gli ebefrenici fighetti dell’Olimpo
indie-rock le frigidine blah-blah-blog,
gli avanguardisti a pacchi e stock.
Sai che c’è? Sei la mia porno-rima.
Sai qual è? La voglia mia collima
con la tua volontà di farmi rotolare
giù dalla tua montagnola in riva al lago,
che coincide col mio desiderio soffiato
di farti dire forte “fottimi maiale fottimi come un animale”.
Perché ti piace quando lo senti cantare
dal tuo amato Trent dei Nine Inch Nails.

Io ho continuato ad apprezzarli anche se, non ho problemi ad ammetterlo, i primi Marlene mi piacevano di più. Ho sempre amato la qualità e i contenuti dei testi, spesso critici ed ermetici, però di un ermetismo stimolante. È capitato di trovarmi davanti a poesie, delle quali il messaggio mi risultava incomprensibile, ma invece di accendermi il pensiero, lo uccidevano. Con i Marlene succede spesso di non comprendere a fondo il contenuto del testo, ma questa grande incomprensione scatena in maniera frenetica la fantasia. Almeno a me succede così.

Con questo nuovo album, a mio modesto parere, hanno raggiunto una maturità figlia dei Marlene di prima e dopo il 2000. Gli 11 pezzi dell'ultimo lavoro sono di grande qualità, con le vette di Paolo anima salva (con un video parecchio bello!) e L'artista, un pezzo veramente mostruoso che sembra ricreare appieno l'arrivo di una tempesta emotiva, con un cambio di ritmo strepitoso. Seppur privo di schitarrate furiose riesce a comunicare impeto e fa ritrovare la frenesia giovanile ascoltata in Catartica.

C'è poco altro da dire, se non: BENTORNATA MARLENE.

P.s. l'altro album è quello di Cristina Donà... ve ne parlerò nei prossimi giorni.

venerdì 21 gennaio 2011

A difesa di Zerbini e Carta igienica...

 

Ieri ho visto Annozero. Dopo gli interventi della Santanché, ma non solo i suoi, il mondo ai miei occhi ha subito un notevole cambiamento. Prima di andare a dormire sono andato a cagare. Seduto sul bianco trono ho guardato la cartaigienica alla mia destra. Mi sono accorto che non ho mai compreso a pieno la dignità della sua opera. Questa mattina, poi, uscendo da casa mi sono soffermato qualche secondo a guardare il mio zerbino, davanti alla porta di casa. Anche in questo caso, come per la cartaigienica, non ho mai dato il giusto valore al suo compito.

Sono due oggetti che vengono, troppo spesso, accostati ingiustamente a personaggi squallidi. "Sei lo zerbino di...". oppure "Lo usa come cartaigienica...", sono frasi che si sentono di frequente rivolte a un buon numero di persone, per ovvi motivi. Smettiamola di insultare la Cartaigienica e gli Zerbini. Loro hanno una dignità perché vedono nel ruolo, che da anni svolgono, una missione. Lo Zerbino e la Cartaigienica, non sono patetici oggetti simbolo del più bieco e interessato servilismo. Anzi, per loro Servire (sì, cazzo con la S maiuscola) è lo scopo supremo. C'è molta più dignità in un pezzo di Cartaigienica e in una setola di qualsiasi Zerbino di quanta ce ne sia nella maggior parte dei politici italiani, per non parlare della Santanché.
Zerbino e cartaigienica svolgono il loro compito, umile ma non umiliante, con la stessa costanza. Che tu sia il papa, il papi, l'operaio della Fiat o il cazzaro/cazzara che sta leggendo questo post, loro senza chiedere nulla in cambio, ti puliranno i piedi o peggio il culo. Zerbino e Cartaigienica fanno quello che tu non avresti mai il coraggio di fare, ammettilo. Puliresti con tutto te stesso le scarpe di chiunque ne abbia bisogno? Direi di no. Così come, immagino, non ti puliresti mail il culo a mani nude. Hai bisogno di loro per entrare in casa con le suole pulite o per non ritrovarti con il culo che prude. E tu in cambio che fai? Dopo esserti pulito le scarpe richiudi la porta dietro di te, peggio ancora per la Cartaigienica: usata e scaricata nel cesso. Ma loro rimango lì, composti e orgogliosi, senza piagnucolare chissà quale dramma.

Zerbino e Cartaigienica hanno la suprema dignità di essere nati per assurgere a compiere quello che fanno. Gentaglia come Santanché e affini si sono ridotti a personali schiavetti perchè non hanno talento per poter fare altro. Zerbino e Cartaigienica non aspirano ad altro che essere servizievoli e, cosa degna della massima stima, sono coerenti ai loro principi. Zerbino e Cartaigienica non fanno proclami contro il vento per rimangiarseli quando non sono più convenienti.

Ritornando ad Annozero e alla Santanché. Ieri ha difeso a spada tratta  il suo sultano. Solo strumentalizzazione, tutte mistificazioni (che poi diventano banali anche nel lessico). Peccato che solo nel 2008, parlava di Berlusconi come di uno che "vede le donne solo in orizzontale".


Che ne dite? Nella fotografia di inizio post, quale dei tre soggetti merita più stima? La prossima volta, prima di insultare qualcuno dandogli dello zerbino pensateci bene.

giovedì 20 gennaio 2011

Marco Mengoni: Re Matto Live (Bon Shi Bon Shi Bon Bon Bon!)

Chiariamo subito: non sono fan di Mengoni. Ho ascoltato il suo precedente lavoro per curiosità e qui, se volete, potete leggere che ne penso. Evitatemi dunque lo stucchevole dualismo italiano del "se parli male di Berlusconi sei comunista" o, in questo caso, "se parli bene di Mengoni significa che odi Scanu". Grazie al cielo il panorama musicale italiano e, per fortuna, mondiale va oltre questi due. Ok, pippone finito.

Mi sono procurato il secondo cd, rigorosamente scaricandolo dalla rete. Di norma se quello che scarico mi piace, appena ho due lire lo compro. Emule è un'ottima garanzia. Per esempio, con Scanu e Carta mi ha fatto risparmiare un sacco di soldi. Anche se, ad essere sinceri, non avrei mai comprato cd simili. Anche per Re Matto Live la molla è stata la curiosità e un po' perché mi è stato chiesto un parere a proposito. Ho accettato volentieri l'invito perché: ero curioso di sapere se le lacune dell'album precedente alla fine fossero state colmate.

Partiamo dal presupposto che ho un debole per i live. A volte lavori mediocri vengono recepiti come buone prove proprio per l'atmosfera tipica del suonare dal vivo. Questione di energia, pubblico urlante. Se mi regali un live, vuol dire che ti piace vincere facile. Ecco perché il BON SHI BON-SHI Bon Bon Bon! del titolo. Ho ascoltato questo lavoro in macchina la mattina, andando al lavoro, e al pomeriggio tornando. Cosa importante: per un giorno ho sostituito Il ruggito del coniglio e 610 con Mengoni, perdendomi la saggezza del Grande capo Estiqaatsi. Dunque sarò esigentissimo.

L'album in questione contiene queste tracce:

Rabbit's intro
Stanco (deeper inside)
Paralyzer
In viaggio verso me
Helter skelter
Questa notte
Lontanissimo da te
Insieme a te sto bene
Fino a ieri/Cosmic girl
Almeno tu nell'universo
Mad world
See me feel me/ Listening to you
Nessuno
La guerra
Credimi ancora

Togliamoci subito il dente, non è l'album per il quale valga la pena vivere ma è senza dubbio un buon lavoro. Musicalmente c'è una preparazione dietro, sensibilmente più robusta rispetto alla registrazione in studio del cd precedente. I due principali difetti che avevo sottolineato qui, in linea di massima sono stati risolti. La struttura musicale e gli arrangiamenti dei pezzi live sono molto curati e in alcune parti piacevoli e originali. Non c'è nulla di nuovo, Mengoni non inventa nulla, però le cover sono una personale rivisitazione che lasciano spazio anche allo stile di chi le reinterpreta. Non sono trite e stucchevoli riproposizioni di canzoni note, ma dei pezzi rivisti che assumo il loro perché. Tutto sommato mi arrogo il vanto di dire che avevo criticato bene quando parlavo di un primo lavoro troppo frettoloso ma che faceva intuire le potenzialità del cantante.
L'ascolto risulta molto piacevole e la sequenza di pezzi energetici ed altri più soft si rivela azzeccata. L'alternanza è ben studiata e non si rischia il latte alle ginocchia per brani troppo lenti o lo stordimento per troppi schitarramenti. Anzi, spesso mi sono ritrovato a tenere il tempo con la testa e il piede. Su tutti mi hanno piacevolmente colpito le esecuzioni, a livello musicale e interpretativo, di Un giorno qualunque, Insieme a te e Lontanissimo da te. Non posso sorvolare su Helter Skelter, la madre che partorì la musica heavy metal. Avrei preferito una voce un po' più sporca.

Per concludere, Mengoni non è il mio genere. Il cd non lo comprerò, però il cammino partito da un lavoro che aveva delle potenzialità ma che mi era sembrato troppo frettolosamente venuto alla luce, è arrivato ad un album molto ben curato che ha risolto le passate evidenti lacune senza scivolare su nuove bucce di banana.


Buon ascolto.

mercoledì 19 gennaio 2011

Bajo la sal di Mario Muñoz (un gran film che però non convince totalmente)

Bajo la sal vuol dire sotto il sale. La locandina è un po' fuorviante, lo ammetto, fa pensare a zombies, omicidi splatter e via di seguito. Il film invece è un thriller che in tutta onestà mi lascia perplesso sul voto da dargli. Voto comunque più che sufficiente. Ha tutti i crismi per diventare un film cult, ha tutto eppure manca di qualcosa. Ha una solida storia e uno sviluppo che ti lascia sempre teso come una corda di violino, eppure...
Il film è ambientato nella città immaginaria di Santa Rosa de la Sal. La storia inizia con una normale giornata di lavoro in una salina. Nel bianco abbacinante del sale sotto il sole, il corpo gravemente decomposto di una ragazza viene rinvenuto nel corso di una raccolta di sale. Entra in scena il comandante Trujillo, un poliziotto con un passato vorticoso e nebuloso. Salazar, lo sceriffo locale, aggiorna Trujillo sul caso che include non solo il cadavere appena scoperto ma anche la scomparsa e l'omicidio di diverse altre ragazzine della zona. Gli indizi sono pochi e la lista dei sospetti apparentemente illimitata. Dallo sfondo della storia arrivano i riverberi di fatti di cronaca reale riferiti ad omicidi e narcotraffico.
Da qui in poi entreranno in scena personaggi psicologicamente molto ben delineati. Su tutti lo il fantastico Victor un cupo adolescente, orfano di madre, con problemi personali e la passione per gli stop motion animation che, con Barbie e Ken, ripercorrono la trama. Questi brevi intermezzi, sono fantastici per alzare al massimo la tensione, perché suscitano diverse reazioni: alcuni li vedono come confessioni dell'assassino,  per altri sono una terapeutica via per esorcizzare l'efferatezza degli omicidi. Per tutto il film si respira il contrasto tra il biancore dei paesaggi veramente unici e la cupezza dei protagonisti. Lo spettatore, in quei 100.000 ettari  quadrati di salina, è senza punti di riferimento mentre la matassa, invece di dipanarsi, sembra sempre più ingarbugliarsi. Così in quegli enormi spazi aperti si diventa consci che i veri ostacoli da superare, i veri dirupi che inghiottono, sono solo dentro di noi. Nononostante tutta la luce che acceca in questo film, la verità rimane nascosta tanto che il colpevole, fino all'ultimo, potrebbe essere lo stesso spettatore. I dialoghi sono scarni ma in alcuni passaggi notevoli. Consiglio caldamente la versione originale sottotitolata che è piuttosto intuitiva. La colonna sonora interessante e azzeccata.



Dicevo che è un film che avrebbe tutti i crismi per essere un capolavoro. Gli manca il classico "non so che" per essere perfetto. Dopo un'ottima partenza adrenalinica, pur senza sparatorie o improbabili scene di fanta-azione la storia rallenta un po' (a mio modesto avviso c'è qualche minuto di troppo nel mezzo), per poi  ritrovare lo stesso mood narrativo dell'inizio. Nonostante qualche cliché (perdonabile) nella caratterizzazione dei personaggi e nello svilupparsi della trama, si arriva al finale. Uno dei migliori che ho mai visto. E' strano parlare molto bene di un film che però non mi ha pienamente convinto.

Questo post partecipa all'iniziativa Buio In Sala...

martedì 18 gennaio 2011

Parto da qui... (e finalmente la fine!)


Proseguiamo, portando a compimento la recensione dell'ultimo lavorotfl di Valerio Scanu. La parte precedente la trovate qui.

Traccia 6: Aria colorata: pezzo emotivamente laconico. Il titolo più adatto, secondo me, sarebbe "Un'altra inutile canzone d'amore". Rispolverati tutti i canoni della canzonetta italiana. A tratti Scanu sembra Albano ma molto più vecchio. L'unica cosa condivisibile della canzone sono i primi due versi:

E' stupido lo so
rifletto troppo a lungo sui miei errori

Occhei Valerio, però, adesso cerchiamo di evitarli gli errori!

e sogno in bianco e nero
ma dopo poi mi accecano i colori

Ecco appunto, come parlare con un mattone.

tu che colore sei?
il rosso dell’amore
il verde la speranza
di vederti tornare.

Tralasciando la banalità dei colori, porto alla tua attenzione la parte sottolineata. La prima volta che ho ascoltato il pezzo ero in macchina. Non ho dato molta importanza al "dopo poi" perché ero straconvinto di aver capito male. Invece dice proprio così. Inutile ed inelegante ridodanza che poteva essere evitata senza troppa fatica. Alla luce degli erroracci accumulati fin qui, direi che un peccato veniale come questo è un progresso che merita un trenino. Pronti? A-E-I-O-U-IPSILON!!! Come dico più sopra è un'altra inutile canzone d'amore, con un ritornello così così:

aria colorata soffiami
un sorriso in faccia
solo un pò affannata
tendimi le mani che
le braccia le ho forti
più forti


Una domanda. Questo ritornello a voi ricorda il nobile sentimento dell'ammmore? Lo chiedo per curiosità, perché a me la prima impressione è stata di uno che riceve una scoreggia in faccia. Comunque, rivisto e corretto da me ha più pathos:

aria colorata soffiami
via il sudore dalla faccia
sono insofferente
mi scappa anche la cacca
mi scappa forte
sempre più forte...

 
magari più pathos no, però sarebbe più divertente e perderebbe sicuramente quell'effetto di àncora attaccata allo scroto.

Traccia 7 Chances: la solita tiritera sull'ammmore in versione anglofona. Nel primo verso Scanu canta:

Another love song

ed io continuerei con un "ecco appunto... era proprio necessaria un'altra love song?". Me ne vengono in mente almeno duecentomila di canzoni inglesi migliori di questa. Non si sarà mica messo in testo di sfondare in Europa!!?? Un riassunto veloce del testo:

Ha una canzone d'amore che gli svolazza in testa 
e ogni volta che sente la sua lei distante piange.
Il solito percorso di conoscenza sugli errori commessi
mentre la solitudine lo divora
cerca di sorridere ma il dolore è troppo forte
per poterlo nascondere.

Una chance di vivere una di amare
una di sentire e un'altra per portare altrove le parole
(però quante chances, che uomo fortunato NdR)
Spera di risentirla ancora sua
ma niente l'amore è finito
e si rende conto che per il momento
dovrà fare tutto manualmente.

Poi le solite cose 
lui non dorme di notte
e le confessa il suo amore...
direi che non è il caso di andare oltre.

Sono quasi certo che la mia traduzione fatta in velocità rende giustizia al testo. Anche perché il livello non è che richiedesse chissà quale ricerca filologica. La novità del pezzo, rispetto alle canzoni precedenti, è l'utilizzo della lingua inglese, altri pregi non saprei. Avesse utilizzato qualche proposizione tratta da frasari di viaggio, tipo Where is the next bar? o i colori black, white, green, davrebbe avuto almeno un valore didattico. Un probabile valore aggiunto è che con un pezzo così lento, qualche adolescente magari riuscirà a limonare.

Traccia 8 Il cuore non mente mai: un pezzo difficile da definire... tra l'assurdo, l'astratto, il non sense, il genio e l'inutile. Questa traccia è un chiaro equivoco sulle parole che Picasso disse a Gertrude Stein: "Ogni capolavoro viene al mondo con una dose di bruttezza congenita. Questa bruttezza è il segno della lotta del suo creatore per dire una cosa nuova in maniera nuova". Considerando che non c'è nulla di nuovo detto in maniera nuova, resta solo l'immensa bruttezza congenita. Melodia piatta, perfetto manifesto di anti-originalità che punta tutto sulla voce di Scanu. Diciamola tutta: ha una voce estesa che non è affatto sinonimo di qualità vocale. Il ragazzo manca totalmente di quella capacità di trasmettere emozione nel cantato. E' come una bella macchina che va solo dritta, o una ragazza topa che la molla a tutti tranne che a te (per i maschietti), o come Brad Pitt e George Clooney gay (per le femminucce).

Traccia 9 (dai che è quasi finito questo supplizio) La mia coperta sul cuore: solito pezzo trito e ritrito. Solita partenza sommesa che poi diventa crescendo. Nessun sprazzo di originalità per quanto riguarda musica o testo. Il massimo della lirica, viene raggiunto nella banalità de "l'universo è dentro di te". Sempre tematicatica amorosa piuttosto facilona. Questo pezzo da proprio l'idea del devo farlo perché devo fare numero. Si parla di amore ma la sensazione è che si parli di una cosa proprio sconosciuta e della quale non si sa proprio cosa dire, se non un ridondante ritornello. Questo pezzo sarebbe da proporre per la coppa rimetti.

Traccia 10 If I was made for You. Leggendo il titolo in maniera distratta mi ero illuso che fosse una cover dei Kiss, mai errore fu così tragico. Pezzo che tenta di essere R 'n B' ma alla fine non è né carne né pesce. Scivola come l'acqua su un piano di marmo inclinato, senza lasciare traccia, se non un po' di noia nelle orecchie. Il testo richiama le solite banalità amorose già sentite in italiano. La seconda prova in inglese se aspira ad essere di lancio per il mercato internazionale deve produrre ben altro. Considerando la creatività  e la prolificità musicale internazionale, questo pezzo suonerebbe già vecchio anche negli anni '60. Manca di ritmo, pathos... praticamente manca di tutto. La linea melodica, più che parlare d'amore, richiama alla mente le sofferenze di una persona che soffre di dissenteria, tanto che ho rivisto il pezzo così:


I was made for you
My name is imodium
Why are you so sad?
Don't you cry life is bell
And I will show you my love
Healing your cacarell.

Traccia 11. Parto da qui: la prima impressione è che sia un testo per insegnare l'italiano agli stranieri. Versi brevi, (cir)concisi, per insegnare a coniugare i verbi, usando delle spiritose filastrocche.

Mai
Non capirai
Silenzio e poi
Mi perderai
E penserò
E penserai
Dove sarai
Dove sarò. 

Io partirò, se tu partirai e se anche egli partirà, potremo dire che noi siamo partiti, e se voi partirete lo potranno dire essi, che a loro volta, partiranno. A ben pensare se grazie a Scanu qualche straniero imparasse l'italiano, sarebbe un piccolo passo per un uomo ma un grande passo per l'umanità. A livello di contenuto il pezzo sembrerebbe la continuazione ideale della coperta della traccia 9. Infatti se la track 9 fa capire che lui si è perso dentro di lei (che profondità!!), la track 11 fa capire che lui riparte di qui. Speriamo che prenda una bella rincorsa e si levi dalle balle.

Siamo arrivati alla fine. Anche questa fatica è giunta a compimento. Speriamo che Scanu non sia così sadico da tornare con un terzo album. Vi starete chiedendo chi me lo ha fatto fare. Ho un sacco di risposte plausibili. Un po' per curiosità. Non mi piace criticare a priori. Per parlare male di un film, un libro o, in questo caso, un cd devo prima vederlo, leggerlo e ascoltarlo. Come avevo anticipato nel primo post la verità è che soffro della sindrome del gatto spiaccicato. Avete presente quando vedete un gatto spappolato sul ciglio del marciapiede? Nonostante il disgusto che provoca devo guardarlo. Ora posso finalmente cancellare dalla chiavetta usb e dal mio pc questo cd che è talmente brutto che potrebbe funzionare come antivirus. Stranamente dopo 9 settimane l'album è al 91 posto della classifica FIMI.Che detto per inciso non vuol dire un cazzo, magari è il più scaricato. Però è strano... i vari Emma, Carone, Amoroso e Mengoni sono tutti davanti. Che averli tutti davanti, tutto sommato, non è un male. Mio nonno diceva sempre che è meglio avere qualcuno davanti che alle spalle.

lunedì 17 gennaio 2011

Berlusconi Last Mignot: un'offerta da prendere al volo!!!

Ho un rapporto stabile! (foto trovata online)
"E' mai possibile o porco di un cane che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi puttane..."così cantava il buon Faber. Sembra strano ma l'Italia ormai è schiava dei problemi personali di un singolo uomo. Questa situazione non solo ha gettato sconforto su chi considera Berlusconi inadatto a governare ma sta mettendo confusione e scompiglio anche nella servitù di Silvio Magno. Se prima Mister B. urlava a i quattro venti di anatemi e complotti e i pennivendoli del suo circo Barnum riprendevano per filo e per segno il suo verbo, ora manca una linea di intenti unica. Belpietro, per esempio, nel suo editoriale denota confusione. Se Berlusconi si difende escludendo categoricamente di aver mai pagato per fare sesso, tanto che un ingenuo come me inizia quasi a crederci, tutto finisce in malora quando si ritrova a leggere l'editoriale di cui sopra. Lo scribacchino al soldo di Mister B, attua una difesa che fa più danni dell'accusa. Berlusconi viene descritto come un trombeur de femmes generoso e vorace, anzi bulimico. Tutta la vita  di B, secondo Belpietro, è costellata di conquiste e successi. Il premier agli occhi del suo adoratore è un novello Alessandro Magno, anche se a me, umile mortale, sembra un normale e patetico puttaniere. Mandare un uomo di fiducia sotto casa di una donna per conquistarla con una macchina nuova fiammante, non mi sembra qualcosa da prendere a modello. Non è nemmeno un dono per una persona che si ritiene importante. Dov'è il rispetto? Belpietro parla "della prescelta", dell'oggetto del desiderio del sultano che non si prende nemmeno la briga di andarci di persona dalla prescelta. Ci manda un altro. Chissà se c'era già pronto un altro uomo di fiducia, nel caso la prescelta di turno avesse declinato l'offerta. Il personaggio descritto non è un playboy, un casanova, è un normale puttaniere. Solo che invece di farsi fare un pompino per 30 euro, può permettersi di donarne 3000. Belpietro appare un po' confuso o, più semplicemente, anche lui non sa più dove parare, un po' come il Ghedini disperato della vignetta di Stefano Disegni. Così nella totale disperazione, finisce per scrivere cazzate e finisce per ricordare il Tom Cruise di Mission Impossible. Eh sì, difendere Mister B. è veramente una M. I.

Il Sultano invece è sempre bello tonico e non perde mai la sua vena comica. Sappiamo che un piccolo campione di barzellette e da qualche giorno stupisce anche con le freddure. Quella del rapporto sentimentale stabile è veramente splendida, godetevela detta da lui:


A me, che non sono una cima d'intelligenza, ha colpito un aspetto. Lasciando stare il fatto che il concusso dice di non esserlo e la minorenne di non essersi prostituita, anche perché quale pazzo si dichiara subito colpevole? Comunque mi ha colpito che Berlusconi sottolinei che la giovincella si sia presentata come maggiorenne. Ora, che una sedicenne finisca nel mio letto, è grave ma plausibile. La rimorchio in un bar, dimostra 24 anni e vado sulla fiducia. Però, che una minorenne si imbuchi in casa del Premier senza che nessuno (guardie del corpo, polizia e cazzi e mazzi) se ne accorga o verifichi, spero che sia una cazzata, altrimenti ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Anche i magistrati, invece di fare domande e richieste di documentazioni e perquisizioni, non possono ingaggiare la prima fichetta di ventanni e mandarla in villa a recuperare prove?

Magari alla fine è vero. Berlusconi è il nuovo messia e noi ingrati non abbiamo capito la sua profonda e disinteressata generosità. Lui è l'uomo che aiuta i deboli, i reietti della società. Certo che se in mezzo a tutta sta figa che gira intorno a Mister B., ci fosse anche un disoccupato di sesso maschile, la versione del miliardario generoso sarebbe un po' più credibile. E la nuova compagna di B? Che dice di questo gran via vai di minigonne? E i vari Belpietro, Sallusti e Scodinzolini che ne pensano di questa generosità? Sarebbero così entusiasti anche se le giovani mignottelle che partecipano ai festini, nei quali non accade nulla di cui vergognarsi, fossero le loro figlie? Mi rispondo da solo. Probabilmente sì, se loro hanno venduto il culo, immagino non vedrebbero nulla di male se le loro figlie vendessero la patata. L'importante, immagino ,sarebbe il prezzo...

PS - Ringrazio chi ha fatto il fotomontaggio. L'ho trovato online e utilizzato. Non ti conosco ma sei un genio. Se sapete il nome del creatore, ditemelo così lo cito.

martedì 11 gennaio 2011

Nessun pericolo per la libertà di stampa...

Schifani la pensa così. Come dargli torto. Anche io sono convinto che la libertà di stampa vada difesa a oltranza e che, ora come ora, non corra pericoli. Così come sono convinto che anche mia nonna non corre pericoli di ammalarsi di tumore o altre malattie pericolose. Sarà perché mia nonna è già morta?

venerdì 7 gennaio 2011

Se siamo diversi allora siamo uguali?

Succede di guardare in alto. Non c'è un momento particolare, capita e basta. Alzo gli occhi e guardo in alto. A volte il cielo è azzurro, altre grigio piombo con striature e ombre causate dalle nuvole. In quel momento mi sento piccolo, mi percepisco diverso da tutto quello che mi sta intorno. Come annegare in un liquido denso. Mi sento altro rispetto al mondo che mi circonda. Succede di fermarmi a guardare porticati, volte, facciate di chiese o i particolari di un monumento. E' strano ma mani come le mie, certo più sapienti e capaci, hanno costruito quelle cose. Poi guardandomi intorno mi accorgo che tanti occhi uguali ai miei sono insensibili a tanta bellezza. Se per molte cose sono orgoglioso di appartenere al genere umano, tante altre mi affliggono. Succede a tutti di sentirsi diversi. In alcuni casi migliore, in altri peggiore e in altri ancora semplicemente diverso, a sé stante. Poi la mia diversità si scontra nel suo viso, in quell'accenno di espressione celata che non riesce a nascondere la sua preoccupazione per me. E' sempre lei a riportarmi serenità, a farmi comprendere che io sono la mia diversità, e se fossi uguale a lei, lei non esisterebbe. A quel punto che senso avrebbe essere uguali o diversi? Soprattutto da chi? E' importante dunque la mia diversità che poi non è altro che essere me stesso. Io e lei siamo diversi ma proprio per questo identici, perchè apparteniamo a quel tutto che si chiama Noi. Qualcosa che si mantiene integro anche se in modo indicibile, irrazionale, assurdo all'interno di questo grande caos.

E voi? Avete qualcuno vicino ad esaltare la vostra diversità?

giovedì 6 gennaio 2011

Quanto è vero...

Una citazione presa da un film bellissimo. Qualsiasi altra parola è superflua.