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lunedì 12 dicembre 2011

La resistenza della foglia

Questa mattina, andando al lavoro, mi sono regalato una pausa caffé in un bar sulla strada per iniziare giornata e settimana. Ho preso un tavolo vicino alla vetrata sul un viale bellissimo di alberi autunnali e ho sorseggiato il mio caffé sfogliando il giornale. E' stato un momento di grande pace. Fuori cadeva una pioggia leggera, tanto leggera che sembrava stesse galleggiando nell'aria e, ogni tanto, tirava qualche folata di vento decisa e nervosa. Tra un sorso di caffé ed una pagina di giornale, un particolare ha attirato la mia attenzione: una foglia l'ultima di un intero grosso ramo. Ero convinto fosse lì lì per cadere ed ogni secondo che passava sembrava il secondo prima della caduta. Senza accorgermi la mia attenzione si è concentrata su di lei. Non so dirvi di preciso che pianta fosse e non è nemmeno importante saperlo. La foglia, però, era di una forma piuttosto frastagliata e con un bellissimo colore che tendeva al rosso bruno. Un colore elegantissimo ma terribilmente malinconico. Bellissima ed elegante nella sua tristezza, la foglia mi ha estraniato dal mondo. L'ho osservata quasi disperato perché la sua evidente fragilità, da lì a poco, l'avrebbe fatta volare a terra, per finire sotto una macchina e schiantarsi sotto un pneumatico.Per quasi venti minuti sono stato con il fiato sospeso, quasi tentato di uscire per prenderla al volo e preservarla dallo smaciullamento. La pioggia, ogni tanto, la colpiva con un fremito veloce uno scatto, quasi fosse un tic nervoso. Nonostante tutto eccola sempre lì, attaccata al suo ramo. Ultima e sola, contro tutti e tutto. Poi il vento prova a strapparla via. Nulla da fare. Lei, orgogliosa ed elegante nel suo strenuo rimanere appesa, resiste. Avrei passato l'intera giornata a guardarla e, quando si fosse staccata, l'avrei presa con me. Conservata fra le pagine dell'agenda, usata come segnalibro. L'orologio, però, mi ha richiamato alla vita reale. Ho pagato il caffé e sono salito in macchina.

Appena mi sono accorto di lei ho pensato che, da lì all'attimo successivo, si sarebbe staccata per volare via. Lei, contro ogni previsione, ha resistito per un'infinità. Come quelle squadre di calcio sconosciute che decidono di passare alla storia battendo la prima della classe. Così me ne sono andato al lavoro, con un sorriso di ottimismo sulle labbra. Quella piccola foglia elegante e fragile, che ha resistito per tutto quel tempo contro pioggia e vento, ha dato grande prova di volontà. E se ce l'ha fatta lei chi sono io per non provare a resistere?

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4 commenti:

Remolle ha detto...

Wow... sono quei rari momenti di pace e serenità che capitano fra un'abitudine e un'altra. È successo anche a me più volte un episodio così. Una descrizione come la tua rende pieno onore alle emozioni che quest'immagine fantastica suscita.
Ciao :)

Zio Scriba ha detto...

Dolci auguri dallo Zio Nick! :)

giannantonio colloredo ha detto...

Tipico malato immaginario, ascoltavo e rompevo le scatole al cuore, convinto che non funzionasse bene, nonostante le rassicurazioni dei cardiologi. Sono guarito osservando, in giardino, un bel ragno che stava costruendo la sua tela. Senza essere un igegnere, aveva costruito una struttura perfetta.
Sono quegli attimi straordinari in cui ci si sente in comunione profonda con la natura: ma come posso io insegnare al mio cuore come deve funzionare. Mi sono lasciato andare, mi sono sentito parte di una splendida armonia. Bisognerebbe coltivarli questi attimi, fare in modo che diventino una continuita' di vita. Mi fermo, altrimenti altro che Carta e Scanu in loop...Ti faccio tanti auguri.

Scix ha detto...

una gran bella lezione di vita con una dolcissima metafora...siamo tutti un pò foglioline rosse e orgogliose non trovi?