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giovedì 25 febbraio 2010

Una promozione meritata: Genoa - Venezia 3-2

Sono un tifoso Genoano e il giugno del 2005 lo ricordo come un mese fantastico e diabolico. L'11 giugno 2005, battendo in casa il Venezia per 3-2, il Genoa ottenne la promozione in Serie A dopo dieci anni passati tra i cadetti. Una gioia immensa che durò poco. Già il giorno dopo le accuse di combine erano su tutte i giornali. Si parlò immediatamente di valigetta con 250.000 euro dentro per comprare una partita. Per tutti i Genoani fu una vergogna immensa, una delusione dilaniante. Dopo anni di serie B, che avrebbero ucciso qualsiasi tifoseria, eravamo tornati in serie A con un campionato strepitoso. Doccia fredda. Retrocessione in C con un beffardo -3.

La cosa è sempre stata al limite dell'assurdo. Il Genoa quell'anno aveva fatto un campionato strepitoso e la serie A non era altro che il meritato risultato di una cavalcata vincete. Invece uscirono intercettazioni riguardo alla partita comprata. C'erano anche intercettazioni che dimostravano che il Venezia, ultima squadra della serie B, già retrocessa da tempo, era stata "incentivata" a giocare al massimo. Questo fatto non venne mai preso in considerazione. Era stato deciso che il colpevole era il Genoa, punto e basta. Nel giro di pochissimo fummo puniti e spediti in serie C. La cosa paradossale è che il Genoa aveva pagato dei giocatori del Venezia per perdere. Alcuni di questi non scesero nemmeno in campo, mentre il portiere (anche lui pagato dal Genoa, secondo le accuse) fece un partitone strepitoso parando di tutto. Il Genoa riuscì a segnare e vincere, solo dopo che venne sostituito per infortunio. Il processo, per chi lo seguì, sembrò fin da subito una farsa con accuse che ad un mente un minimo lucida, dovevano per forza di cosa sembrare assurde.

Ormai, non conta più. Conta che il Genoa venne retrocesso. Nel periodo che trascorse tra la vittoria contro il Venezia, che sanciva la promozione in A e la retrocessione d'ufficio, il Genoa aveva preso come allenatore Guidolin e ottimi giocatori come Abbiati e Lavezzi. Dal trionfo al baratro. Oltre a perdere Abbiati, Lavezzi e tanti altri, il Genoa perdette anche Diego Alberto Milito autore di un campionato strepitoso. Il puntero argentino volò in Spagna dove segnò caterve di goals. Per quanto mi riguarda, fu l'aspetto più doloroso. A Genova (e nelle realtà calcistiche fuori dalla cerchia delle solite note) il calcio ha conservato una sorta di umanità e romanticismo; non si tifa per vincere lo scudetto, o la coppa dei campioni, si va allo stadio per cogliere una vittoria contro una grande, o per vedere le giocate di un grande campione, del proprio beniamino. Milito, nel grande popolo rossoblù di mugugnoni, era riuscito a mettere tutti d'accordo. Fin dal primo minuto, tutti, anche i meno competenti, si accorsero di essere di fronte ad un fuoriclasse. La sua partenza venne vissuta come un lutto, forse peggiore della retrocessione d'ufficio.

I tifosi genoani invece di giocare a San Siro o all'Olimpico, dovettero andare a Pizzighettone, Sesto San Giovanni ed altri piccoli stadi come questi. A differenza di tante altre tifoserie furono numerosi, un vero e costante fiume in piena. Nel giro di due anni ritornammo in A facendo due ottimi campionati e andando anche in Europa. I dolorosi ricordi della serie C, furono in parte leniti dal ritorno di Diego Milito. Però la cosa più fastidiosa, per tutti i tifosi in questi anni, è essere stati oggetto di cori nei quali ci davano dei ladri. Cori che molto spesso si riferivano alla valigetta e ai 250.000 euro. Una cosa che fece ancora più rabbia fu, senza dubbio, la sentenza contro la Juve. Per aver influenzato vari campionati e varie partite, venne punita alla stessa stregua del Genoa. Un metro di giudizio quanto meno discutibile.

Oggi, una soddisfazione enorme. Dopo essere stati su tutte le tv e tutti i giornali come i mostri del calcio italiano, esce questo articolo, che riporto per intero:

"La corte di Cassazione ha annullato, con rinvio, le condanne inflitte in appello per frode sportiva per il presunto accordo sull'esito della partita Genoa-Venezia del campionato 2004-2005. A quattro mesi di reclusione (indultati) furono condannati il 27 novembre 2008 il presidente del Genoa Enrico Preziosi, suo figlio Matteo, l'ex d.g. rossoblu Stefano Capozucca, l'ex presidente del Venezia Franco Dal Cin e l'ex d.g. Pino Pagliara. Il processo d'appello dovrà ora essere rifatto. Soddisfazione per la decisione della suprema corte è stata espressa dal difensore di Preziosi, l'avv. Maurizio Mascia. "Si sono rivelati fondati i motivi che avevamo sempre sostenuto - ha dichiarato il legale -la famosa valigetta con i soldi non è mai esistita ma è stata solo il frutto della distorsione mediatica che ha sempre caratterizzato questa vicenda". La sentenza di appello ora annullata aveva confermato le condanne inflitte in primo grado. Proprio per la presunta combine il Genoa fu retrocesso in serie C."

Purtroppo questo fatto non avrà la stessa importanza mediatica delle palate di fango che sono state tirate nell'estate del 2005. Pazienza, me ne faccio una ragione. Sportivamente mi basta il fatto che quella promozione fu CONQUISTATA SUL CAMPO. 
 

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1 commento:

Il grande marziano ha detto...

Abbiamo un'altra affinità: anch'io sono genoano! E ricordo benissimo quel giorno della partita col Venezia, ero andato a vederla in un pub con mio padre e la mia fidanzata. E quel micidiale goal di Milito che -lo vedo ancora adesso!- era impossibile che fosse frutto di una combine. E comunque chi aveva visto la partita si era reso perfettamente conto che non ci avevano lasciato vincere. Era stata una partita vera.

E adesso, se al nuovo processo di appello l'annullamento della condanna sarà confermato, come potranno risarcirci?

Del resto ancora l'altra domenica per gli incidenti a Torino, alla Juve solo 15000 Euro di multa, e al Genoa 40000 Euro + diffida del campo, quando eravamo a Torino!
No comment.

Ciao!