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sabato 26 dicembre 2009

Pensieri post Natalizi

E' strana la vita e forse è proprio bella e terribile per questo. Chi va troppo per mare prima o poi naufraga. Vero, verissimo ma comunque dipende. Ci sono naviganti che per predisposizione hanno viaggiato sempre e solo sotto la buona stella, altri che lo smisurato talento non li ha preservati dalla mala sorte. Poi ci sono i casi particolarissimi: quelli che naufragano ancor prima di mettersi per mare. Io per fortuna appartengo all'ultima categoria (sempre meglio della seconda). E' per questo che dopo aver naufragato ho deciso di mettermi per mare; solo lì mi sarei potuto ritrovare. Così è stato. Forse. No, non proprio. Sarebbe tanto facile vivere in pace, basterebbe un minimo di buon senso, un po' di cervello ma gli Skiantos ci hanno fatto anche un album dal titolo indicativo di "Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti". Titolo che potrebbe essere esportato in ogni nazione. L'intelligenza... eh, brutta bestia. D'altronde cosa ci si può aspettare da un'umanità che decide di istituire un premio Nobel per la pace? In un mondo normale ci sarebbe bisogno di un premio simile? Che senso ha ogni anno dare una simile onorificenza? Un popolo che ha bisogno di una simile riconoscimento evidenzia palesemente la sua sconfitta. Bisogna premiare le cose straordinarie non quelle ovvie. Se non si capisse intendo dire che il conseguire la pace, anche nei piccoli gesti quotidiani, dovrebbe essere una norma elementare e basilare di qualsiasi società civile. Per questo io propendo per un Nobel per il più grande guerrafondaio. Pensate che figura di merda quando verrà (meglio verranno) a ritirare il premio in mondovisione? Non disdegnerei nemmeno un Nobel per il più scorreggione o per il rutto più lungo. Dopo millenni di guerre in pochissimi hanno capito che la differenza tra vincitori e vinti sta solo in qualche lettera. Ma come al solito non era questo che volevo scrivere. Mi sono perso al punto del mio naufragio.

Era da molto tempo che mi sentivo naufrago, senza per altro aver mai messo piede in mare. Poi un giorno ho deciso che era giunto il momento di mettermi per mare per cercare di salvarmi. Per troppo tempo ho vissuto con quella sensazione di disagio dei tredicenni. Avete presente quell'età di mezzo che avete le pulsioni del sesso senza la possibilità di sfogarle? Quel periodo nel quale ai pranzi o cene delle festività non avete più una collocazione? Troppo grandi per il tavolo dei piccoli e troppo piccoli per il tavolo dei grandi? In quelle occasioni comunque andrà sarà una noia. Se finirete al tavolo con i piccoli avrete bambinetti che vi mettono le mani nel piatto o, peggio, ad ogni starnuto vi sputacchieranno addosso; al contrario al tavolo dei grandi vi asciugheranno con discorsi dei quali non capirete una fava (anche perché il più delle volte sono insensati). Così vagherete con la mente in mondi fantastici popolati di cavalieri e draghi e voi sconfiggerete entrambi, diventando re. Io da molto tempo vivevo con questa sensazione cucita addosso. Poi tutto è evaporato. Da un giorno all'altro mi sono accorto di riuscire a stare in serenità dappertutto. Sarà che ho smesso le scarpe veloci che mi portavano via da ovunque ma è più probabile che ho trovato la persona adatta che filtra il mio rapporto con il mondo, proteggendo me da lui e lui da me.

Era da un po' che pensavo che fosse cambiato qualcosa in meglio. Spesso però spiegare i grandi cambiamenti personali è difficile. Io di norma aspetto che il turbinio dei pensieri partorisca. Un po' come preparare la maionese. Tutti gli ingredienti hanno bisogno di tempo e pazienza per essere frullati insieme e farne quella gustosa salsa. La fretta porta la maionese ad impazzire. Io tra i tanti difetti che ho, posso vantare un unico pregio: la pazienza. Così questo mio pregio è stato premiato la sera della vigilia mentre scartavo i regali con una persona speciale (no, non era Babbo Natale). Tutto sommato erano regali normali, niente di sbrilluccicante o di valore però quando lei li ha aperti davanti a me le enciclopedie della vita si sono spalancate fornendomi tutte le spiegazioni e le parole per spiegare quel cambiamento in meglio. Inutile dire che non lo scriverò qui. L'unica che potrà sapere il perché di tutto è lei ma credo che sappia già. In fondo è una cosa mia, anzi nostra. Posso solo augurarvi che anche voi abbiate ricevuto un abbraccio e un bacio come ringraziamento per i vostri regali. Regali che non devono essere costosi o originali ma solo "pensati". I miei li ho pensati. Io non so chi abbia pensato il mio regalo migliore. Però so solo che questa sera, quando abbraccerò il mio regalo, guardando oltre le sue spalle saluterò da lontano i mari dei miei mille naufragi e quei tavoli dei grandi e dei piccoli ai quali non riuscivo a sedermi con serenità e allegria.

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