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domenica 21 febbraio 2010

Nel 2011 staremo davanti a San Remo o saremo altrove?


Alla fine, nonostante i propositi devo scrivere anche io qualcosa su Sanremo. Dico subito che non l'ho guardato. In queste serate ho avuto cose più interessanti da fare. Ho guardato Amore14 e Scusa se ti chiamo amore. Lillo e Greg a 610 proponevano qualcosa di diverso; se volete cercatevi il podcast del 18.02.2010 che trovate qui. Sono i primi minuti della trasmissione e riguarda la nuova attività di Greg...

Sanremo non lo guardo ma poi cerco su iutubbo le esibizioni dei cantanti che più mi incuriosiscono o quelli che, per forza di cose, fanno chiaccherare. Mi sembra fondamentale spiegare perché non guardo Sanremo. Principalmente perchè stare 3 ore e passa davanti alla tv a vedere un varietà non è proprio nelle mie corde. L'unico che riesce a tenermi davanti alla tv per più di due ore è Fiorello, showman completo. Secondariamente perché ritengo la musica una forma d'arte troppo importante per farne una gara da televoto, dove chi esprime un giudizio si fa influenzare più dalla simpatia e dall'aspetto stiloso del cantante che da quello che dovrebbe valutare. Tasso diceva che "quella della musica è una delle tre vie per le quali l'anima ritorna al Cielo" ed io, modestamente, concordo. Ecco perchè ritengo una cosa senza senso fare una gara di canzoni. Dove il termine canzoni in alcuni casi è usato a sproposito.

Detto questo passo in veloce rassegna quelle poche cose che posso commentare. Su tutti metterei Malika Ayane voce magnifica, bella canzone, non irresistibile ma senza dubbio apprezzabile per musica e testo. Irene Grandi (che mi piace moltissimo come donna) ha proposto la tipica canzone Baustelliana. Il problema delle canzoni dei Baustelle è che non si capisce dove finisca una e incominci l'altra; in parole povere sono tutte uguali. Ultimo commento sui Sonora con l'H che non so dove vada. Li hanno osannati come il nuovo che avanza nella musica. Tecnicamente sono molto bravi, musicalmente mi sembrano i Pooh ma invecchiati. Alla fine la cosa più notevole sono i tagli di capelli. Senza dubbio sono più innovativi alcuni album degli anni '70. Due parole su Arisa. Sembra scema scema ma è una bella volpe anche lei. Con i suoi occhialetti alla Harry Potter, in versione molto più sfigata, si presenta con una canzoncina carina e molto orecchiabile. Per la serie non faccio un cazzo tutto l'anno, a febbraio mi presento con il tormentone e campo di rendita. Non è, però, un giudizio tutto negativo. Ammetto che la canzone in questione, anche se orecchiabilissima, non è di così facile esecuzione.

Per concludere come non parlare del Trio? Pupo, Emanuele Filiberto e il tenore Luca Canonici senza ombra di dubbio i vincitori amorali del festival.


Una parola è poca due sono troppe. Commento alla canzone: orribile! Sia per quanto riguarda la melodia in sé e il testo che, secondo me, è sgraziato, banale, patetico e, come direbbero gli antichi greci, paraculo. Sorvoliamo poi sul becero tentativo di attirarsi le simpatie del popolino modificando il testo con la citazione del Mondiale di Berlino. Proprio il perfetto quadro dell'italia media: calcio, trash e ricerca di consenso. Pensare che siamo gli eredi di Michelangelo, Raffaello, Galileo, Leopardi e Marconi.  Io avrei riscritto il ritornello così:

"Io ho poca cultura e pecco anche in religione, 
ma ho un gran coraggio a cantare questo schifo di canzone"

Non tutti sanno che i Savoia hanno chiesto 260 milioni di euro allo Stato italiano come risarcimento per i danni morali subìti in 54 anni di esilio: 170 milioni li vuole Vittorio Emanuele; 90 suo figlio Emanuele Filiberto. Ma non è tutto: oltre agli interessi sulle somme richieste, i Savoia vogliono anche la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana. Meno male che adesso canta Italia amore mio. Resta da chiedersi come siano potuti arrivare secondi con un pezzo veramente orribile. Al confronto "Violentami miao!" e "Checo il tricheco" sono due capolavori della musica italiana. Se penso che anche l'orchestra ha strappato gli spartiti per protesta...

Infine il vincitore. Valerio Scanu, il nuovo Marco Carta. Gli auguro una sfavillante carriera come quella dei Jalisse. A proposito ma Marco Carta che fine ha fatto?

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1 commento:

Turkish Face ha detto...

Come al solito "mi inchino a te, maestro"! Ritengo anche io che oramai Sanremo si sia involuto in un mercato import-export di superficialità incommensurabile e rappresenta con la precisione di google earth la rozzezza di quella che purtroppo è l'Italia contemporanea. Inoltre se fossimo in una nazione intelligente, Filiberto non dovrebbe partecipare a NULLA di pubblico organizzato dallo stato, ma siamo in Italia, dove il masochismo è un dogma seguito da molti cittadini e istituzioni.