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sabato 26 giugno 2010

Fenomenologia del calcio di rigore: l'importanza della scelta.

Capita che, mastruzzando in vecchi cassetti o su polverosi scaffali, salti fuori una vecchia fotografia con i colori un po' ingialliti. Undici ragazzetti con improbabili capelli a caschetto, una maglia rossa (quella del portiere è verde) e pantaloncini neri. Cinque appollaiati e sei dietro in piedi, con le braccia incrociate sul petto. Sembrano i guerrieri in terracotta, meno inquietanti con quel sorriso  fiducioso nel futuro. Osservando meglio rimane il dubbio che quel sorriso sia più una smorfia dovuta al sole dritto negli occhi. Io sono il penultimo da destra appollaiato. Avevo dodici anni. E' una foto storica. Quella squadra ha vinto per quattro anni consecutivi il campionato degli oratori. Era una sorta di macchina perfetta. In porta un estremo difensore  che, con la sua panzetta non ci davi due lire, era una saracinesca che ogni tanto si concedeva qualche goal al limite del ridicolo. La difesa era insuperabile e mirabilmente assortita. Un centrocampo con due centrali figli di un fabbro (e si vedeva per quanto menavano senza scrupoli o tentennamenti); un ala sinistra che sembrava un freccia rossa e io ala destra. In avanti due punte: un ariete indomito al quale qualcuno prospettava, a ragione, un grande futuro e un cavallo pazzo, come seconda punta, che faceva più km di un tir.
 
Gli undici di quella squadra hanno fatto strade tutte differenti. Per tre, purtroppo, il percorso si è interrotto troppo presto. Un centrocampista centrale si è perso tra siringhe e troppi dubbi. Il portiere è stato disarcionato in Spagna dalla sua moto. Il cavallo pazzo si è perso una sera nella nebbia, tornando dalla moglie e dal piccolo di nemmeno tre anni. L'ala sinistra lavora come geometra ma  la sua velocità è un lontano ricordo. Il terzino sinistro fa l'elettricista e ogni tanto ci incontriamo. I due difensori centrali non ho idea di che fine abbiano fatto. Il terzino destro si è sposato ed è andato a vivere in Toscana con la moglie. L'altro centrocampista centrale è ingegnere. Io sono qui e l'ariete indomito, al quale prevedevano un grande futuro, bé... ha fatto il botto come giocatore di calcio. Ora è un ex ma ha indossato anche la casacca della Nazionale. Detto per inciso è da quell'anno in squadra insieme che non lo vedo più.
 
Riguardando quella foto ho ripensato alla nostra ultima partita insieme. Penultima di campionato. Stiamo pareggiando due a due. Se vinciamo,  sarebbe il quinto campionato consecutivo. Manca poco alla fine della partita. Stiamo subendo, la palla è al limite della nostra area. Con passo da giannizzero il difensore centrale carica il trequartista che va in confusione. Un rimpallo fa schizzare la palla verso la nostra destra. La recuperiamo. Il terzino sale ed io, con il fiato che mi resta, decollo verso l'attacco.  Sento il mister urlare: corricorri!! Io corrocorro, cristo come corro, rallento e vedo la palla arrivarmi addosso. La stoppo e mi giro. Scarto il difensore, mi si apre un corridoio enorme verso la porta. E' il mio momento!! Ancora due passi e tiro una mina che spacco tutto. Rallento, carico il piede destro... e patapam! mi ritrovo mezzo rintronato con la polvere in bocca, un piede dolorante e con le ossa mischiate. Il portiere è uscito a valanga e mi ha centrato in pieno. Sono spaesato. Controllo di avere ancora tutto. Due braccia, due gambe... direi di sì, tutto ok. Ho un labbro ammaccato ma E' RIGORE.
 
Io sono il rigorista ufficiale della squadra. Vado sul dischetto. Che faccio? Lo tiro a destra, come al solito. Il portiere mi conosce sa che tirerò a destra. Che faccio, tiro a sinistra? Il portiere mi conosce, sa che io so che lui sa che li tiro tutti a destra, perciò si butterà a sinistra. Che casino. Se lui sa che io so che lui sa che li tiro tutti a destra, e perciò sa che so che si butterà a sinistra, io lo tiro a destra. Ma se lui sa che io so che lui sa che li tiro tutti a destra, e perciò so che si butterà a sinistra, è ovvio che si butterà a destra. Destra o sinistra? Dove la tiro? Quella, tutt'ora, è stata una delle scelte più difficile di tutta la mia vita. Ogni volta che ho fatto qualcosa di importante, un esame all'università o un colloquio di lavoro, la notte prima mi sognavo all'altezza del calcio di rigore con il pallone fra le mani. Lo tiro a destra o lo tiro a sinistra? La differenza è sostanziale, può essere goal e gloria o una parata e il fallimento. E mi sogno sempre lì, solo dentro l'area con davanti un pallone e la porta, con un portiere a difenderla. L'arbitro fischia, io faccio un respiro profondo e prendo la rincorsa. Tre passi, due, uno, sono sul piede d'appoggio mentre carico il destro e trattengo il fiato... Succede sempre che quando impatto con il pallone mi sveglio. Forse che l'importante non è fallire o segnare, ma prendersi la responsabilità di quella dannata scelta?

 

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12 commenti:

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

Che finalone a sorpresa... Mi hai ricordato Troisi quando spiegava che lui sognava sempre di andare a fare la guerra, ma al momento che doveva sparare non riusciva a farlo e poi mentre il nemico gli sparava lui si svegliava e capiva che siccome andava a letto tardi le sue pistole erano quelle difettose, perchè tutti quelli che andavano a letto prima di lui e sognavano la guerra sceglievano le pistole migliori. Tornando a noi... Come credo mezzo mondo ti chiederà... CHI ERA L'EX NAZIONALE CHE HA GIOCATO CON TE?

Mauro ha detto...

Mi hai ricordato la stessa situazione in un torneo scolastico... solo che io ero il portiere, non il rigorista.

Il rigorista aveva i tuoi stessi dubbi dubbi... li risolse decidendo ti tirare centralmente.

Io conoscendo i suoi dubbi rimasi in piedi fino all'ultimo e mi tuffai con un momento di ritardo nella direzione in cui tirava generalmente.

Quel mio momento di ritardo fregò lui, perché la palla mi sbatté sul ginocchio e si impennò sopra la traversa :-)

Saluti,

Mauro.

Mauro ha detto...

Ah, dimenticsvo... credo di sapere chi sia quell'ex nazionale ;-)

Se non sbaglio è uno che ha vinto tanto, ma con un po' di cervello in più... avrebbe vinto molto di più. Giusto?

Saluti,

Mauro.

premio petrolio ha detto...

in linea con un mio pensiero… girerei su me stessa e me ne andrei con la palla in mano zompettando felice di qua e di là! sì potrei esser curiosa di sapere chi fosse il calciatore ma tu dove hai deciso di calciare? in mezzo? :/

Zio Scriba ha detto...

la scelta giusta fra due è quasi sempre... la terza: une bella legnata in mezzo!

Gioia ha detto...

scusa se non commento questo post.. ma passo per dirti grazie della tua risposta al mio commento; e che.. a parte gli scherzi- concordo to-tal-men-te con te: Gianni Rodari va letto davvero; è una vera sciagura che la maggioranza dei bambini, oggi, nn sappia nemmeno chi sia.

Curly ha detto...

Ma daiiiiii non si sa se hai segnato????
Mannaggia...

La scelta destra e sinistra... sempre ardua. Io preferisco tirare comunque a sinistra... ;-)
Non c'entra un tubo come al solito!

Valente il ragazzo diffidente ha detto...

@ Rospo: adoro Troisi ma questa cosa delle pistole difettose me la sono persa!! Dove la recupero?!?

@ Mauro: Non credo che sia chi dici tu...

@ Petrolio: in un certo senso quel rigore devo ancora tirarlo.

@ Zio Scriba: verissimo... una legnata in mezzo della serie o la va o la spacca!!

@ Gioia: non devi ringraziarmi... è un piacere comunicare con voi... inizio a ricredermi... qualche cervello attivo è rimasto. :-)

@ Daisy: è importante sapere se ho segnato? Comunque anche io preferisco tirare a sinistra, anche se a questa sinistra tirere con l'archibugio... :-/

Curly ha detto...

già...

Mamo ha detto...

Valente l'ho visto giocare una volta sola, tanti anni dopo l'episodio che ha mirabilmente descritto. Ci aveva sempre parlato dei sui trascorsi evocando puntualmente imprese epiche degne del miglior sudamerica, e quel giorno su un campo di calcio a Milano eravamo curiosi ed ansiosi di vederlo in azione. Così, pronti partenza, via, due tocchi a centro campo, tre passaggi ed un lancio lungo a cercare Valente. Il nostro eroe, si smarca, scatta controlla il pallone dribla l'ultimo difensore, ma allora è vero! penso stupito ma contento. Tutte quelle ore ad ascoltare i suoi ricordi di quasi grande calciatore non sono state tempo buttato ad ascoltare fantasie. Dovrò chiedergli scusa per aver dubitato di lui, per avergli sempre mostrato il peggiore dei miei sorrisettifacciadiculo mentre ascoltavo il resoconto dei suoi dribling ubriacanti e dei suoi tiri irresistibili. E' solo davanti al portiere, lo scarta con pura agilità, non gli resta che un tiro facile facile a porta vuota, ma a quel punto si accascia sul pallone come falciato da una mandria di bufali al galoppo. Aveva inciampato nella propria generosità, nei ciuffi d'erba di quel campo di periferia, perché per Valente l'importante è il gioco, l'illusione del gol e non il gol in se stesso!

Valente il ragazzo diffidente ha detto...

@ Mamo: c'è da dire che era una domenica ed io a quei tempi ero un giovane scapestrato che era andato a dormire alle 5.30 per essere alle 10 sul campetto a giocare.

Comunque non inciampai nel ciuffo d'erba ma subii un violentissimo tackle dalla mia ombra. Sbagliai ma fu meglio così. Eravamo lì per divertirci, che gusto ci sarebbe stato a segnare subito... dopo 20 secondi?

Però, hai saltato la parte più importante. Io a casa tua che attacco e distruggo la crostata alle pesche di tua mamma!!!

Valente

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

Vale mi ero perso questo commento di risposta... Guarda questa cosa del sogno è nel filmone "Ricomincio da Tre". Però tu non mi hai detto chi è il nazionale...