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sabato 12 giugno 2010

Oddio, ho perso il mio pensiero magico. E ora?

Qualche giorno fa, non sapendo bene che fare, sono uscito a farmi una passeggiata. In centro paese, seduto sotto i gelsi della piazza principale, mi sono messo a leggere al fresco. Ogni tanto alzavo lo sguardo sui bambini che scorrazzavano urlanti. Uno su tutti era il più curioso. Avrà avuto poco più di due anni, e si divertiva moltissimo a seguire le decorazioni della pavimentazione, disposte a quadrato. Correva con la buffa andatura dei bambini con il passo impacciato dal pannolone. Correva e, ad ogni lato completato, si lasciava andare ad una risata gorgogliante. Sembrava quasi che mi guardasse per dirmi di smetterla di preoccuparmi, e fare come lui. Il nonno lo osservava divertito e, allo stesso tempo, timoroso di vederlo cadere. I bambini sono come specchi, riflettono le emozioni. Quando cadono, e voi li soccorrete preoccupati, piangono. Quando invece il vostro accorrere  è rilassato, loro riflettono la vostra tranquillità; magari osservano la piccola sbucciatura sul ginocchio, si danno una sfregata alle mani ma riprendono a correre come il vento. I bambini sono la parte migliore di noi (che tutti ci premuriamo di perdere), quella che non ha scrupoli a porre domande imbarazzanti. Sono lo scrigno che conservano le mille false verità, perché ogni bambino possiede la sua verità. Non sa che ne esiste solo una, dunque, può inventare quella che ritiene migliore, e farla propria. Ogni bambino è come una spugna che assorbe tutto quello che lo circonda, ecco perché bisogna stare molto attenti a quello che circonda i nostri bambini. Sono stato anche io bambino, lo siete stati anche voi. E potevamo progettare astronavi, viaggi intergalattici; eravamo pirati dei sette mari che partivano alle due di pomeriggio, per doppiare la terra del fuoco, e riuscivamo sempre a rientrare per merenda. Ogni singolo dito delle nostri mani era una bachetta magica e potevamo fare tutto, senza fare niente. Poi chissà com'è, un giorno ti ritrovi seduto su una panchina a guardare i bambini che corrono felici e spensierati. Non ti riesce di invidiarli, vorresti solo essere libero come loro, recuperare quella parte smarrita. Torni a casa e ti trovi a scrivere su te che guardi i bambini che corrono felici e spensierati. Provi a voltarti indietro nel tempo, cercando di percorrere a ritroso la strada della vita, ma quella ormai è una magia che non puoi più permetterti.

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4 commenti:

Malapianta ha detto...

Quando credo di aver perso la bambina, provo a pensare che sia soltanto rannicchiata in un angolo, le ginocchia al petto, ad osservare l'adulta.

Zio Scriba ha detto...

Mi sento quasi in colpa a dirlo, ma quel bambino libero e curioso è ancora padrone dentro di me, anche se gli anni passano e il corpo decade, o decadrà. Grazie per aver dedicato pensieri così belli a (NOI) bambini... :D

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

L'età biologica infatti non sempre coincide con quella psicologica suvvia... Un giretto sui quadrati della piazza potrai farlo quando vorrai e magari riderai allo stesso modo guardando qualcuno che ti prenderà per pazzo... Anche se pure io vojo tornà bambino! Proprio oggi sentivo la Lettizzetto dire che sarebbe bello vivere al contrario. Ci si sveglia in un letto d'ospedale con tutti che si prendono cura di noi, poi dopo un pochino si va a ritirare la pensione con emozione, visto che è il nostro primo guadagno senza aver fatto un'emerita mazza, poi si comincia a lavorare e sentiamo dentro di noi una forza sempre maggiore e miglioriamo anche sotto le lenzuola... Il tempo passa e arriva la scuola, cominciamo a cazzeggiare come matti tutto il giorno, finchè non diventiamo sempre più piccoli, per infilarci in un buco che oramai conosciamo bene e passare gli ultimi nove mesi della nostra vita al caldo, senza nessuno che ci possa rompere le palle! Sarebbe proprio bello vivere al contrario!

Anonimo ha detto...

Bel post, complimenti. Son sempre diviso fra l'uomo e il bambino...