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mercoledì 6 maggio 2009

Chi fa la spia non è figlio di Maria...

Leggo molto anche se spesso non capisco ciò che leggo. Vivendo in Italia questa cosa non mi preoccupa più di tanto visto che, molto di frequente, lo scritto è senza senso. Ho letto però una cosa che ho capito e sono molto preoccupato. I nostri savi in parlamento vorrebbero che i senza permesso venissero denunciati dai medici, o dai presidi qualora genitori clandestini li iscrivessero a scuola. A parte il fatto che la proposta la considero abbastanza idiota, e considerato i cervelli da Nobel che chiamiamo onorevoli, non mi sorprende affatto; per vari motivi. Tutto sommato, facendo un ragionamento privo di umanità, se un clandestino malato sapendo che rischia di essere denunciato non si presenta in ospedale... vabbè, se muore di cacarella, alla fine, sono solo cazzi suoi. Però, perchè c'è un però, se il povero clandestino fosse portatore di una malattia contagiosa? Una bella febbre suina, magari? Ma sì, ma chi se ne frega. Passi l'idiozia della idea in sè, passi la totale mancanza di umanità, ma qui c'è anche grande ignoranza sui principi di... come si chiama... quella cosa là? Ah, si la Costituzione!!


Art. 32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Non male, eh? Quelli che l'hanno scritta non erano poi così idioti, a differenza di quelli che... vabbè. Comunque, se proprio vogliamo essere disumani freghiamocene del diritto dell'individuo; basta con tutti questi negri, zingari... li vogliamo solo se fanno goal... in quel caso possiamo anche falsificare i passaporti. Dicevamo, se proprio dobbiamo sorvolare sul diritto dell'individuo, diamo un occhio a quello della collettività.

Un'altra cosa divertente è la figura dei presidi spia. Ce lo vedo il mio ex-preside in versione 007, con smoking e Aston Martin. Meno male che i presidi hanno dimostrato molto più cervello e umanità di chi ci rappresenta.

Art. 34.
La scuola è aperta a tutti.

Anche qui ricorre in aiuto quel vetusto e superato documento. La cosa che mi perplime è che gli stessi che sbraitano, perchè i clandestini non rispettano i nostri usi e costumi (soprattutto di tinta verde), vietino agli stessi clandestini di usufruire dell'unico modo per integrarsi.

Una cosa però mi sfugge. Come mai nessuno propone una legge severa contro chi sfrutta i clandestini? Qualche anno fa ho conosciuto Adrian, ragazzo albanese di 17 anni, scappato dalla sua terra da solo. Arrivato in Italia è finito a fare il muratore, in nero, a 10.000 lire al giorno. Dormiva in una capannetta di legno e cartone, poco lontano dal cantiere. Lavorava per una grande impresa edile, di un signore tanto stimanto e tanto ben voluto. Il classico self made man brianzolo. Adrian era il classico delinquente che non aveva studiato e proprio per questo era stupido. Tanto stupido che quando gli proposero di spacciare e fare soldi in fretta, pensò a quello che gli aveva insegnato il padre. Le cose bisogna guadagnarsele con il sudore ed in maniera onesta, soprattutto, in maniera onesta. Dopo otto mesi di duro lavoro, con una quotidianità al limite della decenza, Adrian cadde da un ponteggio. Grazie al cielo solo qualche metro di volo. Atterò su dei laminati e si provocò diverse ferite profonde al braccio destro. Braccio che purtroppo gli venne amputato. Non so che fine abbia fatto Adrian. Ricordo solo i suoi occhi verdissimi, che aveva imparato l'italiano ascoltando alla radio i pezzi di Ligabue e Vasco Rossi, che poi suonava alla chitarra. Una chitarra sgangherata che gli aveva regalato un muratore suo collega. Peccato, per Adrian. Peccato per la sua chitarra sgangherata. Sgangherata e ora anche muta. Cosa c'è di più triste di una chitarra muta? Forse un ragazzo albanese di 17 anni che lavorando in nero perde un braccio? Peccato Adrian... con il senno di poi era meglio che ti mettessi a spacciare. Soldi facili, soldi veloci. 'fanculo ai valori morali e ai principi etici.

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