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giovedì 7 maggio 2009

Difficile dire cosa provo

E' difficile dire cosa provo. Rischierei di ripetere cose meglio dette da altri. Potrei giocare solo sulle sfumature. Difficile, impossibile spiegare. E' che lei è voglia di partire per conoscere, vedere cose nuove, lasciandola a casa per evitarle tutti gli imprevisti che portano le avventure; ma è anche, e soprattutto, la voglia di tornare per raccontare quel che ho vissuto, per farle vedere il mondo attraverso i miei occhi. E' la mano che ha messo pace, non completamente ancora, nelle mie stanze, nei miei cassetti, sui miei scaffali e mensole. E' il desiderio di perdermi in lei, nel suo abbraccio, nelle curve del suo sorriso, nella sua ombra che affianca la mia anche quando non c'è. E' difficile spiegare perchè, quando mi cammina a fianco tenendomi la mano, io mi sento un uomo migliore. Ha la levità delle ali del gabbiano che sfiora l'aria nel suo volo, quando le parole toccano argomenti delicati, conscia di dove e quando doversi fermare, attendere, portare pazienza. Dire cosa provo non è facile. Anche perché starmi vicino è impegnativo. Sono da sempre stato sfuggente, come onda del mare, sempre presente ma mai uguale. In lei ho trovato la spiaggia dove arrivare, spumeggiante ed esplodere fragorosamente. E' la mia spiaggia da accarezzare, uguale e sempre differente. Io arrivo, ogni volta, come onda diversa e mi accoglie, con le sue piccole pietre, disposte sempre in modo diverso. E ci abbracciamo, ci accarezziamo. Abbiamo sempre parole nuove, le sue sono quelle che gli amanti le incidono sul corpo, le mie sono quelle che riesco a leggere nelle sue cicatrici. Ecco cosa provo. Questo vortice di immagini insensato, toccante, confusionario, forse, sciocco ma sò che lei mi capirà.

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