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sabato 16 maggio 2009

La confessione di 3 pallavoliste anonime

Da sempre lo sport è un mezzo per apprendere valori sociali importanti quali spirito di squadra, collaborazione, disciplina, dedizione al sacrificio e capacità d'organizzazione. E tutto questo è doppiamente vero se riferito ad un caso successo in Lombardia, più precisamente a Monza. Forse, in questa occasione, i valori trasmessi dallo sport non sono stati utilizzati come sperava De Coubertin ma vediamo, cercando di capire, cosa è successo. Le forze dell'ordine dopo mesi e mesi di indagini sono riuscite ad individuare e, in seguito, arrestare una banda di ragazze che terrorizzava il territorio. Le ragazze in questione erano già conosciute in questura come le Fuche Fiche, gang nota per l'inaudita violenza delle affiliate. Dopo il primo arresto le tre ragazze, che chiameremo con nomi fittizi di pura fantasia Federica, Francesca e Valeria sono state avviate ad un percorso di reinserimento in società. Una parte di questo progetto prevedeva la partecipazione ad uno sport di squadra e la loro scelta cadde sulla vecchia passione: la pallavolo. Dopo il primo anno, nel quale tutto sembrava andare nel migliore dei modi, i primi problemi. Nella zona limitrofa al campo di allenamento iniziano a verificarsi furti sempre più importanti e brutali. Quando gli investigatori sembrano sulla buona strada, le ladre, nel frattempo ribattezzate "Occhi di gatto" per la loro scaltrezza, decidono di svaligiare un magazzino di lampadine. La polizia si ritrova così, da un momento all'altro, a brancolare nel buio. I colpi nel monzese si susseguono con una regolarità che alla lunga diventa un boomerang per le Occhi di gatto. Obiettivi dei colpi sono gioiellerie, banche, negozi fai da te, enoteche, tabaccai, macellai e vigili del fuoco (questi ultimi più per svago che altro). Alla fine la polizia con una minuziosa indagine e, grazie alla testimonianza di un benzinaio ora sotto protezione, riesce a risalire alle colpevoli e ad arrestarle anche per una prova inconfutabile trovata sul luogo del reato: una ginocchiera. Durante l'interrogatorio emergono tutti i particolari. Le ragazze attuavano tutti i colpi durante la fase di riscaldamento dell'allenamento di pallavolo. Quando la squadra usciva per correre i 15 consueti km, le ragazze fingevano di attardarsi e, una volta distaccatesi dal gruppo, iniziava l'azione illegale. Compiuto il furto e nascosta la refurtiva, le ladre raggiungevano la squadra continuando l'allenamento e garantendosi un alibi che per molto tempo le ha tenute nascoste all'occhi vigile della giustizia. Durante il processo attimi di tensione durante le deposizioni delle vittime. Indicativa della brutalità delle Occhi di gatto la testimonianza del fratello di un ragazzina presa di mira dalla banda. L'adolescente già di per sé complessata, in seguito alle numerose vessazione e angherie, ha finito per chiudersi in se stessa, perse le chiavi è morta soffocata. Ora che le Occhi di gatto sono state arrestate, con il processo in corso rischiano un minimo di 30 anni di reclusione, le nostre strade sono più sicure. Almeno fino alla loro prossima evasione...

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Solo una precisazione: FukeFike.

Mi scuso con il gestore del blog ma vorrei preservare il mio anonimato.

.aleria