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lunedì 15 giugno 2009

L'avaria del segnatempo

Il mio segnatempo è in avaria
ormai confondo la notte con il giorno
e se capita di credere alla luce,
spesso è solo la menzogna della luna.
Mi sveglio e tutto è avvolto
nell'oscurità silenziosa e allora che fare?
Non posso urlare il mio disagio
rivelerei a tutti la mia segreta follia
e allora provo a ricordare,
con gli occhi spalancati nel buio,
i pomeriggi di luglio o agosto,
gli unici mesi dove è concessa la pazzia.
E immagino di fluttuare nell'acqua salata
del mare di liguria, mare che a scelta
di chi lo guarda è grigio, verde o azzurro.
Sento l'acqua impalpabile sfiorarmi il collo
e con la punta della lingua cerco sulle labbra
la goccia saporita e per nulla dissetante.
Guardo la spiaggia di sabbia bianca,
una rarità su queste coste, e cerco la tua figura;
e cerco di capire cosa potrebbe essere
la mia morte per voi, se ora sparissi sotto
un'onda leggermente invadente.
So che non cambierebbe nulla, qualche
giorno di dolore e lacrime salate, che sulle
labbra sprigionano sapore e poi? Nulla.
Il tempo placherebbe l'ira del destino
e i sorrisi, dapprima lievi, torneranno ancora
sui visi dei miei cari distratti dal dolore.
Capita spesso di pensare al mare
ed anche alla mia morte.
E tutto questo pensare si esaurisce in cosa?
In risultati produttivi? No, nel semplice
avvento del sonno.

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