Benvenuto!

Il solo fatto che tu sia qui già mi gratifica. Che dire di più? Ormai visto che ci sei partecipa, leggi e commenta. Una sola richiesta. Quando te ne andrai non chiudere la porta!

martedì 9 giugno 2009

Qual è la dimensione del vuoto?

Oggi ho letto una notizia che mi ha riportato indietro di qualche anno. Sono sul treno delle ferrovie italiane, treno ribattezzato acquafresh per via della livrea, per andare in Università a Milano. Mi siedo e noto, immediatamente, che vicino a me ci sono tre belle ragazze. Parlano, con grande trasporto, del Grande Fratello. Sulle prime distratto dalla generosa e ricca scollatura di una di loro, penso a Orwell e al suo romanzo "1984". L'avevo letto da pochissimo così, sperando di rimorchiarne una a caso, mi spoglio della mia timidezza e mi getto nella conversazione. Qualcosa non quadra. Mi tirano un'occhiata torva. Terrore. Ora mi denunciano alla psicopolizia! Non so che fare. Non ricordo bene il nome del protagonista del libro, ma sono sicurissimo di poter escludere Pietro Taricone. Arrivato a Milano scendo. Devo prendere la metropolitana. Edicola per i biglietti e leggo su una rivista gossipettara un nome che mi trivella il cervello: Taricone. Scopro di quale Grande Fratello stanno parlando. Entro in un mondo nuovo. Nei giorni e settimane successive provo a guardarlo. Non mi dice nulla. Anzi, lo trovo magistralmente noioso. Sì, ogni tanto ci scappa un trombatina ma per farmi le pugnette ho link molto più interessanti. Penso che una trasmissione del genere può fare successo solo in un mondo di imbecilli. Da lì in poi i reality sull'onda del Grande Fratello spopolano, in Italia e nel mondo. Io negli anni successivi non sono mai riuscito a trovare un aspetto positivo a questo tipo di trasmissioni. Almeno fino ad oggi. Infatti, mi sono imbattuto in questa notizia del sito The Wrap. La riassumo velocemente: 11 partecipanti a reality si sono suicidati. Che dire? Tutto sommato i reality hanno qualche lato positivo. A mio parere ne esce un quadro sconcertante. C'è un risvolto gravissimo dietro tutto questo. La ricerca di successo, soldi, apparire. Valori considerati, ormai, come unici da inseguire, portano al suicidio se non raggiunti. Forse perché alla fine tutti quei finti status symbol servono solo a coprire una pochezza personale. Mi chiedo quanto deve essere grande il vuoto di queste persone che vivono come un drammatico evento, quello che dovrebbe essere un gioco (stupido tra le altre cose). Comunque, per quanto mi riguarda, ogni giorno quando torno a casa scrivo con le dita sul tavolo coperto di polvere:
2+2 = 4

E tu? Che ne pensi? Per te 2+2=5? Hai preservato il tuo cervello?


(Grazie a ValeMoon per l'immagine!)

Articoli correlati per categorie



Nessun commento: